lunedì 23 dicembre 2019

Sto partendo amici, mi incammino verso la Grotta di Betlemme, per aspettare il Bambino Gesù che viene al freddo e al gelo.


Al freddo e al gelo.
Carissimi amici, ogni anno, ogni mese, ogni giorno che passa il Signore ci
fa la grazia di percorrere un tratto di strada.
Anch’io, quast’anno, ho voluto percorre, metaforicamente, (pensando a tutte
quelle persone che ho incontrato, quelle persone che mi hanno fatto le loro
confidenze, quelle persone che mi hanno chiesto aiuto); la strada che porta
a Betlemme e mi sono messo in cammino verso la grotta, dove il figlio di Dio,
il re del cielo e della terra, nasce al freddo e al gelo, e lungo il percorso ho
portato con me tante persone e tanti volti bisognosi di ascolto e di tenerezza;
ho portato un anziano, stanco del lungo e faticoso cammino della vita, appesantito
dagli anni e dalla vecchiaia, e con occhi pieni di nostalgia per il tempo passato;
ho portato un uomo, che mi ha parlato di solitudine, di disoccupazione,
di precarietà, di crisi, di tante difficoltà da affrontare e di tanti pesi da portare;
ho portato una donna, che mi ha raccontato i suoi disagi, le incomprensioni,
la fatica di essere sposa e madre, la preoccupazione per l’avvenire dei figli
e il timore per una malattia non attesa e pronta a bussare alla porta di casa;
ho portato un giovane che fatica a trovare la verità e ad essere fedele ad essa,
che parla di amicizia e fraternità e non riesce a farle crescere, che si lascia
afferrare dal dubbio e dallo scoraggiamento, che si è messo in  cammino
smarrendo spesso la via giusta;
ho portato bambini in cerca di pace e di serenità, perché non è giusto che
piangano per la scomparsa improvvisa dei genitori e ora in cammino sulle
tortuose strade di una vita iniziata in salita;
ho portato due fratelli, con il papà innamorato, che improvvisamente gli
è venuta a mancare la mamma e la moglie e, che di questo Natale non
sanno che farsene!
Con nel cuore il ricordo di questi incontri, delle persone e dei loro volti, dei loro
sofferti racconti e il carico delle loro domande, mi trovo finalmente, a Betlemme.
Sono afferrato dal grande mistero della nascita di Gesù, dallo splendore della
stella, dalla tenerezza di Maria e Giuseppe, dalla grazia che emana l’Emmanuele,
il Dio con noi.
Allo stesso tempo, sono un pò smarrito davanti alla povertà dell’ambiente,
all’indifferenza della città lontana, all’incomprensione di chi non ha voluto
accoglierli ed ospitarli.
Anche noi spesso sperimentiamo, il freddo e il gelo e con qualcuno diciamo
che gli uomini non cambiano, prima parlano di amore e poi ti uccidono;
il freddo e il gelo di una morte inaspettata;
il freddo e il gelo dell’abbandono, del tradimento e della calunnia;
il freddo e il gelo delle incomprensioni, delle guerre, dell’odio e delle lotte;
il freddo e il gelo degli anziani, stanchi e malati, o degli uomini soli e curvati
dalle prove della vita, o delle donne scoraggiate per le tensioni e le
preoccupazioni che si addensano sulla propria famiglia;
il freddo e il gelo dei giovani smarriti, fragili e senza futuro, o di bambini che
conoscono prematuramente le sofferenze e le privazioni della vita.
Anche il piccolo Gesù ha sperimentato il freddo e il gelo, e la inospitalità di un
ambiente difficile e di persone chiuse nelle loro presunte ed egoiste sicurezze.
Egli però, c’insegna che le condizioni della vita, anche le più difficili, non possono
e non devono scoraggiarci, impressionarci o fermarci.
Egli è nato al freddo e al gelo, per diventare uno di noi, per camminare con noi,
per invitarci a fidarci di Dio e di affidarci a Lui; e per ricordarci che solo Dio basta!
Carissimi amici, dinanzi a Gesù Bambino desidero invocare su tutti voi il dono
della pace, che da Lui nasce.
La pace che ci consentirà di perdonarci e amarci, di riscaldare i cuori gelidi
e di superare ogni difficoltà.
A te, figlio e figlia, papà, anziano, uomo, donna, giovane e bambini, amici,
conoscenti, a chi mi ha voluto bene, ma anche chi mi ha criticato, e a tutti quelli
che ho incontrato lungo il cammino;
Auguri di tanta Pace e serenità, Buon Natale, Fausto.


Il Vangelo del Martedì 24 Dicembre 2019


Feria di Avvento propria del 24 Dicembre.
1° Lettura dal secondo libro di Samuèle (7,1-5.8b-12.14a-16)
Il re Davide, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato
riposo da tutti i suoi nemici all'intorno, disse al profeta Natan: «Vedi, io abito
in una casa di cedro, mentre l'arca di Dio sta sotto i teli di una tenda».
Natan rispose al re: «Va', fa' quanto hai in cuor tuo, perché il Signore è con te».
Ma quella stessa notte fu rivolta a Natan questa parola del Signore: «Va', e di'
al mio servo Davide: "Così dice il Signore: Forse tu mi costruirai una casa,
perché io vi abiti?
Io ti ho preso dal pascolo, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi capo del
mio popolo Israele.
Sono stato con te dovunque sei andato, ho distrutto tutti i tuoi nemici davanti
a te e renderò il tuo nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra.
Fisserò un luogo per Israele, mio popolo, e ve lo pianterò perché vi abiti e non
tremi più e i malfattori non lo opprimano come in passato e come dal giorno
in cui avevo stabilito dei giudici sul mio popolo Israele.
Ti darò riposo da tutti i tuoi nemici.
Il Signore ti annuncia che farà a te una casa.
Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò
un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno.
Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio.
La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a te, il tuo trono sarà
reso stabile per sempre"».
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Luca (1,67-79) anno pari.
In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e
profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d'Israele, perché ha visitato e
redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa
di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d'un
tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua
santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci,
liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo perché andrai innanzi
al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della
salvezza nella remissione dei suoi peccati.
Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che
sorge dall'alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra
di morte, e dirigere i nostri passi  sulla via della pace».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Per chi ha vissuto una sofferenza, per chi passerà il giorno di Natale in solitudine,
per chi non riceverà nessun regalo, Natale è un giorno terribile, insostenibile,
carico di sofferenza.
Perché, amici?
Perché abbiamo ridotto il Natale alla festa dei buoni sentimenti (spesso superficiali
e finti) scordando Dio che si fa vicino ai poveri per far loro compagnia?
Dio viene per gli ultimi, per i perdenti, ecco la buona notizia del Natale.
E proprio gli ultimi e gli sconfitti vivono il Natale come il peggior giorno dell’anno?
Come minimo abbiamo qualche problema di comunicazione noi cattolici!
Animo, cercatori di Dio, prepariamoci ad accogliere il Dio che viene, anche se
il nostro cuore è gonfio, anche se la nostra vita è una stalla.
Ma proprio in una stalla Dio vuole nascere.
Ecco amici, questa è la verità, Dio viene per noi dimenticati per farci compagnia,
perciò, non siamo soli in questo Natale, con noi il Bambino Gesù che prega con noi.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

Ed eccoci amici a commentare l'8° giorno della Novena di Natale, nella certezza dell'amore del Signore.


23 Dicembre; 8° giorno della Novena di Natale.
Un canto di certezza, l’amore incondizionato di Dio.
Lui è il Signore della vita e nessuna morte lo può fermare.
Preghiamo oggi per tutte le persone sfiduciate, preghiamo
perché riescano ad incontrare l’amore incondizionato di Dio.
C’è speranza ancora nel nostro mondo?
La nostra tendenza al catastrofismo pure motivata, la linea su cui ci stiamo
incamminando, è la linea di Dio?
Dio che vede l’uomo dall’alto, è disposto ancora a tenerci per mano per
trovare nuove strade di vita?
Il cantico di Zaccaria, di un vecchio prete che dalla depressione era passato
alla speranza e dalla  speranza alla certezza di una promessa di Dio avverata,
è il riconoscimento della presenza di Dio nella storia.
Il segno è un bambino appena nato; è suo figlio Giovanni, è lui il nuovo
profeta dell’Altissimo.
Possiamo sperimentare tenebre, ma la luce di Dio le rischiara e le vince;
possiamo essere immersi in ombre di morte, perché ci è venuta meno la fiducia
nella vita, un minimo di discernimento del bene, una lucidità nell’affrontare
i nostri smarrimenti, ma la vita di Dio trionfa.
Possiamo essere avvolti dal male, avvinghiati nella catena del peccato, incapaci
di liberarci dai nostri vizi, dalle abitudini sbagliate che rovinano i nostri affetti,
le nostre famiglie, la nostra società, ma Lui, Dio, il bene sommo ci aspetta,
ci libera e decide di stare con noi.
Lo possiamo servire senza paura.
Lui ha deciso di rinnovare unilateralmente promesse e patti, impegni e dedizione.
Dio permette che nella confusione dei nostri giorni troviamo la strada della verità,
di fronte a tanti abbagli ci indica la via, dentro l’incursione dei nemici della felicità,
ci permette la conoscenza della salvezza.
La storia può essere storia di male, di tradimenti, di peccato, ma Lui è sempre il Dio
misericordioso che allontana da noi le nostre colpe come dista l’oriente dall’occidente.
Lui è il pastore che si cura della pecorella che tenta avventure e finisce fuori strada,
incappa in briganti che la uccidono e la fanno scomparire.
Per Lui nessun male è senza ritorno, Lui è il Signore della vita e nessuna morte
lo può fermare.
Se il mondo è ancora tormentato da guerre, Lui sa dirigere i nostri passi su vie di pace.
Occorre che ogni cristiano si faccia portatore di questo messaggio con la sua vita,
che non tema per la sua debolezza, che non si preoccupi di avere a disposizione
strumenti potenti.
Dio nasce in grotta, nessuno lo accoglie se non l’amore puro di una famiglia che
spera solo in Dio.
Il Natale che aspettiamo è sempre e solo una grazia, un regalo, una presenza immeritata.
Vieni Gesù, ti aspettiamo.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, aspettando il Signore che viene, Fausto.