Della 5° settimana di Pasqua.
San Giuseppe
Benedetto Cottolengo.
Prima lettura.
Riferirono alla
Chiesa quello che
Dio aveva fatto per
mezzo loro.
Dagli Atti degli
Apostoli (14,19-28)
In quei giorni,
giunsero [a Listra] da
Antiòchia e da Icònio
alcuni Giudei,
i quali persuasero la
folla.
Essi lapidarono Paolo
e lo trascinarono
fuori della città,
credendolo morto.
Allora gli si fecero
attorno i discepoli
ed egli si alzò ed
entrò in città.
Il giorno dopo partì
con Bàrnaba alla
volta di Derbe.
Dopo aver annunciato
il Vangelo a quella
città e aver fatto un
numero considerevole
di discepoli,
ritornarono a Listra, Icònio
e Antiòchia,
confermando i discepoli ed
esortandoli a restare
saldi nella fede
«perché-dicevano-dobbiamo
entrare nel
regno di Dio
attraverso molte tribolazioni».
Designarono quindi per
loro in ogni Chiesa
alcuni anziani e, dopo
avere pregato e
digiunato, li
affidarono al Signore, nel
quale avevano creduto.
Attraversata poi la
Pisìdia, raggiunsero la
Panfìlia e, dopo avere
proclamato la Parola
a Perge, scesero ad
Attàlia; di qui fecero
vela per Antiòchia là
dove erano stati
affidati alla grazia
di Dio per l'opera che
avevano compiuto.
Appena arrivati,
riunirono la Chiesa e
riferirono tutto
quello che Dio aveva
fatto per mezzo loro e
come avesse
aperto ai pagani la
porta della fede.
E si fermarono per non
poco tempo
insieme ai discepoli.
Parola di Dio.
Vangelo.
Vi do la mia pace.
Dal Vangelo secondo
Giovanni (14,27-31a)
anno pari.
In quel tempo, disse
Gesù ai suoi discepoli:
«Vi lascio la pace, vi
do la mia pace.
Non come la dà il
mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il
vostro cuore e non
abbia timore.
Avete udito che vi ho
detto: "Vado e
tornerò da voi".
Se mi amaste, vi
rallegrereste che io
vado al Padre, perché
il Padre è più
grande di me.
Ve l'ho detto ora,
prima che avvenga,
perché, quando
avverrà, voi crediate.
Non parlerò più a
lungo con voi, perché
viene il prìncipe del
mondo; contro di me
non può nulla, ma
bisogna che il mondo
sappia che io amo il
Padre, e come il Padre
mi ha comandato, così
io agisco».
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
Quanto è difficile parlare di
pace oggi!
Ci siamo illusi, nei decenni
scorsi, di
potere immaginare un mondo basato
sulla reciproca tolleranza e sul
rispetto
delle diversità.
Il terzo millennio, invece, ci ha
posti
davanti alla cruda realtà di un
mondo
in perenne lotta, in continua
guerra.
La pace, così tanto agognata,
frutto della
giustizia, come scrive il profeta
Isaia,
resta una chimera.
Anche chi ha alzato forte la voce
per
chiedere la pace, spesso si è
trovato a
farlo con toni combattivi.
Gesù, oggi, ci offre una
soluzione, una
differente chiave di lettura; la
pace è
suo dono ed è diversa da quella
che
propone il mondo.
È suo dono; non solo una
conquista ma
l’accoglienza di una prospettiva
diversa.
Possiamo diventare testimoni di
pace
perché pacificati nel nostro
intimo,
possiamo costruire spazi di
dialogo
perché abbiamo un orizzonte di
riferimento, il sogno di Dio.
La pace, allora, va anzitutto
coltivata in
noi stessi, lasciando che sia la
Parola a
convertirci, mettendo noi a fuoco
i nostri
peccati e chiedendone perdono al Signore.
Con un cuore pacificato
diventeremo
capaci, allora, di accogliere
l’altro nella
sua dimensione più profonda,
attraverso
l’aiuto della preghiera.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato
il tuo nome, venga il
tuo regno, sia fatta
la tua volontà come in
cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
rimetti a noi i nostri
debiti come anche
noi li rimettiamo ai
nostri debitori,
e non abbandonarci
alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e
benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per
noi peccatori, adesso
e nell'ora della
nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e
allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e
sempre, nei secoli dei
secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.