mercoledì 1 febbraio 2017

Il Vangelo del Giovedì 2 Febbraio 2017

Presentazione del Signore.
1° Lettura dal libro del profeta Malachìa (3,1-4)
2° Lettura dalla lettera agli Ebrei (2,14-18)
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2,22-40) anno dispari.
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale,
secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino
a Gerusalemme per presentarlo al Signore–come è scritto nella
legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al
Signore»–e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due
giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto
e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo
era su di lui.
Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto
la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano
il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo,
anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi
lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti
a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.
Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per
la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di
contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima–, affinché
siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser.
Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo
il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni.
Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con
digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei
a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la
redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore,
fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret.
Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia
di Dio era su di lui.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Il Vangelo ci descrive una scena ordinaria, come se ne vedevano
tutti i giorni nel tempio di Gerusalemme.
Una giovane coppia di persone povere che offre il proprio figlio
primogenito al Dio altissimo, proprio come comandato da Mosè
nella legge sinaitica.
Ma per chi sa leggere i segni di dio, in questa scena vi è in realtà
il compimento di profezie antiche; Simeone, il vegliardo, comprende
che in quel bambino finalmente trova compimento tutta l’attesa
di Israele e di tutte le genti.
Dio è tornato nel suo tempio, per cui il giorno della liberazione
sta per iniziare.
Ma questa liberazione non avrà i toni trionfalistici che tutti
attendevano; la redenzione passa attraverso il silenzio,
il nascondimento, il rifiuto e la croce stessa.
Ecco cosa vuol dire umiltà, vuol dire nascondersi per operare,
noi sappiamo fare altrettanto?
Se facciamo fatica. Aiutiamoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata Fausto.