Feria propria del 9 Gennaio dopo l’Epifania.
San Marcellino di Ancona, vescovo.
Prima Lettura.
Se ci amiamo gli uni gli altri,
Dio rimane in noi.
Dalla prima lettera di san
Giovanni apostolo (4,11-18)
Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche
noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.
Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo
gli uni gli altri, Dio rimane in noi e
l'amore di lui è perfetto in noi.
In questo si conosce che noi rimaniamo
in lui ed egli in noi: egli ci ha donato
il suo Spirito.
E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo
che il Padre ha mandato il suo Figlio
come salvatore del mondo.
Chiunque confessa che Gesù è il Figlio
di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio.
E noi abbiamo conosciuto e creduto
l'amore che Dio ha in noi. Dio è amore;
chi rimane nell'amore rimane in Dio
e Dio rimane in lui.
In questo l'amore ha raggiunto tra noi la
sua perfezione: che abbiamo fiducia nel
giorno del giudizio, perché come è lui,
così siamo anche noi, in questo mondo.
Nell'amore non c'è timore, al contrario
l'amore perfetto scaccia il timore, perché
il timore suppone un castigo e chi teme
non è perfetto nell'amore.
Parola di Dio.
Vangelo.
Videro Gesù camminare sul mare.
Dal Vangelo secondo
Marco (6,45-52) anno dispari.
[Dopo che i cinquemila uomini furono
saziati], Gesù subito costrinse i suoi
discepoli a salire sulla barca e a
precederlo sull'altra riva, a Betsàida,
finché non avesse congedato la folla.
Quando li ebbe congedati, andò sul
monte a pregare.
Venuta la sera, la barca era in mezzo
al mare ed egli, da solo, a terra.
Vedendoli però affaticati nel remare,
perché avevano il vento contrario, sul
finire della notte egli andò verso di loro
camminando sul mare, e voleva oltrepassarli.
Essi, vedendolo camminare sul mare,
pensarono: «È un fantasma!», e si misero
a gridare, perché tutti lo avevano visto
e ne erano rimasti sconvolti.
Ma egli subito parlò loro e disse: «Coraggio,
sono io, non abbiate paura!».
E salì sulla barca con loro e il vento cessò.
E dentro di sé erano fortemente meravigliati,
perché non avevano compreso il fatto dei
pani: il loro cuore era indurito.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Non
capire la logica del dono, la nuova
visione
di Dio che Gesù è venuto a portare,
che
ci obbliga a passare dall’idea di un
Dio
‘pappa fatta’ che ci toglie dai guai,
alla
visione di un Dio adulto che ci tratta
da
adulti e ci chiede collaborazione,
rischia
di sprofondare Gesù in una
intollerabile
evanescenza.
Gesù
diventa allora un ‘fantasma’ e le
onde
delle tempeste che, inevitabilmente,
periodicamente
sconquassano la barca
della
nostra vita, ci danno l’impressione
di
non farcela.
Marco,
nel Vangelo, collega la mancanza
di
fiducia degli apostoli esplicitamente
all’incomprensione
della logica della
moltiplicazione
dei pani.
Se
viviamo chiusi in noi stessi, senza
dono,
senza generosità, difficilmente
riusciremo
ad entrare nella logica di
Dio
che tutto dona, che tutto si dona.
È
come se Gesù dicesse; nella tempesta,
in
piena difficoltà, se vuoi attraversare
il
mare non hai che una possibilità,
aumenta
il dono di te stesso.
Quello
di oggi è un Vangelo esigente,
amici,
come sempre, ma che ci propone
di
donare tutto ciò che siamo in maniera
intelligente
ed equilibrata, lasciando fare
il
resto al Signore che amiamo e di cui
ci
fidiamo ed alla preghiera, sapendo
bene
in chi abbiamo posto la nostra
speranza,
come direbbe il nostro
grande
san Paolo.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato
il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta
la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
rimetti a noi i nostri debiti come anche
noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e
benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per
noi peccatori, adesso e nell'ora della
nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e
allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e
sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.