martedì 7 gennaio 2025

Il Vangelo del Mercoledì 8 Gennaio 2025

 

Feria propria del 8 Gennaio dopo l’Epifania.

San Massimo di Pavia.

Prima Lettura

Dio è amore.

Dalla prima lettera di san

Giovanni apostolo (4,7-10)

Carissimi, amiamoci gli uni gli altri,

perché l'amore è da Dio: chiunque ama

è stato generato da Dio e conosce Dio.

Chi non ama non ha conosciuto Dio,

perché Dio è amore.

In questo si è manifestato l'amore di Dio

in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo

Figlio unigenito, perché noi avessimo la

vita per mezzo di lui.

In questo sta l'amore: non siamo stati

noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato

noi e ha mandato il suo Figlio come

vittima di espiazione per i nostri peccati.

Parola di Dio.

Vangelo

Moltiplicando i pani,

Gesù si manifesta profeta.

Dal Vangelo secondo

Marco (6,34-44) anno pari.

In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù

vide una grande folla, ebbe compassione

di loro, perché erano come pecore che

non hanno pastore, e si mise a insegnare

loro molte cose.

Essendosi ormai fatto tardi, gli si

avvicinarono i discepoli dicendo: «Il luogo

è deserto ed è ormai tardi; congedali, in

modo che, andando per le campagne e i

villaggi dei dintorni, possano comprarsi

da mangiare».

Ma egli rispose loro: «Voi stessi date

loro da mangiare».

Gli dissero: «Dobbiamo andare a

comprare duecento denari di pane e dare

loro da mangiare?».

Ma egli disse loro: «Quanti pani avete?

Andate a vedere».

Si informarono e dissero: «Cinque,

e due pesci».

E ordinò loro di farli sedere tutti,

a gruppi, sull'erba verde.

E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta.

Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli

occhi al cielo, recitò la benedizione,

spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli

perché li distribuissero loro; e divise i

due pesci fra tutti.

Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi

di pane portarono via dodici ceste piene

e quanto restava dei pesci.

Quelli che avevano mangiato i pani

erano cinquemila uomini.

Parola del Signore.

Riflessione personale sul Vangelo di oggi.

La logica del Natale che abbiamo appena

celebrato, logica dell’accoglienza del

volto inatteso di Dio, ci spinge a

cambiare completamente il nostro

modo di vedere la vita.

Fatichiamo a convertire la nostra vita alla

luce del Vangelo e corriamo il rischio di

stravolgere anche la più evidente delle

verità di fede pur di non dover cambiare

la nostra mentalità.

Natale, dicevamo, è Dio che chiede

accoglienza, che si fa bimbo, innocuo,

inerme, fragile.

E noi tutti, invece, continuiamo a cercare

un Dio potente, muscoloso, efficiente,

miracolistico.

Così i Dodici, nel Vangelo di oggi,

sperimentano un altro paradosso

cristiano; davanti alla folla affamata

Gesù chiede loro di mettere a

disposizione il poco che hanno,

invece di aspettarsi una soluzione

ai problemi.

Dio vuole salvare il mondo attraverso

di noi, con le nostre fragili mani,

riempiendo i nostri fragili cuori della

sua consolazione, affinché possiamo

consolare coloro che ci stanno vicini

con la consolazione che ci proviene

da Dio, come direbbe san Paolo.

Invece di passare il tempo a lamentarci

delle cose che non funzionano, delle

ingiustizie che quotidianamente si

consumano, delle solitudini che ci

sfiorano, rimbocchiamoci le maniche,

preghiamo e mettiamo a disposizione del

Signore quel poco che siamo e la preghiera!

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.