Martedì della Settimana Santa.
Chi tra di noi non ha
le sembianze di Giuda?
Chi tra di noi non ha
mai rinnegato,
non ha mai dimenticato,
non ha mai
abbandonato, non ha mai
rimosso le
sue alleanze e i suoi
impegni?
Chi avrebbe il coraggio
di dire che è
stato fedele ogni
giorno nelle azioni
e nei pensieri alla
parola data e
all’amore promesso?
Chi vive di Vangelo
nell’intenzione
e in verità?
Chi è integro nel cuore
e nello sguardo?
Chi è servo a immagine
del Maestro?
Chi mangia e beve
degnamente il corpo
e il sangue del
Signore? Chi?
Signore della nostra
fede, i nostri
tradimenti sono
numerosi ma il nostro
amore è altrettanto
grande!
Sant'Isidoro di
Siviglia, Vescovo
e Dottore della
Chiesa
Prima Lettura
Io ti renderò luce
delle nazioni, perché porti
la mia salvezza
fino all'estremità della terra.
(Secondo canto del
Servo del Signore)
Dal libro del profeta
Isaìa (49,1-6)
Ascoltatemi, o isole, udite
attentamente,
nazioni lontane; il
Signore dal seno materno
mi ha chiamato, fino dal grembo di mia
madre ha pronunciato
il mio nome.
Ha reso la mia bocca
come spada affilata,
mi ha nascosto
all'ombra della sua mano,
mi ha reso freccia
appuntita, mi ha riposto
nella sua farètra.
Mi ha detto: «Mio
servo tu sei, Israele,
sul quale manifesterò
la mia gloria».
Io ho risposto:
«Invano ho faticato, per
nulla e invano ho
consumato le mie forze.
Ma, certo, il mio
diritto è presso il Signore,
la mia ricompensa
presso il mio Dio».
Ora ha parlato il
Signore, che mi ha
plasmato suo servo dal
seno materno
per ricondurre a lui
Giacobbe e a lui
riunire Israele-poiché
ero stato onorato
dal Signore e Dio era
stato la mia forza-,
e ha detto: «È troppo
poco che tu sia mio
servo per restaurare
le tribù di Giacobbe
e ricondurre i
superstiti d'Israele.
Io ti renderò luce
delle nazioni, perché porti
la mia salvezza fino
all'estremità della terra».
Parola di Dio.
Vangelo
Uno di voi mi
tradirà. Non canterà il gallo,
prima che tu non
m'abbia rinnegato tre volte.
Dal Vangelo secondo
Giovanni (13,21-33.36-38) anno dispari.
In quel tempo, [mentre
era a mensa con
i suoi discepoli,]
Gesù fu profondamente
turbato e dichiarò:
«In verità, in verità io
vi dico: uno di voi mi
tradirà».
I discepoli si
guardavano l'un l'altro, non
sapendo bene di chi
parlasse.
Ora uno dei discepoli,
quello che Gesù
amava, si trovava a
tavola al fianco di Gesù.
Simon Pietro gli fece
cenno di informarsi
chi fosse quello di
cui parlava.
Ed egli, chinandosi
sul petto di Gesù, gli
disse: «Signore, chi
è?».
Rispose Gesù: «È colui
per il quale
intingerò il boccone e
glielo darò».
E, intinto il boccone,
lo prese e lo diede
a Giuda, figlio di
Simone Iscariòta.
Allora, dopo il
boccone, Satana entrò in lui.
Gli disse dunque Gesù:
«Quello che vuoi
fare, fallo presto».
Nessuno dei commensali
capì perché gli
avesse detto questo;
alcuni infatti pensavano
che, poiché Giuda
teneva la cassa, Gesù
gli avesse detto:
«Compra quello che ci
occorre per la festa»,
oppure che dovesse
dare qualche cosa ai
poveri.
Egli, preso il
boccone, subito uscì.
Ed era notte.
Quando fu uscito, Gesù
disse: «Ora il
Figlio dell'uomo è
stato glorificato,
e Dio è stato
glorificato in lui.
Se Dio è stato
glorificato in lui, anche
Dio lo glorificherà da
parte sua e lo
glorificherà subito.
Figlioli, ancora per
poco sono con voi;
voi mi cercherete ma,
come ho detto ai
Giudei, ora lo dico
anche a voi: dove
vado io, voi non
potete venire».
Simon Pietro gli
disse: «Signore, dove vai?».
Gli rispose Gesù:
«Dove io vado, tu per ora
non puoi seguirmi; mi
seguirai più tardi».
Pietro disse:
«Signore, perché non
posso seguirti ora?
Darò la mia vita per
te!».
Rispose Gesù: «Darai
la tua vita per me?
In verità, in verità
io ti dico: non canterà
il gallo, prima che tu
non m'abbia
rinnegato tre volte».
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
Il Vangelo di Giovanni continua
con la
descrizione dei giorni che
preparano la
Passione del Signore.
La pagina di oggi descrive uno
dei momenti
della vita di Cristo che possiamo
definire
tra i più tenebrosi.
Non si tratta della sua
sofferenza, della sua
tortura e neppure della sua
morte.
Si tratta di qualche cosa di
diverso, che
pure è stato per Lui come morte e
tortura,
cioè, di un breve dialogo che
Gesù ebbe
con Giuda e con Pietro per dire a
tutti e
due ciò che egli sapeva di
doversi
aspettare da loro.
La sera dell’ultima Cena-dice
Giovanni-Gesù
si commosse profondamente e
dichiarò:
«In verità vi dico, uno di voi mi
tradirà».
Giovanni continua, narrando che
Giuda
si volge a Gesù chiedendo: «Sono
forse io?»;
Gesù glielo conferma e gli dice:
«Quello
che devi fare, fallo al più
presto».
Sicuramente costò molto una frase
come
questa detta da Gesù a uno dei
dodici
uomini che aveva scelto con tanta
fiducia
e con tanto amore.
Uscito Giuda nella notte, la
serata continua.
Poco dopo Gesù annuncia che Egli
se ne
andrà, e dove egli va i discepoli
non
possono seguirlo.
Allora Pietro protesta e dice che
lo seguirà
dovunque, anche a costo della
vita.
Ma Gesù risponde: «In verità,
Pietro, ti dico;
non canterà il gallo prima che tu
mi abbia
tradito tre volte».
Anche queste parole costarono molto
al
cuore di Cristo, più di quelle
dette a Giuda,
perché Pietro era il discepolo
fedele.
Gesù sapeva che Pietro lo amava,
ma sapeva
di Pietro ciò che Pietro stesso
ancora non
sapeva, che non basta amare Dio
con la
forza dei propri sentimenti,
bisogna
imparare ad amarlo con la forza
di una
fede audace e coraggiosa, con la
fortezza
disposta alla testimonianza del
martirio.
Questa fu dunque una notte di
tenebre per
il Signore; potremmo dire una
notte che
assomiglia molto alla notte nella
quale
noi stessi stiamo vivendo.
Neppure oggi mancano coloro che
tradiscono
il Cristo e lo rinnegano per
paura; eppure se
la nostra riflessione si fermasse
qui,
dovremmo dire che è soltanto una
riflessione pessimistica e
triste.
Saremmo ingiusti a dire che il
tempo in
cui viviamo è semplicemente la
notte
dei traditori e dei rinnegati.
Non possiamo dimenticare che in
quella
stessa notte, in realtà, Gesù
cominciò la
sua splendida glorificazione del
Padre,
avviandosi a salire il suo
Calvario.
Non possiamo dimenticare che
quella notte
fu l’inizio di una nuova era di
redenzione.
C’erano dunque, e ci sono, i
traditori e gli
infedeli, e tuttavia nella
medesima notte
del mondo il Verbo di Dio già
consumava
il suo sacrificio e ci salvava.
In questi termini, il discorso si
volge in
discorso di profonda e
invincibile speranza.
In realtà, anche nella nostra
notte, la
Passione di Cristo è
glorificazione,
il patibolo di Cristo è via di
salvezza.
Se la notte è il Signore che, col
suo grande
amore, dona la vita in mezzo alle
torture
e ai dolori, allora c’è salvezza.
È molto importante ricordare
questa verità
con fede viva, proprio perché
saremmo
portati, nel buio in cui viviamo,
a vedere
soprattutto ciò che è morte e
rovina.
Ci sono anche troppi cristiani
tristi e
scoraggiati, che si lasciano
dominare
dall’idea che questo è il tempo
di Giuda
che tradisce e di Pietro che
rinnega.
Invece, da quando Cristo è morto
sulla
Croce, ogni notte degli uomini
rimane
notte in cui Cristo sale sul suo
trono di
gloria perché continua a
sacrificarsi
e a salvarci.
Ogni periodo di tenebre è tempo
di salvezza.
Dio ha vinto il mondo e la morte,
che,
anche se sono forti, sono stati
vinti da
uno più forte di loro.
Questa è fede, non è l’evidenza
di tutti
i giorni; ma noi sappiamo bene
che la
certezza della fede è, nel suo
genere, la
più grande e sicura, perché
questi nodi
così duri e inestricabili dei
fatti, dentro
i quali noi siamo come presi e
strangolati,
questi nodi che da soli non
possiamo
sciogliere, li possono sciogliere
le mani
dell’Eterno Padre; nelle sue mani
non
c’è nodo che non possa essere
sciolto.
Ed è proprio guardando nel Cristo
e nella
sua Passione generosa, che l’Eterno
Padre
si induce una volta di più a
sciogliere i
nodi della nostra storia umana, a
salvarci,
in una parola.
Siano nodi di odio, o di
menzogna, o di
tradimento, o di errore, o di
egoismo, o di
ingiustizia, di tragicità, tutto
ciò in una
parola che ogni giorno ci passa
sotto gli
occhi e nel cuore, le mani di Dio
non
esitano a scioglierli per amore
del suo
Figlio, a patto che noi abbiamo
molta fede.
Dobbiamo dunque
scegliere, nella notte in
cui viviamo, se
guardare chi tradisce e
rinnega, o guardare il
Cristo che ci salva.
La nostra scelta è
scelta di fede, alimenta
la speranza, sprona l’amore,
ci aiuta
a creare il futuro.
Io amici, scelgo di
guardare a Cristo che
mi Salva, attraverso la
fede e la speranza.