mercoledì 16 aprile 2025

Il Vangelo del Giovedì 17 Aprile 2025

 

Giovedì Santo.

La messa in Coena Domini.

L’ultima Cena.

Prima lettura.

Prescrizioni per la cena pasquale.

Dal libro dell'Esodo (12,1-8.11-14)

In quei giorni, il Signore disse a Mosè

e ad Aronne in terra d'Egitto: «Questo

mese sarà per voi l'inizio dei mesi,

sarà per voi il primo mese dell'anno.

Parlate a tutta la comunità d'Israele e

dite: "Il dieci di questo mese ciascuno

si procuri un agnello per famiglia,

un agnello per casa.

Se la famiglia fosse troppo piccola per

un agnello, si unirà al vicino, il più

prossimo alla sua casa, secondo il numero

delle persone; calcolerete come dovrà

essere l'agnello secondo quanto ciascuno

può mangiarne.

Il vostro agnello sia senza difetto, maschio,

nato nell'anno; potrete sceglierlo tra le

pecore o tra le capre e lo conserverete

fino al quattordici di questo mese: allora

tutta l'assemblea della comunità d'Israele

lo immolerà al tramonto.

Preso un po' del suo sangue, lo porranno

sui due stipiti e sull'architrave delle case

nelle quali lo mangeranno. In quella notte

ne mangeranno la carne arrostita al fuoco;

la mangeranno con àzzimi e con erbe amare.

Ecco in qual modo lo mangerete: con i

fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone

in mano; lo mangerete in fretta.

È la Pasqua del Signore!

In quella notte io passerò per la terra

d'Egitto e colpirò ogni primogenito

nella terra d'Egitto, uomo o animale;

così farò giustizia di tutti gli

dèi dell'Egitto.

Io sono il Signore!

Il sangue sulle case dove vi troverete

servirà da segno in vostro favore: io

vedrò il sangue e passerò oltre; non vi

sarà tra voi flagello di sterminio quando

io colpirò la terra d'Egitto.

Questo giorno sarà per voi un memoriale;

lo celebrerete come festa del Signore:

di generazione in generazione lo

celebrerete come un rito perenne"».

Parola di Dio.

 

Salmo Responsoriale dal Sal.115.

Il tuo calice, Signore, è dono di salvezza.

 

Che cosa renderò al Signore,

per tutti i benefici che mi ha fatto?

Alzerò il calice della salvezza

e invocherò il nome del Signore. R.

 

Agli occhi del Signore è preziosa

la morte dei suoi fedeli.

Io sono tuo servo, figlio della tua

schiava: tu hai spezzato le mie catene. R.

 

A te offrirò un sacrificio di ringraziamento

e invocherò il nome del Signore.

Adempirò i miei voti al Signore

davanti a tutto il suo popolo. R.

 

Seconda Lettura.

Ogni volta che mangiate questo pane

e bevete al calice, voi annunciate

la morte del Signore.

Dalla prima lettera di san Paolo

apostolo ai Corinzi (11,23-26).

Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello

che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore

Gesù, nella notte in cui veniva tradito,

prese del pane e, dopo aver reso grazie,

lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo,

che è per voi; fate questo in memoria di me».

Allo stesso modo, dopo aver cenato,

prese anche il calice, dicendo: «Questo

calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue;

fate questo, ogni volta che ne bevete,

in memoria di me».

Ogni volta infatti che mangiate questo

pane e bevete al calice, voi annunciate

la morte del Signore, finché egli venga.

Parola di Dio.

 

Canto al Vangelo

Gloria e lode a te, Cristo Signore!

 

Vi do un comandamento nuovo,

dice il Signore: come io ho amato voi,

così amatevi anche voi gli uni gli altri.

 

Gloria e lode a te, Cristo Signore!

 

Vangelo.

Li amò sino alla fine.

Dal Vangelo secondo

Giovanni (13,1-15) anno dispari.

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo

che era venuta la sua ora di passare da questo

mondo al Padre, avendo amato i suoi che

erano nel mondo, li amò sino alla fine.

Durante la cena, quando il diavolo aveva

già messo in cuore a Giuda, figlio di

Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo

che il Padre gli aveva dato tutto nelle

mani e che era venuto da Dio e a Dio

ritornava, si alzò da tavola, depose le

vesti, prese un asciugamano e se lo

cinse attorno alla vita.

Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò

a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli

con l'asciugamano di cui si era cinto.

Venne dunque da Simon Pietro e questi

gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?».

Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu

ora non lo capisci; lo capirai dopo».

Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i

piedi in eterno!».

Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non

avrai parte con me».

Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo

i miei piedi, ma anche le mani e il capo!».

Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno,

non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed

è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti».

Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo

disse: «Non tutti siete puri».

Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese

le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro:

«Capite quello che ho fatto per voi?

Voi mi chiamate il Maestro e il Signore,

e dite bene, perché lo sono.

Se dunque io, il Signore e il Maestro,

ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete

lavare i piedi gli uni agli altri.

Vi ho dato un esempio, infatti, perché

anche voi facciate come io ho fatto a voi».

Parola del Signore.

Riflessione personale sul Vangelo di oggi.

È l’ora, amici, l’ora è giunta.

Assisteremo allo spettacolo di un Dio che

muore per amore, che si consegna alla

volontà di un uomo che non

si consegna a Dio.

Oggi il Signore inventa la Cena, povero

segno di un amore assoluto, piccolo

gesto di un cuore che esplode.

La cena.

La prima, l’unica, quella che ripetiamo

in obbedienza, quella che stravolgiamo

e offendiamo con le nostre celebrazioni

zoppicanti, con le nostre devozioni

appassite, con le nostre gestualità

incancrenite.

Eppure basterebbe guardare e tacere,

mettersi in un angolo della stanza al

piano alto, al lume delle candele che

bruciano olio, per sentirsi travolgere.

Ecco. Dio ha dato tutto, che altro?

I suoi non capiscono, discutono, sono

altrove, spaesati, straniti, sciocchi.

La missione è fallita, il popolo non ha

riconosciuto il Messia, non l’ha voluto,

non ha superato l’insormontabile

ostacolo della sua banalità, della sua

insostenibile umanità.

Tutto è compiuto, Gesù è totalmente

solo, definitivamente solo.

Dio è abbandonato.

Silenzio, amici, silenzio.

Oggi a scuola, al lavoro, viviamo come

se fossimo in clausura, il cuore gonfio

come chi sta per partecipare al più grande

dei momenti, al più inatteso dei doni.

Oggi Dio inventa l’Eucarestia,

e il sacerdozio.

L’uno per l’altro e, insieme, immaginati

per manifestare la misura dell’amore.

Abbi pietà di noi, Dio che indossi il

grembiule e ti metti al servizio di noi

mendicanti, abbi pietà di noi e della

nostra incommensurabile indegnità.

Per questo preghiamo.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.