Della 5° settimana di Pasqua.
San Giuseppe
Lavoratore.
Prima lettura.
Fu stabilito che
salissero a Gerusalemme
dagli apostoli e
dagli anziani per tale questione.
Dagli Atti degli
Apostoli (15,1-6)
In quei giorni,
alcuni, venuti [ad Antiòchia]
dalla Giudea,
insegnavano ai fratelli: «Se
non vi fate
circoncidere secondo l'usanza
di Mosè, non potete
essere salvati».
Poiché Paolo e Bàrnaba
dissentivano e
discutevano
animatamente contro costoro,
fu stabilito che Paolo
e Barnaba e alcuni
altri di loro
salissero a Gerusalemme dagli
apostoli e dagli
anziani per tale questione.
Essi dunque,
provveduti del necessario
dalla Chiesa,
attraversarono la Fenìcia
e la Samarìa,
raccontando la conversione
dei pagani e
suscitando grande gioia in
tutti i fratelli.
Giunti poi a
Gerusalemme, furono ricevuti
dalla Chiesa, dagli
apostoli e dagli anziani,
e riferirono quali
grandi cose Dio aveva
compiuto per mezzo
loro.
Ma si alzarono alcuni
della setta dei farisei,
che erano diventati
credenti, affermando:
«È necessario
circonciderli e ordinare
loro di osservare la
legge di Mosè».
Allora si riunirono
gli apostoli e gli
anziani per esaminare
questo problema.
Parola di Dio.
Vangelo
Non è costui il
figlio del falegname?
Dal Vangelo secondo
Matteo (13,54-58) anno pari.
In quel tempo, Gesù
venuto nella sua patria,
insegnava nella loro
sinagoga e la gente
rimaneva stupita e
diceva: «Da dove gli
vengono questa
sapienza e i prodigi?
Non è costui il figlio
del falegname?
E sua madre, non si
chiama Maria?
E i suoi fratelli,
Giacomo, Giuseppe,
Simone e Giuda?
E le sue sorelle, non
stanno tutte da noi?
Da dove gli vengono
allora tutte
queste cose?».
Ed era per loro motivo
di scandalo.
Ma Gesù disse loro:
«Un profeta non
è disprezzato se non
nella sua patria
e in casa sua».
E lì, a causa della
loro incredulità,
non fece molti
prodigi.
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
Oggi la Chiesa celebra la festa
di
san Giuseppe lavoratore.
L’occasione, in questi tempi di
crisi, per
rivalutare la visione biblica del
lavoro.
Storicamente il primo maggio è
una festa
laica, nata per sottolineare le
conquiste
operate dai lavoratori grazie a
lotte
sindacali che, nel passato, (ora
purtroppo
i sindacati fanno esclusivamente
politica,
non quella del lavoro, ma dai
lavoratori
continuano a ricevere soldi
attraverso il
tesseramento), hanno coinvolto
molte
persone e causato molta sofferenza.
A questa commemorazione la Chiesa
ha
voluto aggiungere una sensibilità
spirituale,
un approccio di fede, proprio a
partire
dall’esperienza di lavoro vissuta
dal
Signore Gesù e da suo padre
Giuseppe.
Nei Vangeli, Gesù è conosciuto
con il
mestiere trasmessogli dal padre,
quello
di carpentiere abile nella
lavorazione
del legno ma capace, come si
usava
allora, a fare altri lavori
inerenti all’edilizia.
Stupisce il fatto che Dio abbia
lavorato
con le sue mani, scegliendo
un’occupazione
impegnativa, da artigiano
appunto, che
ha svolto per gran parte della
sua vita.
Nella Bibbia il lavoro dell’uomo
aiuta
Dio a completare la Creazione,
diventa
il modo che l’uomo ha di
assomigliare al
Dio artigiano che costruisce il
Cosmo.
Lavorare perciò, dona a noi la
dimensione
della dignità prima ancora che
garantirci
il sostentamento col guadagno.
Oggi, purtroppo, la dignità del
lavoro e
del lavoratore sono passate in
secondo
piano; è il profitto a
determinare la
validità di un lavoro e le scelte,
a volte
drammatiche, dell’economia che,
come
vediamo, finiscono col
determinare
anche le scelte politiche.
Riappropriamoci del lavoro così
come
l’ha voluto Dio con la preghiera!
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato
il tuo nome, venga il
tuo regno, sia fatta
la tua volontà come in
cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
rimetti a noi i nostri
debiti come anche
noi li rimettiamo ai
nostri debitori,
e non abbandonarci
alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e
benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per
noi peccatori, adesso
e nell'ora della
nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e
allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e
sempre, nei secoli dei
secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.