sabato 28 settembre 2024

Il Vangelo di Domenica 29 Settembre 2024

 

Della 26° Domenica del Tempo Ordinario.

Santissimi; Michele, Gabriele, Raffaele, Arcangeli.

Prima Lettura

Sei tu geloso per me?

Fossero tutti profeti nel popolo!

Dal libro dei Numeri (11,25-29)

In quei giorni, il Signore scese nella nube

e parlò a Mosè: tolse parte dello spirito

che era su di lui e lo pose sopra i settanta

uomini anziani; quando lo spirito si fu

posato su di loro, quelli profetizzarono,

ma non lo fecero più in seguito.

Ma erano rimasti due uomini

nell’accampamento, uno chiamato

Eldad e l’altro Medad.

E lo spirito si posò su di loro; erano fra

gli iscritti, ma non erano usciti per andare

alla tenda.

Si misero a profetizzare nell’accampamento.

Un giovane corse ad annunciarlo a Mosè

e disse: «Eldad e Medad profetizzano

nell’accampamento».

Giosuè, figlio di Nun, servitore di Mosè

fin dalla sua adolescenza, prese la parola

e disse: «Mosè, mio signore, impediscili!».

Ma Mosè gli disse: «Sei tu geloso per me?

Fossero tutti profeti nel popolo del

Signore e volesse il Signore porre su di

loro il suo spirito!».

Parola di Dio.

 

Salmo Responsoriale dal Sal 18 (19)

Ripetiamo. I precetti del Signore

fanno gioire il cuore.

 

La legge del Signore è perfetta,

rinfranca l’anima;

la testimonianza del Signore è stabile,

rende saggio il semplice. R.

 

Il timore del Signore è puro,

rimane per sempre;

i giudizi del Signore sono fedeli,

sono tutti giusti. R.

 

Anche il tuo servo ne è illuminato,

per chi li osserva è grande il profitto.

Le inavvertenze, chi le discerne?

Assolvimi dai peccati nascosti. R.

 

Anche dall’orgoglio salva il tuo servo

perché su di me non abbia potere;

allora sarò irreprensibile,

sarò puro da grave peccato. R.

 

Seconda Lettura

La vostre ricchezze sono marce.

Dalla lettera di san Giacomo apostolo (5,1-6)

Ora a voi, ricchi: piangete e gridate per

le sciagure che cadranno su di voi!

Le vostre ricchezze sono marce, i vostri

vestiti sono mangiati dalle tarme.

Il vostro oro e il vostro argento sono

consumati dalla ruggine, la loro ruggine

si alzerà ad accusarvi e divorerà le

vostre carni come un fuoco.

Avete accumulato tesori per gli ultimi giorni!

Ecco, il salario dei lavoratori che hanno

mietuto sulle vostre terre, e che voi non

avete pagato, grida, e le proteste dei

mietitori sono giunte agli orecchi

del Signore onnipotente.

Sulla terra avete vissuto in mezzo a

piaceri e delizie, e vi siete ingrassati

per il giorno della strage.

Avete condannato e ucciso il giusto

ed egli non vi ha opposto resistenza.

Parola di Dio.

 

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

 

La tua parola, Signore, è verità;

consacraci nella verità. (Cf. Gv 17,17b.a)

 

Alleluia, alleluia.

 

Vangelo

Chi non è contro di noi è per noi.

Se la tua mano ti è motivo di

scandalo, tagliala.

Dal Vangelo secondo

Marco (9,38-43.45.47-48) anno B.

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù:

«Maestro, abbiamo visto uno che

scacciava demòni nel tuo nome e

volevamo impedirglielo, perché

non ci seguiva».

Ma Gesù disse: «Non glielo impedite,

perché non c’è nessuno che faccia un

miracolo nel mio nome e subito possa

parlare male di me: chi non è contro

di noi è per noi.

Chiunque infatti vi darà da bere un

bicchiere d’acqua nel mio nome perché

siete di Cristo, in verità io vi dico,

non perderà la sua ricompensa.

Chi scandalizzerà uno solo di questi

piccoli che credono in me, è molto

meglio per lui che gli venga messa al

collo una macina da mulino e sia

gettato nel mare.

Se la tua mano ti è motivo di scandalo,

tagliala: è meglio per te entrare nella

vita con una mano sola, anziché con le

due mani andare nella Geènna, nel

fuoco inestinguibile.

E se il tuo piede ti è motivo di scandalo,

taglialo: è meglio per te entrare nella

vita con un piede solo, anziché con i

due piedi essere gettato nella Geènna.

E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo,

gettalo via: è meglio per te entrare nel

regno di Dio con un occhio solo, anziché

con due occhi essere gettato nella Geènna,

dove il loro verme non muore e il fuoco

non si estingue».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

“Fra voi non sia così”; Domenica scorsa

il Maestro ci ricordava come tra i fratelli

cristiani le relazioni, i rapporti sono

diversi dalla logica del mondo.

Se è normale al lavoro, nello sport, in

politica ambire a successi, primeggiare,

anche a scapito degli altri, questa

violenza che nasce dentro-come direbbe

san Giacomo-è bandita tra i fratelli cristiani.

È normale ambire a successi e gratificazioni,

anche a scapito degli altri.

È evangelico decidere di mettere la relazione

fra le persone prima di ogni cosa.

È normale che anche nella Chiesa si

difendano piccoli privilegi.

È evangelico scegliere di servire i fratelli

con verità a umiltà.

È normale fuggire la sofferenza e la croce.

È evangelico vedere come, a volte, la

sofferenza diventa strumento inevitabile

per testimoniare la misura dell’amore.

 ‘Non è dei nostri’; quante volte l’ho

sentito dire nei paesi, tra i tifosi, in ambito

politico, e, ahimé, quante volte l’ho sentito

dire anche tra le comunità dei discepoli

del Signore Gesù.

Ho anche visto quanta sofferenza provoca

il rimarcare le differenze sociali o il non

voler superare le proprie abitudini, ho

visto mogli di tradizioni diverse venire

poco accettate dai nuovi famigliari, amici

stranieri guardati con sospetto, vicini di

casa ignorati perché legati a idee politiche

distanti dalla mia.

‘Non è dei nostri’; abbiamo bisogno di

connotarci, di distinguerci, di essere in

qualche modo riconoscibili, identificabili.

Nel mare magnum del mondo globalizzato

sentiamo di non valere nulla, di non contare

nulla, di essere un numero, una virgola,

abbiamo bisogno di emergere, fosse anche

fare gli imbecilli in un reality show.

Questo legittimo bisogno che può e deve

esistere anche nelle comunità, e che

diventa legittimo senso di orgoglio e

appartenenza, storia di una parrocchia

e delle sue vicissitudini, senso di

famigliarità che ci dona la gioia di

essere accolti e riconosciuti in ambito

fraterno, può degenerare in una sorta di

settarismo che contraddice il Vangelo,

un settarismo ‘ad intra’, nella comunità

cristiana stessa.

Negli ultimi decenni lo Spirito Santo

ha suscitato nella Chiesa cattolica

numerose e innovative esperienza di fede;

movimenti e associazioni hanno saputo

cogliere di più e meglio, rispetto alla

consolidata talora stanca esperienza

delle parrocchie, la novità dell’annuncio.

Esperienze di preghiera forti e carismatiche,

riflessioni e impegni concreti, una forte

appartenenza ad una intuizione che

travalicava i confini delle parrocchie.

Ritengo seriamente che tale abbondanza

di intuizioni sia un dono del Signore ma

che come ogni dono-vada vagliato con

logica Evangelica.

Ho visto parrocchie dividersi in gruppi

e gruppetti, ho visto zelantissimi

neo-convertiti fare proseliti per il proprio

movimento, all’interno della Chiesa,

ho visto persone devote e infervorate

confondere la propria esperienza di

conversione come l’unico modo di essere

cristiani o-almeno-come il miglior

modo di esserlo.

Tutte queste esperienze, ormai consolidate

nel maggior numero dei casi, sono stati

e sono uno straordinario dono di Dio.

La parrocchia, comunione di comunità,

deve ricuperare attenzione alle persone

e attingere e ispirarsi alle intuizioni

positive di movimenti e associazioni,

restando però il cardine dell’annuncio

del Vangelo, proprio perché così dimessa,

proprio perché così vulnerabile.

Non ci sono solo gli ‘ultras’ sugli spalti,

ma anche quelli che vanno allo stadio una

volta all’anno e le nostre comunità, se

anche hanno la fortuna di avere uno o

più gruppi di persone più impegnati,

devono fuggire la tentazione di

diventare selettive.

I genitori dei bimbi del catechismo,

gli sposi stralunati che bussano alla

porta della parrocchia devono essere

accolti senza arroganza ma, nel pieno

spirito Evangelico, nella disarmante

semplicità che allarga le maglie delle

proprie sicurezze ed entra nella logica

del seminatore che non controlla il tipo

di terreno su cui semina.

Esiste anche un settarismo ‘ad extra’,

la voglia di difendersi da un mondo che

sempre meno capisce e tollera la

presenza cristiana.

Dobbiamo impegnarci a fondo per ottenere

quell’alchimia che da una parte connoti

un’identità, quella cristiana, che ha diritto

di cittadinanza, ma che dall’altro non

diventi contrapposizione.

Uno sguardo ottimista sulla realtà e sul

cammino dell’uomo, sguardo del Nazareno,

ci permette di riconoscere e valorizzare i

tanti semi di bene e di luce che lo Spirito

semina nel cuore dei non credenti.

Non accogliere i semi che Dio sparge

anche nel cuore di chi non sa o non dice

di credere, dice il Signore, è uno scandalo

gravissimo, il peggiore, meglio sarebbe

buttarsi a mare con una pietra da

macina al collo.

La divisione fra i cristiani resta uno

scandalo gravissimo, che ostacolano

coloro che desiderano avvicinarsi al Signore.

Iniziamo l’anno pastorale in questa

certezza; siamo lo spazio pubblicitario

di Dio per il mondo, chiamati a vivere

rapporti al nostro interno da ‘salvati’ e a

far diventare le nostre piccole e acciaccate

comunità città sul monte, segno di speranza

per i cercatori di verità.

Un invito che rivolgo a me e a voi,

a qualunque esperienza ecclesiale

apparteniate, a vivere con leggerezza

Evangelica; è Dio che converte

e salva il mondo.

Noi, al più, cerchiamo di non ostacolarlo,

come stanno facendo certi uomini

di Chiesa; Santa Domenica, amici, Fausto.