martedì 20 gennaio 2015

Il Vangelo del Mercoledì 21 Gennaio 2015

1° lettura dalla lettera agli Ebrei (7,1-3.15-17). 
Dal Vangelo secondo Marco (3,1-6) anno B.
In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga.
Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata,
e stavano a vedere se lo guariva in giorno di
sabato, per accusarlo.
Egli disse all'uomo che aveva la mano
paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!».
Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato
fare del bene o fare del male, salvare una
vita o ucciderla?». Ma essi tacevano.
E guardandoli tutt'intorno con indignazione,
rattristato per la durezza dei loro cuori, disse
all'uomo: «Tendi la mano!».
Egli la tese e la sua mano fu guarita.
E i farisei uscirono subito con gli erodiani e
tennero consiglio contro di lui per farlo morire.
Parola del Signore.
Gesù Cristo è Re, in quanto viene ad istaurare
sulla terra il regno di Dio, di cui Egli possiede
la chiave di ingresso.
La porta di questo regno è piccola e bassa, e solo colui
che si fa piccolo può entrare nel regno di Gesù Cristo.
Ma Egli è anche sacerdote, in quanto offre se
stesso perché tutti,  purificati dal peccato possano
prendere parte alla gioia del Messia instaurata
dalla sua persona.
Egli ci invita a partecipare alla gioia di questo
regno di cui è il capo grazie al dono d’amore offertoci
per mezzo del dono della sua stessa vita.
Il suo sacerdozio eterno è a nostro vantaggio
per cui approfittiamone lasciandoci unire giorno
per giorno al suo sacrificio.
Perciò, allunghiamo la nostra mano per essere
curati dall’amore di Cristo.
Non c’è nulla di peggio di colui che vuole negare
persino l’evidenza di qualcosa che davanti ai suoi
occhi è palese e chiaro.
Eppure, coloro che erano presenti con Gesù quel
giorno nella sinagoga si comportarono proprio così;
essi sono maggiormente colpevoli in quanto si
chiudono completamente alla grazia di Dio che
in Gesù bussa ai loro cuori e cerca di rinnovare
i loro pensieri, così piccoli ed incapaci di
accogliere l’azione di Dio.
Forse anche noi, spesso ci comportiamo
allo stesso modo?
A volte costringiamo Dio a darci talmente tante
prove del suo amore, che alla fine induriamo
il nostro cuore; in quel caso nulla può scuoterci
più, e restiamo indifferenti persino ai miracoli
più grandi.
È un pericolo dal quale dobbiamo guardarci
con tutto noi stessi.
E la prima cosa da fare di fronte al pericolo, è pregare.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.