Della 3° settimana del Tempo Ordinario.
San Costanzo di
Perugia, vescovo e martire.
Prima lettura dalla lettera
agli Ebrei (10,32-39)
Fratelli, richiamate
alla memoria quei primi giorni: dopo aver ricevuto la luce
di Cristo, avete
dovuto sopportare una lotta grande e penosa, ora esposti
pubblicamente a
insulti e persecuzioni, ora facendovi solidali con coloro che
venivano trattati in
questo modo.
Infatti avete preso
parte alle sofferenze dei carcerati e avete accettato con gioia di
essere derubati delle
vostre sostanze, sapendo di possedere beni migliori e duraturi.
Non abbandonate dunque
la vostra franchezza, alla quale è riservata una
grande ricompensa.
Avete solo bisogno di
perseveranza, perché, fatta la volontà di Dio, otteniate
ciò che vi è stato
promesso.
Ancora un poco,
infatti, un poco appena, e colui che deve venire, verrà e non tarderà.
Il mio giusto per fede
vivrà; ma se cede, non porrò in lui il mio amore.
Noi però non siamo di
quelli che cedono, per la propria rovina, ma uomini
di fede per la
salvezza della nostra anima.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Marco
(4,26-34) anno dispari.
In quel tempo, Gesù
diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo
che getta il seme sul
terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme
germoglia e cresce.
Come, egli stesso non
lo sa.
Il terreno produce
spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno
nella spiga; e quando
il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è
arrivata la
mietitura».
Diceva: «A che cosa
possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola
possiamo descriverlo?
È come un granello di
senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più
piccolo di tutti i
semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce
e diventa più grande
di tutte le piante dell'orto e fa rami così grandi che gli
uccelli del cielo
possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole
dello stesso genere annunciava loro la Parola, come
potevano intendere.
Senza parabole non
parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
La Parola che accogliamo e che
porta frutto in noi, che germoglia quando meno ce
lo aspettiamo, che porta frutto
per coloro che ci stanno accanto è da condividere.
Se la fede, in qualche modo, ha
acceso in noi una speranza, un modo nuovo di vedere
le cose, allora la nostra vita
cambia e chi ci sta accanto si accorge che qualcosa,
in noi, è cambiato.
Senza diventare degli arroganti,
senza imitare la logica aggressiva di questo mondo,
siamo chiamati a lasciar brillare
la luce della fede nella nostra vita, a porla in alto
nelle nostre scelte.
A volte rischiamo di temere il
giudizio del mondo, non va certo di moda, oggi,
dirsi cattolici!, e la fede si
nasconde nelle sacrestie invece di brillare nelle strade
e nelle scelte quotidiane!
Ciò che dobbiamo fare è lasciar
brillare in noi la luce della misericordia e della
compassione, quella misura
traboccante con cui giudichiamo gli altri con onestà
(non si tratta certo di chiudere
gli occhi davanti alle brutture delle persone!) ma
vedendovi, anche, la possibilità
di cambiare, di convertire il nostro cuore.
E sappiamo tutti di quanta
benevolenza e positività necessita il nostro mondo
affaticato e cupo; ma anche di
tanta preghiera!
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai
nostri debitori, e non
abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli.
Amen.
Buona giornata, Fausto.