martedì 16 agosto 2016

Il Vangelo del Mercoledì 17 Agosto 2016


1° Lettura dal libro del profeta Ezechièle (34,1-11)

Dal Vangelo secondo Matteo (20,1-16) anno C.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:

«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì

all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna.

Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò

nella sua vigna.

Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano

in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella

vigna; quello che è giusto ve lo darò”.

Ed essi andarono.

Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto.

Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano

 lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza

far niente?”.

Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”.

Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.

Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore:

“Chiama i lavoratori e dà loro la paga, incominciando dagli

ultimi fino ai primi”.

Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero

ciascuno un denaro.

Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero

ricevuto di più.

Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro.

Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo:

“Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati

come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata

e il caldo”.

Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico,

io non ti faccio torto.

Non hai forse concordato con me per un denaro?

Prendi il tuo e vattene.

Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non

posso fare delle mie cose quello che voglio?

Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”.

Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

Parola del Signore.

Riflessione personale sul Vangelo di oggi.

Non ci si deve fare illusioni; i criteri con cui Dio giudica e

distribuisce i suoi benefici sono davvero molto diversi dal

nostro modo di valutare.

Perciò, se da un lato ci sentiamo anche noi disturbati

dall’atteggiamento del padrone che dà con abbondanza

anche a coloro che hanno lavorato davvero poco, dall’altro

dobbiamo ammettere che Dio ha dei modi di comportarsi

davvero differenti dai nostri.

Anche quando sembra che il Signore distorca la giustizia,

in realtà la supera in favore di una mentalità fondata sull’amore.

Gesù narra questa parabola in risposta alle presunte pretese

di Pietra; seguire Gesù non è una questione di merito o di

precedenza, ma di amore e di disponibilità a compiere

il suo volere.

Se tutto questo non c’è, non servono nemmeno anni ed

anni di militanza nel numero dei suoi discepoli.

Perciò, tutto quello che serve per seguire il Signore, è l’amore,

quello vero che riusciamo ad avere attraverso la preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,

venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà,

come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti,

come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre

in tentazione ma liberaci dal male, amen.

Ave o Maria, pena di grazia, il Signore è con te, tu sei benedetta

fra le donne e benedetto il seno del tuo figlio Gesù.

Santa Maria, madre di Dio prega per noi peccatori adesso

e nell’ora della nostra morte, amen.

Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo, com’era nel

principio ora e sempre nei secoli dei secoli, amen.

Buona giornata Fausto.