Della 18° Domenica del Tempo Ordinario.
Trasfigurazione del
Signore Gesù rivela ai tre
discepoli diletti
il Corpo del Vero Uomo.
Prima Lettura
La sua veste era
candida come la neve.
Dal libro del profeta
Danièle (7,9-10.13-14)
Io continuavo a
guardare, quand'ecco furono
collocati troni e un
vegliardo si assise.
La sua veste era
candida come la neve
e i capelli del suo
capo erano candidi
come la lana; il suo
trono era come vampe
di fuoco con le ruote
come fuoco ardente.
Un fiume di fuoco
scorreva e usciva
dinanzi a lui, mille
migliaia lo servivano
e diecimila miriadi lo
assistevano.
La corte sedette e i
libri furono aperti.
Guardando ancora nelle
visioni notturne,
ecco venire con le
nubi del cielo uno
simile a un figlio
d'uomo; giunse fino
al vegliardo e fu
presentato a lui.
Gli furono dati
potere, gloria e regno; tutti
i popoli, nazioni e
lingue lo servivano: il
suo potere è un potere
eterno, che non finirà
mai, e il suo regno
non sarà mai distrutto.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale dal
Sal 96 (97)
Ripetiamo. Il
Signore regna, il Dio di tutta la terra.
Il Signore regna:
esulti la terra,
gioiscano le isole
tutte.
Nubi e tenebre lo
avvolgono, giustizia
e diritto sostengono
il suo trono. R.
I monti fondono come
cera davanti al
Signore, davanti al
Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la
sua giustizia,
e tutti i popoli
vedono la sua gloria. R.
Perché tu, Signore,
sei l'Altissimo su
tutta la terra,
eccelso su tutti gli
dèi. R.
Seconda Lettura
Questa voce noi
l'abbiamo udita discendere dal cielo.
Dalla seconda lettera
di san Pietro apostolo (1,16-19)
Carissimi, vi abbiamo
fatto conoscere la
potenza e la venuta
del Signore nostro
Gesù Cristo, non perché
siamo andati
dietro a favole
artificiosamente inventate,
ma perché siamo stati
testimoni oculari
della sua grandezza.
Egli infatti ricevette
onore e gloria da
Dio Padre, quando
giunse a lui questa
voce dalla maestosa
gloria: «Questi è
il Figlio mio,
l'amato, nel quale ho
posto il mio
compiacimento».
Questa voce noi
l'abbiamo udita
discendere dal cielo
mentre eravamo
con lui sul santo
monte.
E abbiamo anche,
solidissima, la parola
dei profeti, alla
quale fate bene a volgere
l'attenzione come a
lampada che brilla
in un luogo oscuro,
finché non spunti il
giorno e non sorga nei
vostri cuori la
stella del mattino.
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Questi è il Figlio
mio, l'amato: in lui ho
posto il mio
compiacimento.
Ascoltatelo. (Mt
17,5c)
Alleluia, Alleluia.
Vangelo
Il suo volto brillò
come il sole.
Dal Vangelo secondo
Matteo (17,1-9) anno A.
In quel tempo, Gesù
prese con sé Pietro,
Giacomo e Giovanni suo
fratello e li
condusse in disparte,
su un alto monte.
E fu trasfigurato
davanti a loro: il suo
volto brillò come il
sole e le sue vesti
divennero candide come
la luce.
Ed ecco apparvero loro
Mosè ed Elia,
che conversavano con
lui.
Prendendo la parola,
Pietro disse a Gesù:
«Signore, è bello per
noi essere qui!
Se vuoi, farò qui tre
capanne, una per
te, una per Mosè e una
per Elia».
Egli stava ancora
parlando, quando una
nube luminosa li coprì
con la sua ombra.
Ed ecco una voce dalla
nube che diceva:
«Questi è il Figlio
mio, l'amato: in lui ho
posto il mio
compiacimento. Ascoltatelo».
All'udire ciò, i
discepoli caddero con la
faccia a terra e
furono presi da grande timore.
Ma Gesù si avvicinò,
li toccò e disse:
«Alzatevi e non
temete».
Alzando gli occhi non
videro nessuno,
se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal
monte, Gesù
ordinò loro: «Non
parlate a nessuno di
questa visione, prima
che il Figlio
dell'uomo non sia
risorto dai morti».
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
Pietro e gli altri sono
esterrefatti da quanto
Accade; Gesù maestro, profeta
affascinante,
si rivela per quello che è; ed è
un’esperienza travolgente,
di bellezza sconfinata.
Quanto dobbiamo recuperare questa
dimensione della bellezza nella
nostra
vita cristiana!
Gli apostoli, inaspettatamente,
si ritrovano
a contemplare Gesù di Nazareth
che si
rivela loro nella sua forma più
autentica
di Figlio di Dio.
Sembra quasi un’anticipazione
della
Resurrezione che, forse, nell’intento
del Signore, serviva a dare agli
ignari
apostoli quel pò di coraggio
necessario per
affrontare il grande scandalo
della croce.
Alla fine della trasfigurazione
gli apostoli
non vedono che ‘Gesù solo’.
Certo; il momento in cui
raggiungiamo
attraverso la preghiera e la
contemplazione
il volto di Gesù Risorto, vivo
qui e adesso,
e ci troviamo davvero scossi e
scombussolati
da una tale manifestazione, non
vediamo
che Gesù solo.
Solo Lui nelle nostre scelte, nei
nostri
fratelli, nelle nostre giornate.
Più volte lo abbiamo detto e
ancora lo
Ripetiamo; la fede non è semplice
adesione
intellettuale, è coinvolgimento
radicale,
esperienza misteriosa di questo
Dio che
è altro da noi (non sentimento,
non
impressione, non scelta ma
manifestazione).
Di questa esperienza i cristiani
parlano,
a questa esperienza vogliono
condurre
nel misterioso intreccio delle
libertà (mia
e di Dio) ogni fratello che si
lascia
avvicinare dal Vangelo.
Nessuna apparizione, per carità
(Dio vi
preservi dalle apparizioni!) ma
la
semplice possibilità di fare
esperienza
interiore tangibile ed
inequivocabile
della bellezza di Dio; come
stanno facendo
i giovani in Portogallo con il
Santo Padre
alla GMG.
Pietro Giacomo e Giovanni, da ora
in
avanti, avranno sempre e per
sempre
impresso quel volto trasfigurato,
quel
Dio ora chiaramente leggibile
nella
natura più profonda.
È questa forte esperienza che
manca,
spesse volte alla nostra tiepida
fede.
Perciò molti vivono la fede come
scelta
necessaria, doverosa, utile anche
se
immensamente noiosa.
Senza Tabor, il cristianesimo
manca della
sua dimensione essenziale; la
bellezza di Dio.
Sapete perché sono un accolito,
amici?
Perché non ho trovato nulla di
più bello di Cristo.
Dovremo forse ricuperare questo
aspetto nella
nostra vita cristiana, ripartire
dalla bellezza.
Le nostre periferie sono orrende,
orrende
le città, orribili le
finte-vacanze che ci
vengono proposte in mezzo a finti
paesaggi immacolati.
Orribile il linguaggio e le
persone che ci
raggiungono dal mondo della
politica
e dello spettacolo.
Abbiamo urgente bisogno di
bellezza, della
bellezza di Dio che è verità e
bene e bontà.
Non è forse questa la fragilità
della nostra
fede contemporanea?
Non è forse questa la ragione di
tanta
tiepidezza delle nostre comunità?
Non abbiamo forse smarrito la
bellezza
nel raccontare la fede?
Nel celebrare il Risorto?
È noioso credere.
È giusto-certo-ma immensamente
noioso.
Il Vangelo di oggi ci dice, al
contrario,
che credere può essere splendido.
Varrebbe la pena di ricuperare il
senso
dello stupore e della bellezza, l’ascolto
dell’interiorità che ci porta in
alto,
come stanno facendo in questo
momento
i giovani con il Papa, simbolicamente
sul
monte, a fissare lo sguardo su
Cristo.
Facciamo delle nostre messe dei
luoghi
di bellezza; il silenzio, il
canto, la fede,
il luogo in cui preghiamo, può
riportare un
briciolo di bellezza nella nostra
quotidianità.
Ma questa inaudita e
straordinaria
esperienza, ci ammonisce Paolo
scrivendo a Timoteo, non è merito
nostro o nostra conquista; è dono
totale
e gratuito di Dio che ci ‘dona
ogni cosa’
nel suo figlio Gesù.
Fidiamoci, partendo, come Abramo
che
segue l’invito di un Dio di cui
non sa nulla.
Partire significa credere in questo
Dio di
cui mi fido e che mi invita a
compiere
gesti che a volte non capisco in
profondità,
rinunciando ai miei progetti per
accogliere
il suo Progetto.
È il salto della fede, il fidarsi
ciecamente
di qualcuno su cui ho scommesso
tutto.
Abramo non capisce, stenta,
tentenna, obbietta.
Ma si fida.
E questo fidarsi, dura prova
nella sua vita,
lo fa morire ai suoi progetti per
diventare,
secondo la promessa, padre di una
moltitudine;
i credenti, appunto, che, dopo di
lui, rifanno
questo percorso di fiducia per
arrivare
fino a Dio.
Tabor, quindi, come meta della
nostro cammino.
Per non vedere che ‘Gesù solo’
occorre fidarsi
come Abramo, rinunciando al
proprio
egoismo, salire (faticosamente!)
dietro al
Maestro per riconoscerlo come
Messia.
Questa mortificazione-vivificazione
ha in
gioco la presenza stessa di Dio!
Ripartiamo dalla bellezza, amici.
L’Eucarestia diventa
forza e modello
del nostro agire.
Anche noi, come Cristo,
possiamo
Essere trasfigurati!
Certo, amici,
facciamoci trasfigurare per
abbracciare il Cristo,
vera fonte di Luce,
buona Domenica della Trasfigurazione,
Fausto.