giovedì 30 aprile 2020

Il Vangelo del Venerdì 1 Maggio 2020


Della 3° settimana di Pasqua.
San Giuseppe lavoratore.
Prima lettura dagli Atti degli Apostoli (9,1-20)
In quei giorni, Sàulo, spirando ancora minacce e stragi contro i discepoli del
Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe
di Damàsco, al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme
tutti quelli che avesse trovato, uomini e donne, appartenenti a questa Via.
E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damàsco,
all'improvviso lo avvolse una luce dal cielo e, cadendo a terra, udì una voce
che gli diceva: «Sàulo, Sàulo, perché mi perséguiti?».
Rispose: «Chi sei, o Signore?».
Ed egli: «Io sono Gesù, che tu perséguiti!
Ma tu àlzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare».
Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti,
sentendo la voce, ma non vedendo nessuno.
Sàulo allora si alzò da terra, ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla.
Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damàsco.
Per tre giorni rimase cieco e non prese né cibo né bevanda.
C'era a Damàsco un discepolo di nome Ananìa. Il Signore in una visione
gli disse: «Ananìa!».
Rispose: «Eccomi, Signore!».
E il Signore a lui: «Su, va' nella strada chiamata Diritta e cerca nella casa di Giuda
un tale che ha nome Sàulo, di Tarso; ecco, sta pregando, e ha visto in visione un
uomo, di nome Ananìa, venire a imporgli le mani perché recuperasse la vista».
Rispose Ananìa: «Signore, riguardo a quest'uomo ho udito da molti quanto
male ha fatto ai tuoi fedeli a Gerusalemme.
Inoltre, qui egli ha l'autorizzazione dei capi dei sacerdoti di arrestare tutti
quelli che invocano il tuo nome».
Ma il Signore gli disse: «Va', perché egli è lo strumento che ho scelto per me,
affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli d'Israele; e io gli
mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome».
Allora Ananìa andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: «Sàulo, fratello,
mi ha mandato a te il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada che
percorrevi, perché tu riacquisti la vista e sia colmato di Spirito Santo».
E subito gli caddero dagli occhi come delle squame e recuperò la vista.
Si alzò e venne battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono.
Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damàsco, e subito
nelle sinagoghe annunciava che Gesù è il Figlio di Dio.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Giovanni (6,52-59) anno pari.
In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può
costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del
Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo
risusciterò nell'ultimo giorno.
Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui.
Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche
colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono
i padri e morirono.
Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
Il discorso che fa Gesù è insostenibile; la folla, in fondo, cercava solo qualche
rassicurazione, sperava di avere trovato una soluzione al quotidiano problema
del cibo, sarebbe stata disposta anche a far incoronare Gesù re d’Israele (chi di
noi non voterebbe un governo che ci regala il cibo e la casa?).
E invece no, Gesù si è infilato in una feroce disputa sul senso della vita,
sull’unico pane che vale la pena di mangiare, altro che.
La folla è stordita, non capisce più; per accedere al Padre che vuole la
salvezza per i suoi figli bisogna credere in Gesù.
E sia. E questo, così dice il Nazareno, ci apre ad una nuova dimensione di
vita eterna che inizia sin da ora. E sia.
E per dimorare in Dio occorre nutrirsi del cibo che è la presenza stessa di Gesù.
No, qui non ci si capisce più.
Cosa chiede il Signore, di diventare tutti dei cannibali?
Di nutrirsi della sua carne e del suo sangue?
La folla ora tentenna e se ne va e, noi con loro. Perché?
Perché non abbiamo ancora capito cosa vuol dire il mistero della S. Messa,
per questo entriamo in crisi a sentire queste cose.
Invece è vero, quando andiamo a ricevere l’Eucaristia, misticamente,
riceviamo il corpo e il sangue di Cristo, tutto qui, vi sembra poco?
A me no, perché, quando durante la S. Messa, come accolito, offro a chi si
accosta all’altare per ricevere l’Ostia consacrata, credetemi amici, mi tremano
ancora dopo tanto tempo le gambe dall’emozione, nel sentire fra le mie mani
il corpo di Cristo, perciò, fatevene una ragione, in quel pezzo di pane c’è proprio
il corpo del Signore, avete ancora dei dubbi, fatevi aiutare dalla preghiera.
Ed adesso che ci viene negata per colpa del coronavirus, dicono, si sente tantissimo
la mancanza di quel corpo e di qual sangue, speriamo di poter aver presto la
possibilità di poterlo gustare, perciò, preghiamo.   
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.