martedì 4 giugno 2024

Il Vangelo del Mercoledì 5 Giugno 2024

 

Della 9° settimana del Tempo Ordinario.

San Bonifacio, vescovo e martire.

Prima lettura.

Ravviva il dono di Dio, che è in te

mediante l’imposizione delle mie mani.

Dalla seconda lettera di san Paolo

apostolo a Timòteo (1,1-3.6-12)

Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà

di Dio e secondo la promessa della vita

che è in Cristo Gesù, a Timòteo, figlio

carissimo: grazia, misericordia e pace

da parte di Dio Padre e di Cristo Gesù

Signore nostro.

Rendo grazie a Dio che io servo, come

i miei antenati, con coscienza pura,

ricordandomi di te nelle mie preghiere

sempre, notte e giorno.

Ti ricordo di ravvivare il dono di Dio,

che è in te mediante l’imposizione

delle mie mani.

Dio infatti non ci ha dato uno spirito di

timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza.

Non vergognarti dunque di dare

testimonianza al Signore nostro, né di me,

che sono in carcere per lui; ma, con la

forza di Dio, soffri con me per il Vangelo.

Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati

con una vocazione santa, non già in base

alle nostre opere, ma secondo il suo

progetto e la sua grazia.

Questa ci è stata data in Cristo Gesù fin

dall’eternità, ma è stata rivelata ora, con

la manifestazione del salvatore nostro

Cristo Gesù.

Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere

la vita e l’incorruttibilità per mezzo del

Vangelo, per il quale io sono stato costituito

messaggero, apostolo e maestro.

È questa la causa dei mali che soffro,

ma non me ne vergogno: so infatti in chi

ho posto la mia fede e sono convinto che

egli è capace di custodire fino a quel

giorno ciò che mi è stato affidato.

Parola di Dio.

Vangelo.

Non è Dio dei morti, ma dei viventi!

Dal Vangelo secondo Marco (12,18-27) anno pari.

In quel tempo, vennero da Gesù alcuni

sadducei-i quali dicono che non c’è

risurrezione-e lo interrogavano dicendo:

«Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che,

se muore il fratello di qualcuno e lascia

la moglie senza figli, suo fratello prenda

la moglie e dia una discendenza al

proprio fratello.

C’erano sette fratelli: il primo prese

moglie, morì e non lasciò discendenza.

Allora la prese il secondo e morì senza

lasciare discendenza; e il terzo ugualmente,

e nessuno dei sette lasciò discendenza.

Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna.

Alla risurrezione, quando risorgeranno,

di quale di loro sarà moglie?

Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».

Rispose loro Gesù: «Non è forse per

questo che siete in errore, perché non

conoscete le Scritture né la potenza di Dio?

Quando risorgeranno dai morti, infatti,

non prenderanno né moglie né marito,

ma saranno come angeli nei cieli.

Riguardo al fatto che i morti risorgono,

non avete letto nel libro di Mosè, nel

racconto del roveto, come Dio gli parlò

dicendo: “Io sono il Dio di Abramo,

il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe”?

Non è Dio dei morti, ma dei viventi!

Voi siete in grave errore».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

L’allegra disputa sulla vedova ammazza-mariti

è una farsa per mettere in difficoltà il

Signore Gesù; i sadducei, conservatori,

non ammettevano le novità della Legge

orale e la devozione dei farisei.

Farisei che, fra i molti difetti, avevano

il pregio di approfondire il tema della

sopravvivenza delle anime, riprendendo

e sviluppando una visione molto simile

alla nostra attuale.

I sadducei perciò, non credevano alla

resurrezione e l’assurdo caso proposto

a Gesù è costruito su misura per metterlo

in difficoltà.

L’importanza della conservazione del

nome famigliare obbligava una vedova

ad avere un figlio dal fratello del marito

defunto per tutelarne la memoria.

Norma che a noi fa rabbrividire e che va

contestualizzata nella logica tribale

che l’ha voluta.

Di chi è moglie questa povera donna

che ha passato un fratello dopo l’altro?

Gesù ne esce (bene) ridicolizzando la

questione posta; nel Regno non ci sono

né mariti né mogli.

Ma la cosa che mi piace è lo stile con

cui argomenta la sua riflessione; il

Maestro conosce e interpreta la Scrittura;

il Dio dei patriarchi, presentandosi a

Mosè, li nomina come se fossero vivi.

Semplicemente grandioso ed efficace!

Per questo preghiamo.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

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