Della 10° settimana del Tempo Ordinario.
Sacratissimo Cuore
di Gesù.
Prima lettura.
Il mio cuore si
commuove dentro di me.
Dal libro del profeta
Osèa (11,1.3-4.8c-9)
Quando Israele era
fanciullo, io l'ho amato e dall'Egitto ho chiamato mio figlio.
A Èfraim io insegnavo
a camminare tenendolo per mano, ma essi non
compresero che avevo
cura di loro.
Io li traevo con
legami di bontà, con vincoli d'amore, ero per loro come chi
solleva un bimbo alla
sua guancia, mi chinavo su di lui per dargli da mangiare.
Il mio cuore si
commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione.
Non darò sfogo
all'ardore della mia ira, non tornerò a distruggere Èfraim, perché
sono Dio e non uomo;
sono il Santo in mezzo a te e non verrò da te nella mia ira.
Parola di Dio.
Seconda Lettura.
Conoscere l'amore
di Cristo che supera ogni conoscenza.
Dalla lettera di san
Paolo apostolo agli Efesìni (3,8-12.14-19)
Fratelli, a me, che
sono l'ultimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia:
annunciare alle genti
le impenetrabili ricchezze di Cristo e illuminare tutti sulla
attuazione del mistero
nascosto da secoli in Dio, creatore dell'universo, affinché,
per mezzo della
Chiesa, sia ora manifestata ai Principati e alle Potenze dei cieli
la multiforme sapienza
di Dio, secondo il progetto eterno che egli ha attuato in
Cristo Gesù nostro
Signore, nel quale abbiamo la libertà di accedere a Dio in
piena fiducia mediante
la fede in lui.
Per questo io piego le
ginocchia davanti al Padre, dal quale ha origine ogni
discendenza in cielo e
sulla terra, perché vi conceda, secondo la ricchezza della
sua gloria, di essere
potentemente rafforzati nell'uomo interiore mediante il suo Spirito.
Che il Cristo abiti
per mezzo della fede nei vostri cuori, e così, radicati e fondati
nella carità, siate in
grado di comprendere con tutti i santi quale sia l'ampiezza,
la lunghezza,
l'altezza e la profondità, e di conoscere l'amore di Cristo che supera
ogni conoscenza,
perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.
Parola di Dio.
Vangelo.
Uno dei soldati gli
colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
Dal Vangelo secondo Giovanni
(19,31-37) anno dispari.
Era il giorno della
Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla
croce durante il
sabato-era infatti un giorno solenne quel sabato-, chiesero a Pilato
che fossero spezzate
loro le gambe e fossero portati via.
Vennero dunque i
soldati e spezzarono le gambe all'uno e all'altro che erano stati
crocifissi insieme con
lui.
Venuti però da Gesù,
vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe,
ma uno dei soldati con
una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
Chi ha visto ne dà
testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero,
perché anche voi
crediate.
Questo infatti avvenne
perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso».
E un altro passo della
Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
Cosa può ancora dirci l’immagine
di un improbabile Gesù con gli occhi chiari e i boccoli
che apre il mantello e lascia
intravvedere un cuore da cui si dipartono dardi luminosi?
Non è solo l’immagine di una
devozione ottocentesca che ci fa venire il diabete all’anima?
Spogliata dalla sua collocazione
storica, la festa del Sacro Cuore di Gesù rivela una grande
verità; al centro della nostra
vita, della fede, del nostro percorso interiore c’è l’amore di Dio.
L’amore è al centro, questo dice
la festa di oggi.
Non la legittima tradizione
storica, non i nostri ragionamenti, non le convenienze,
non fondamenti etici.
Se crediamo in Dio, se abbiamo
visto e creduto nell’amore del Padre, Lui solo ci
spinge a credere e a lottare.
Lottare, sì, perché lasciare che
sia l’amore a dominare la nostra vita (e la fede)
non è affatto scontato.
È una continua conversione, una
scelta, talvolta dolorosa.
Come quella del Maestro e Signore
che mostra la misura del suo bene morendo in croce.
Oggi, allora, lasciamoci
raggiungere dal suo amore che non pone condizioni, che non
pesa, che non ricatta, un amore
libero, come Dio solo, in Gesù, sa proporre, facendoci
aiutare dalla preghiera.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai
nostri debitori, e non
abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli.
Amen.
Buona giornata, Fausto.