martedì 17 settembre 2024

Il Vangelo del Mercoledì 18 Settembre 2024

 

Della 24° settimana del Tempo Ordinario.

Santa Riccarda, imperatrice.

Prima Lettura

Rimangono la fede, la speranza, la carità;

ma la più grande di tutte è la carità.

Dalla prima lettera di san Paolo

apostolo ai Corìnzi (12,31-13,13)

Fratelli, desiderate intensamente i

carismi più grandi.

E allora, vi mostro la via più sublime.

Se parlassi le lingue degli uomini e degli

angeli, ma non avessi la carità, sarei come

bronzo che rimbomba o come cimbalo

che strepita.

E se avessi il dono della profezia, se

conoscessi tutti i misteri e avessi tutta

la conoscenza, se possedessi tanta fede

da trasportare le montagne, ma non avessi

la carità, non sarei nulla.

E se anche dessi in cibo tutti i miei beni

e consegnassi il mio corpo per averne

vanto, ma non avessi la carità, a nulla

mi servirebbe.

La carità è magnanima, benevola è la carità;

non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia

d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca

il proprio interesse, non si adira, non tiene

conto del male ricevuto, non gode

dell’ingiustizia ma si rallegra della verità.

Tutto scusa, tutto crede, tutto spera,

tutto sopporta.

La carità non avrà mai fine.

Le profezie scompariranno, il dono delle

lingue cesserà e la conoscenza svanirà.

Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo

e in modo imperfetto profetizziamo.

Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello

che è imperfetto scomparirà.

Quand’ero bambino, parlavo da bambino,

pensavo da bambino, ragionavo da bambino.

Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è

da bambino.

Adesso noi vediamo in modo confuso,

come in uno specchio; allora invece

vedremo faccia a faccia.

Adesso conosco in modo imperfetto, ma

allora conoscerò perfettamente, come

anch’io sono conosciuto.

Ora dunque rimangono queste tre cose:

la fede, la speranza e la carità.

Ma la più grande di tutte è la carità!

Parola di Dio.

Vangelo

Vi abbiamo suonato il flauto e non avete

ballato, abbiamo cantato un lamento

e non avete pianto.

Dal Vangelo secondo Luca (7,31-35) anno pari.

In quel tempo, il Signore disse: «A chi

posso paragonare la gente di questa

generazione? A chi è simile?

È simile a bambini che, seduti in piazza,

gridano gli uni agli altri così:

“Vi abbiamo suonato il flauto e non

avete ballato,

abbiamo cantato un lamento e non

avete pianto!”.

È venuto infatti Giovanni il Battista,

che non mangia pane e non beve vino,

e voi dite: “È indemoniato”.

È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia

e beve, e voi dite: “Ecco un mangione

e un beone, un amico di pubblicani e

di peccatori!”.

Ma la Sapienza è stata riconosciuta

giusta da tutti i suoi figli».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Ha ragione, il Signore, ha ragione; non

siamo mai contenti, mai soddisfatti,

come i farisei, come la gente che lo ascolta.

Giovanni digiunava?

Certamente aveva un demonio in corpo!

Gesù non digiuna?

È un allegrone, un mangione e un beone!

Anche noi ci comportiamo in questo modo

nei confronti della Chiesa; tutti noi ne

sappiamo di più del Papa e tutti sapremmo

risolvere i tanti problemi che affliggono

la Santa Chiesa di Dio!

E la pastorale in parrocchia?

E il nostro parroco?

Non ne parliamo!

Quello di prima sì, invece.

Quando capiremo che ci è affidato il

Regno, che la diversità è un dono?

Che la lamentazione non è accettabile

nei figli di Dio?

Che ci occorre uno sguardo profondo e di

fede sulla realtà, su di noi, sulla Chiesa?

Poi, certo, insieme decidiamo cosa è

meglio fare, quali strategie adottare,

che tipo di pastorale proporre.

Ma sono scelte conseguenti all’incontro

e al rispetto del primo comandamento

del Signore che è quello dell’amore

reciproco!

Grazie, Signore, di questa giornata, della

mia vita, delle cose che ho, di me stesso.

Non tutto funziona come vorrei, o come

dovrebbe, ma non voglio, oggi,

lamentarmi di nulla; ho Te e la preghiera,

cosa mi manca?

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.