sabato 5 marzo 2016

Il Vangelo di Domenica 6 Marzo 2016

1° Lettura dal libro di Giosuè (5,9-12)
2° Lettura dalla seconda lettera di san Paolo apostolo
ai Corìnzi (5,17-21)
Dal Vangelo secondo Luca (15,1-3.11-32) anno C.
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i
peccatori per ascoltarlo.
I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie
i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli.
Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte
di patrimonio che mi spetta”.
Ed egli divise tra loro le sue sostanze.
Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le
sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo
patrimonio vivendo in modo dissoluto.
Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una
grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno.
Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di
quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci.
Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano
i porci; ma nessuno gli dava nulla.
Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre
hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!
Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato
verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere
chiamato tuo figlio.
Trattami come uno dei tuoi salariati”.
Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione,
gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.
Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti
a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”.
Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più
bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i
sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo,
mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era
morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”.
E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi.
Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze;
chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo.
Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto
ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”.
Egli si indignò, e non voleva entrare.
Suo padre allora uscì a supplicarlo.
Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e
non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai
mai dato un capretto per far festa con i miei amici.
Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato
le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato
il vitello grasso”.
Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto
ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi,
perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita,
era perduto ed è stato ritrovato”».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Indubbiamente, i criteri con cui Dio giudica sono davvero
molto diversi dai nostri.
Quante possibilità avremmo dato noi al figlio scapestrato?
Ci saremmo fidati di lui ancora una volta?
Eppure, il Padre non si pone nemmeno il problema, per Lui,
l’unica realtà è che prima riteneva di avere un figlio morto,
ed ora quel figlio è ritornato in vita.
Cosa importa tutto il resto?
I calcoli, i giudizi e le colpe non gli interessano.
A questo punto, la cosa più normale che si possa fare è
festeggiare; Dio fa festa tutte le volte che noi lasciamo la
morte ed il peccato, e torniamo da Lui.
Non gli interessa nemmeno sapere se ci fermeremo con
Lui oppure no, o se abbiamo davvero capito lo sbaglio che
abbiamo fatto andandocene lontano da Lui.
Siamo tornati, e questo gli basta.
Non giudichiamolo uno sconsiderato; solo chi ama può
comprendere questo atteggiamento.
Perciò, se facciamo fatica a comprenderlo, vuol dire che
non amiamo abbastanza, ed allora, per amare veramente,
dobbiamo pregare.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata Fausto.