Al freddo e al
gelo.
Carissimi amici, ogni anno, ogni mese, ogni giorno che passa il Signore ci
fa la grazia di percorrere un
tratto di strada.
Anch’io, quast’anno, ho voluto
percorre, metaforicamente, (pensando a tutte
quelle persone che ho incontrato,
quelle persone che mi hanno fatto le loro
confidenze, quelle persone che mi
hanno chiesto aiuto); la strada che porta
a Betlemme e mi sono messo in
cammino verso la grotta, dove il figlio di Dio,
il re del cielo e della terra,
nasce al freddo e al gelo, e lungo il percorso ho
portato con me tante persone e
tanti volti bisognosi di ascolto e di tenerezza;
ho portato un anziano, stanco del
lungo e faticoso cammino della vita, appesantito
dagli anni e dalla vecchiaia, e
con occhi pieni di nostalgia per il tempo passato;
ho portato un uomo, che mi ha
parlato di solitudine, di disoccupazione,
di precarietà, di crisi, di tante
difficoltà da affrontare e di tanti pesi da portare;
ho portato una donna, che mi ha
raccontato i suoi disagi, le incomprensioni,
la fatica di essere sposa e
madre, la preoccupazione per l’avvenire dei figli
e il timore per una malattia non
attesa e pronta a bussare alla porta di casa;
ho portato un giovane che fatica
a trovare la verità e ad essere fedele ad essa,
che parla di amicizia e
fraternità e non riesce a farle crescere, che si lascia
afferrare dal dubbio e dallo scoraggiamento,
che si è messo in cammino
smarrendo spesso la via giusta;
ho portato bambini in cerca di
pace e di serenità, perché non è giusto che
piangano per la scomparsa
improvvisa dei genitori e ora in cammino sulle
tortuose strade di una vita
iniziata in salita;
ho portato due fratelli, con il
papà innamorato, che improvvisamente gli
è venuta a mancare la mamma e la
moglie e, che di questo Natale non
sanno che farsene!
Con nel cuore il ricordo di
questi incontri, delle persone e dei loro volti, dei loro
sofferti racconti e il carico
delle loro domande, mi trovo finalmente, a Betlemme.
Sono afferrato dal grande mistero
della nascita di Gesù, dallo splendore della
stella, dalla tenerezza di Maria
e Giuseppe, dalla grazia che emana l’Emmanuele,
il Dio con noi.
Allo stesso tempo, sono un pò
smarrito davanti alla povertà dell’ambiente,
all’indifferenza della città
lontana, all’incomprensione di chi non ha voluto
accoglierli ed ospitarli.
Anche noi spesso sperimentiamo,
il freddo e il gelo e con qualcuno diciamo
che gli uomini non cambiano,
prima parlano di amore e poi ti uccidono;
il freddo e il gelo di una morte
inaspettata;
il freddo e il gelo dell’abbandono,
del tradimento e della calunnia;
il freddo e il gelo delle
incomprensioni, delle guerre, dell’odio e delle lotte;
il freddo e il gelo degli
anziani, stanchi e malati, o degli uomini soli e curvati
dalle prove della vita, o delle
donne scoraggiate per le tensioni e le
preoccupazioni che si addensano
sulla propria famiglia;
il freddo e il gelo dei giovani
smarriti, fragili e senza futuro, o di bambini che
conoscono prematuramente le
sofferenze e le privazioni della vita.
Anche il piccolo Gesù ha
sperimentato il freddo e il gelo, e la inospitalità di un
ambiente difficile e di persone
chiuse nelle loro presunte ed egoiste sicurezze.
Egli però, c’insegna che le
condizioni della vita, anche le più difficili, non possono
e non devono scoraggiarci,
impressionarci o fermarci.
Egli è nato al freddo e al gelo,
per diventare uno di noi, per camminare con noi,
per invitarci a fidarci di Dio e
di affidarci a Lui; e per ricordarci che solo Dio basta!
Carissimi amici, dinanzi a Gesù Bambino
desidero invocare su tutti voi il dono
della pace, che da Lui nasce.
La pace che ci consentirà di
perdonarci e amarci, di riscaldare i cuori gelidi
e di superare ogni difficoltà.
A te, figlio e figlia, papà, anziano,
uomo, donna, giovane e bambini, amici,
conoscenti, a chi mi ha voluto
bene, ma anche chi mi ha criticato, e a tutti quelli
che ho incontrato lungo il cammino;
Auguri di tanta Pace e serenità, Buon
Natale, Fausto.