martedì 30 gennaio 2024

Il Vangelo del Mercoledì 31 Gennaio 2024

 

Della 4° settimana del Tempo Ordinario.

San Giovanni Bosco, sacerdote.

Prima lettura.

Io ho peccato facendo il censimento;

ma queste pecore che hanno fatto?

Dal secondo libro di Samuèle (24, 2.9-17)

In quei giorni, il re Davide disse a Ioab,

capo dell’esercito a lui affidato: «Percorri

tutte le tribù d’Israele, da Dan fino a

Bersabea, e fate il censimento del popolo,

perché io conosca il numero della popolazione».

Ioab consegnò al re il totale del censimento

del popolo: c’erano in Israele ottocentomila

uomini abili in grado di maneggiare la

spada; in Giuda cinquecentomila.

Ma dopo che ebbe contato il popolo, il

cuore di Davide gli fece sentire il rimorso

ed egli disse al Signore: «Ho peccato molto

per quanto ho fatto; ti prego, Signore, togli

la colpa del tuo servo, poiché io ho commesso

una grande stoltezza».

Al mattino, quando Davide si alzò, fu rivolta

questa parola del Signore al profeta Gad,

veggente di Davide: «Va’ a riferire a Davide:

Così dice il Signore: “Io ti propongo tre cose:

scegline una e quella ti farò”».

Gad venne dunque a Davide, gli riferì questo

e disse: «Vuoi che vengano sette anni di

carestia nella tua terra o tre mesi di fuga

davanti al nemico che ti insegue o tre giorni

di peste nella tua terra?

Ora rifletti e vedi che cosa io debba riferire

a chi mi ha mandato».

Davide rispose a Gad: «Sono in grande angustia!

Ebbene, cadiamo nelle mani del Signore,

perché la sua misericordia è grande, ma che

io non cada nelle mani degli uomini!».

Così il Signore mandò la peste in Israele,

da quella mattina fino al tempo fissato; da

Dan a Bersabea morirono tra il popolo

settantamila persone.

E quando l’angelo ebbe stesa la mano su

Gerusalemme per devastarla, il Signore

si pentì di quel male e disse all’angelo

devastatore del popolo: «Ora basta!

Ritira la mano!».

L’angelo del Signore si trovava presso

l’aia di Araunà, il Gebuseo.

Davide, vedendo l’angelo che colpiva il

popolo, disse al Signore: «Io ho peccato,

io ho agito male; ma queste pecore che

hanno fatto?

La tua mano venga contro di me e contro

la casa di mio padre!».

Parola di Dio.

Vangelo.

Un profeta non è disprezzato

se non nella sua patria.

Dal Vangelo secondo Marco (6,1-6) anno pari.

In quel tempo, Gesù venne nella sua patria

e i suoi discepoli lo seguirono.

Giunto il sabato, si mise a insegnare

nella sinagoga.

E molti, ascoltando, rimanevano stupiti

e dicevano: «Da dove gli vengono

queste cose?

E che sapienza è quella che gli è stata data?

E i prodigi come quelli compiuti dalle

sue mani?

Non è costui il falegname, il figlio di

Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses,

di Giuda e di Simone?

E le sue sorelle, non stanno qui da noi?».

Ed era per loro motivo di scandalo.

Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è

disprezzato se non nella sua patria, tra i

suoi parenti e in casa sua».

E lì non poteva compiere nessun prodigio,

ma solo impose le mani a pochi malati

e li guarì.

E si meravigliava della loro incredulità.

Gesù percorreva i villaggi d'intorno, insegnando.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Gesù si meraviglia poche volte nel Vangelo.

Come se conoscesse le profondità

dell’essere umano, come se sapesse,

come annota san Giovanni, quello che

passa veramente nel cuore di una persona.

Ma quando si meraviglia ci stupisce

e ci addolora.

Si meraviglia della fede del Centurione,

di un pagano.

Si meraviglia del fatto che dei suoi

concittadini, sapute le cose che ha

fatto in Giudea, cambino idea su di Lui.

Ma nelle sue parole troviamo anche dolore

e rabbia; Gesù si meraviglia della durezza

di cuore di quelli che non volevano che

un poveraccio fosse guarito di Sabato

dalla sua mano inaridita (il loro cuore

era inaridito).

Si stupisce dell’ottusità dei suoi

concittadini che non lo ascoltano

neppure, perché è il figlio di Giuseppe,

il carpentiere.

Che diamine, un pò di rispetto, caro Lei,

per le nostre idee su Dio e sul Messia!

A prescindere non ascoltiamo quelli che,

come il Nazareno, non vantano lauree

e titoli di studio!

Povero Gesù, poveri noi; anche san Paolo

sarà duramente osteggiato prima dai suoi

concittadini e poi, quel che è peggio, dai

suoi fratelli cristiani; non ha il ‘bollino’

di apostolo.

Stupiamo Gesù con la nostra disponibilità,

oggi, amici, riconosciamo i profeti che ci

abitano accanto, con l’aiuto della preghiera!

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.