mercoledì 5 settembre 2018

Il Vangelo del Giovedì 6 Settembre 2018


Della 22° settimana del Tempo Ordinario.
1° Lettura dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (3,18-23)
Dal Vangelo secondo Luca (5,1-11) anno pari.
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola
di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate
alla sponda.
I pescatori erano scesi e lavavano le reti.
Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra.
Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le
vostre reti per la pesca».
Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo
preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti».
Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi
si rompevano.
Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli.
Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo:
«Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore».
Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca
che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano
soci di Simone.
Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
A quale peccato si riferisce Pietro di fronte a Gesù?
In realtà, non si tratta tanto di un peccato specifico, quanto della consapevolezza
che, di fronte alla santità di Dio che si manifesta in Gesù, siamo tutti
peccatori e imperfetti.
Questa è la prima grande lezione che il futuro principe degli apostoli sperimenta
davanti al Signore. Nel proprio rapporto con Gesù, partire dalla consapevolezza
del proprio niente e del proprio peccato ci aiuta a essere umili; se ciò non avviene,
siamo vittima della tentazione di sentirci bravi e buoni; di credere di possedere
qualche caratteristica particolare che attira lo sguardo di Dio.
Ciò è deleterio per la vita spirituale perché ci rende fondamentalmente
superbi e presuntuosi.
Dio ama invelarsi a chi sa di essere peccatore e solo attraverso di Lui compie
grandi opere.
Succede spesso anche a noi, ma per non cadere nella tentazione aiutiamoci
con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Buona giornata, Fausto.