giovedì 29 gennaio 2015

Il Vangelo del Venerdì 30 Gennaio 2015

1° Lettura, dalla lettera agli Ebrei (10,32-39). 
Dal Vangelo secondo Marco (4,26-34) anno B.
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il
regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul
terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme
germoglia e cresce.
Come, egli stesso non lo sa.
Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo,
poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando
il frutto è maturo, subito egli manda la falce,
perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno
di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo?
È come un granello di senape che, quando viene
seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi
che sono sul terreno; ma, quando viene seminato,
cresce e diventa più grande di tutte le piante dell'orto
e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono
fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava
loro la Parola, come potevano intendere.
Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi
discepoli spiegava ogni cosa.
Parola del Signore.
Quando si inizia un nuovo impegno o una nuova
esperienza, in genere si è sempre molto
motivati e pieni di entusiasmo.
Ma poi, pian piano, siamo generalmente molto
incostanti, per cui ciò che prima ci dava gioia e
soddisfazione, dopo un po’ ci risulta noioso.
Ciò può avvenire anche con le cose più sante;
perciò, veniamo esortati a non perdere l’iniziale
entusiasmo con il quale abbiamo abbracciato la fede,
che ci ha portati a compiere anche gesti degni di lode.
Ma la costanza è il banco di prova sul quale si
fonda la solidità del nostro cammino; la costanza
cresce nella misura in cui poniamo in ciò che
facciamo un po’ d’amore, perché solo così possiamo
vedere in esse la volontà di Dio che si manifesta.
Come ci fa comprendere Gesù con questa parabola.
La parabola del seminatore paziente è propria del
Vangelo di Marco; in essa Gesù, pur non dicendo
chiaramente cosa sia il Regno di Dio, fa comprendere
quali siano le sue caratteristiche.
Ci siamo mai domandati perché Gesù parla alla
folla in parabole, mentre spiega poi ai discepoli
più stretti il significato delle sue parole?
Gesù comprende che l’insegnamento sul Regno
è talmente importante che non può essere frainteso;
per questo motivo Egli affida il suo insegnamento
a delle storielle, delle parabole prese dalla quotidianità,
secondo una usanza tipica del suo tempo e della sua cultura.
Dunque, Gesù si dimostra rispettoso della capacità
di comprensione della folla, ma comunica anche
che il Regno è una realtà presente nella storia.
Per questo motivo siamo chiamati anche noi a
comprendere e prendere insegnamento dalle
parabole di Gesù, attraverso l’aiuto dello
Spirito e della preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.