lunedì 9 marzo 2015

Il Vangelo del Martedì 10 Marzo 2015

1° Lettura dal libro di Daniele (3,25.34-43).
Dal Vangelo secondo Matteo (18,21-35) anno B.
Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore,
quante volte dovrò perdonare al mio fratello,
se pecca contro di me? Fino a sette volte?».
E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette,
ma fino a settanta volte sette.
A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che
volle fare i conti con i suoi servi.
Incominciati i conti, gli fu presentato uno che
gli era debitore di diecimila talenti.
Non avendo però costui il denaro da restituire,
il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie,
con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito.
Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore,
abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa.
Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare
e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come
lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava
e diceva: Paga quel che devi!
Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo:
Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito.
Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in
carcere, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati
e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto.
Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse:
Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito
perché mi hai pregato.
Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno,
così come io ho avuto pietà di te?
E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini,
finché non gli avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi,
se non perdonerete di cuore al vostro fratello».
Parola del Signore.
La preghiera ardente è il simbolo più espressivo della
situazione del popolo di Israele im esilio.
Nel mezzo della sofferenza per una terra e una libertà
ormai lontana, Israele innalza a Dio la sua supplica
e la sua richiesta di perdono, questa preghiera, espressa
dagli israeliti, è l’espressione della contrizione
del popolo ebraico.
Ci siamo accorti quanto grande è il potere della sofferenza?
Essa ci fa prendere coscienza del nostro peccato,
e dispone il nostro cuore alla preghiera vera.
E lo vediamo anche nell’insegnamento di Gesù.
Gesù spinge i suoi ascoltatori a riflettere sull’importanza
del perdono per la vita di ogni credente discepolo di Cristo.
Quando sembra proprio impossibile perdonare le offese
subite, il Signore ci invita a guardare al perdono che noi
stessi, per primi, abbiamo ricevuto da Dio; la cifra detta
da Gesù è volutamente astronomica, per farci
comprendere che se Dio ci ha perdonato un debito
immenso, anche noi possiamo perdonare quei piccoli
o grande debiti che gli altri hanno con noi.
Ed allora, dobbiamo solo, ringraziare con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.