venerdì 31 agosto 2018

Il Vangelo del Sabato 1 Settembre 2018


Della 21° settimana del Tempo Ordinario.
1° Lettura dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (1,26-31)
Dal Vangelo secondo Matteo (25,14-30) anno pari.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come
a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò
loro i suoi beni.
A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le
capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne
guadagnò altri cinque.
Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due.
Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca
nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque,
dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati
altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele–gli disse il suo padrone–, sei
stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia
del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi
hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo
buono e fedele–gli disse il suo padrone–, sei stato fedele nel poco, ti darò
potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse:
“Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e
raccogli dove non hai sparso.
Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra:
ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove
non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il
mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse.
Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti.
Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha,
verrà tolto anche quello che ha.
E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Il servo è inutile, secondo le parole di questo brano, soprattutto perché si
comporta da pigro.
Egli, in altri termini, non ha capito che a Dio non interessa tanto il risultato
del suo trafficare, quanto il suo darsi da fare.
Questo dovrebbero capire tanti cristiani; molti, infatti, non cominciano
nemmeno a impegnarsi per la loro e altrui santificazione perçhé la considerano
un’opera troppo difficile e complicata.
Perciò vi rinunciano ancora prima di cominciare.
Essi non hanno capito che è Dio a fare il lavoro più difficile; Egli agisce in
profondità dentro di noi attraverso gli eventi lieti e dolorosi della vita, ma per
far questo aspetta il nostro sì generoso. Dunque, finché non abbiamo capito ciò,
possiamo anche fare tante cose per Lui, ma resteremo inesorabilmente
pigri davanti a Dio.
Perciò, diamoci da fare, diamo il nostro sì al Signore, qualsiasi cosa accada,
facendoci aiutare dalla preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Buona giornata, Fausto.