sabato 17 gennaio 2015

Il Vangelo di Domenica 18 Gennaio 2015

Il Vangelo della 2° Domenica del Tempo Ordinario 
1° Lettura dal 1° libro di Samuele (3,3b-10,19). 
2° Lettura dalla 1° lettera di S. Paolo
apostoli ai Corinzi (6,13c-15a.17-20). 
Dal Vangelo secondo Giovanni (1,35-42) anno B.
In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi
discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che
passava, disse: “Ecco l’agnello di Dio!”.
E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così,
seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo
seguivano, disse loro: “Che cosa cercate?”.
Gli risposero: “Rabbì-che, tradotto, significa
maestro-, dove dimori?”.
Disse loro: “Venite e vedrete”.
Andarono dunque e videro dove egli dimorava
e quel giorno rimasero con lui; erano circa le
quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano seguito, era Andrea,
fratello di Simon Pietro.
Egli incontrò per primo suo fratello Simone
e gli disse: “Abbiamo trovato il Messia”-che si
traduce Cristo- e lo condusse da Gesù.
Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: “Tu sei
Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato
Cefa”-che significa Pietro. 
Parola del Signore.
Tante volte molti cristiani parlano di salvezza
della propria anima, dimenticando che Dio ci
ha donato, oltre che un’anima, anche un corpo.
Per questo motivo, esso va custodito e tenuto
lontano da ogni fermento di peccato, in quanto
un giorno godrà della stessa beatitudine dell’anima.
Il peccato che bisogna assolutamente evitare è
proprio l’impudicizia e la formicazione.
Con questi termini, vengono indicati tutti quegli
atteggiamenti che fanno del corpo un oggetto
di piacere; quanti sono questi peccati?
La cultura in cui viviamo ce lo ha insegnato fin
troppo bene; per questo motivo, dobbiamo vivere
un atteggiamento di rottura nei confronti della
mentalità comune, si tratta infatti di coltivare
la purezza interiore, oltre che quella esteriore.
Per non creare dei malintesi.
Un incontro apparentemente normale e senza
niente di straordinario, in realtà, cambia la vita
di alcuni uomini in maniera così radicale, che
essi, da quel giorno non saranno più gli stessi,
sia in positivo che in negativo.
Ma se incontriamo Gesù, ad alcuni di noi può
cambiare persino il nome.
Questo gesto, apparentemente privo di
importanza, ha, invece, un significato
profondissimo; nel nome di una persona, infatti,
vi era racchiuso il suo destino e il significato
della sua stessa vita.
Simone, dunque, non è più tale, ma diventa
Pietro; Gesù gli dona una missione nuova ed
una funzione di capitale importanza.
Noi ci ricordiamo i momenti più belli ed
importanti della nostra esperienza con Gesù?
Sappiamo dire persino il giorno e l’ora in cui
abbiamo sperimentato il suo amore?
Spero proprio di si, perché vuol dire che veramente
lo abbiamo incontrato, altrimenti, andiamo subito
alla ricerca di questi momenti intimi con Lui,
attraverso la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.