martedì 13 gennaio 2015

Il Vangelo del Mercoledì 14 Gennaio 2015

1° Lettura dalla lettera agli Ebrei (2,14-18).
Dal Vangelo secondo Marco (1,29-39) anno B.
In quel tempo, Gesù,uscito dalla sinagoga, si recò
subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia
di Giacomo e di Giovanni.
La suocera di Simone era a letto con la febbre
e subito gli parlarono di lei.
Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano,
la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portarono
tutti i malati e gli indemoniati.
Tutta la città era riunita davanti alla porta.
Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò
molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare,
perché lo conoscevano.
Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di
casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava.
Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle
sue tracce e, trovatolo, gli dissero: “Tutti ti cercano!”.
Egli disse loro: “Andiamocene altrove per i villaggi
vicini, perché io predichi anche là; per questo
infatti sono venuto!”.
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro
sinagoghe e scacciando i demòni.
Parola del Signore.
Il più grande atto di misericordia che Dio potesse
fare nei nostri confronti è quello di prendere carne
e sangue e diventare uno di noi.
Tale è Gesù Cristo, il Figlio di Dio diventato per
amore il Figlio dell’uomo, prendendo su di sé tutto
il limite e la sofferenza della condizione umana.
Egli dunque è diventato solidale con ciascuno di noi;
Egli, cioè, comprende fino in fondo la nostra
sofferenza e quella fatica di vivere che a volte
attanaglia il nostro cuore, in quanto Lui per primo
ne è diventato partecipe.
Quindi non abbiamo il diritto di dire che Egli non
si preoccupi di noi e ci guarda soffrire senza far nulla;
proprio Lui ha preso su di sé anche la nostra sofferenza
e la nostra disperazione per darci la speranza e la
promessa di un amore più grande.
Per questo, l’episodio della suocera di Pietro è
tutt’altro che casuale e Marco vuole darci un
messaggio molto importante.
Essa infatti è la migliore immagine del perfetto
discepolo di Gesù.
Essa è malata di una febbre non ben definita, che le
impedisce di vivere in pienezza la relazione con gli
altri e di condurre una vita normale.
Gesù la solleva; Egli cioè l’aiuta a staccarsi da
ciò che la tiene inchiodata al suo letto di sofferenza
e la prende per mano.
Egli crea con essa un contatto profondo di comunione
e di intesa e la fa risorgere ad una vita nuova.
La vita le viene restituita perché essa possa vivere
nel servizio e nell’amore di Dio.
Non ci sembra la storia di tanti di noi?
Anche noi abbiamo vissuto gli stessi passaggi ed
ora viviamo nel servizio di Dio,almeno si spera.
Perciò, attraverso questo insegnamento,
continuiamo a pregare con Gesù.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.