giovedì 22 aprile 2021

Il Vangelo del Venerdì 23 Aprile 2021

 

Della 3° settimana del Tempo di Pasqua.

Prima lettura.

Egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni.

Dagli Atti degli Apostoli (9,1-20)

In quei giorni, Sàulo, spirando ancora minacce e stragi contro i discepoli del Signore,

si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damàsco, al

fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme tutti quelli che avesse

trovato, uomini e donne, appartenenti a questa Via.

E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damàsco,

all'improvviso lo avvolse una luce dal cielo e, cadendo a terra, udì una voce

che gli diceva: «Sàulo, Sàulo, perché mi perséguiti?».

Rispose: «Chi sei, o Signore?».

Ed egli: «Io sono Gesù, che tu perséguiti!

Ma tu àlzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare».

Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo

la voce, ma non vedendo nessuno.

Sàulo allora si alzò da terra, ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla.

Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damàsco.

Per tre giorni rimase cieco e non prese né cibo né bevanda.

C'era a Damàsco un discepolo di nome Ananìa. Il Signore in una visione

gli disse: «Ananìa!».

Rispose: «Eccomi, Signore!».

E il Signore a lui: «Su, va' nella strada chiamata Diritta e cerca nella casa di Giuda

un tale che ha nome Sàulo, di Tarso; ecco, sta pregando, e ha visto in visione un

uomo, di nome Ananìa, venire a imporgli le mani perché recuperasse la vista».

Rispose Ananìa: «Signore, riguardo a quest'uomo ho udito da molti quanto male

ha fatto ai tuoi fedeli a Gerusalemme.

Inoltre, qui egli ha l'autorizzazione dei capi dei sacerdoti di arrestare tutti quelli

che invocano il tuo nome».

Ma il Signore gli disse: «Va', perché egli è lo strumento che ho scelto per me,

affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli d'Israele; e io gli

mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome».

Allora Ananìa andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: «Sàulo, fratello,

mi ha mandato a te il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada che percorrevi,

perché tu riacquisti la vista e sia colmato di Spirito Santo».

E subito gli caddero dagli occhi come delle squame e recuperò la vista.

Si alzò e venne battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono.

Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damàsco, e subito

nelle sinagoghe annunciava che Gesù è il Figlio di Dio

Parola di Dio.

Vangelo

La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.

Dal Vangelo secondo Giovanni (6,52-59) anno dispari.

In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può

costui darci la sua carne da mangiare?».

Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del

Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita.

Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò

nell'ultimo giorno.

Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.

Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui.

Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche

colui che mangia me vivrà per me.

Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono

i padri e morirono.

Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Nutrirsi di Cristo, accedere a Lui, partecipare alla sua vita divina ci spalanca alla

vita eterna che, come dicevamo nei giorni scorsi, è già iniziata per ciascuno di noi.

La vita che viviamo nella carne diventa, allora, il modo di scoprire la vita vera,

la vita altra, quella nascosta nell’intima profondità dell'anima.

Il discorso del pane di vita alla sinagoga di Cafarnao giunge al suo culmine; Gesù

desidera darsi in “pasto” ai suoi discepoli.

E lo ha fatto veramente, in quella cena che segnò l’inizio della Passione.

Noi crediamo che, rifacendo quei gesti, in obbedienza al comando del Signore

del “fate questo in memoria” di me, il Signore si è reso presente e noi possiamo

accedere alla sua vita intima.

Chi ne fa esperienza ancora più intimamente, come il sottoscritto, essendo

Accolito e Ministro della Comunione lo sa; un’Eucarestia vissuta con fede,

con attenzione, con intensità ci spalanca alla Comunione con Cristo.

Gesù risorto si rende presente, ormai, attraverso dei segni in cui sono il nostro

cuore e la nostra fede ad essere protagonisti.

Che questo tempo pasquale faccia rifiorire in noi la gioia di poterci nutrire di

Cristo nel cammino della comunità che si incontra per la cena del Signore,

ogni Domenica, facendoci aiutare dalla preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.