giovedì 12 marzo 2020

Il Vangelo del Venerdì 13 Marzo 2020


Della 2° settimana di Quaresima.
Prima lettura dal libro della Gènesi (37,3-4.12-13a.17b-28)
Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli, perché era il figlio avuto in
vecchiaia, e gli aveva fatto una tunica con maniche lunghe.
I suoi fratelli, vedendo che il loro padre amava lui più di tutti i suoi figli,
lo odiavano e non riuscivano a parlargli amichevolmente.
I suoi fratelli erano andati a pascolare il gregge del loro padre a Sichem.
Israele disse a Giuseppe: «Sai che i tuoi fratelli sono al pascolo a Sichem?
Vieni, ti voglio mandare da loro».
Allora Giuseppe ripartì in cerca dei suoi fratelli e li trovò a Dotan.
Essi lo videro da lontano e, prima che giungesse vicino a loro, complottarono
contro di lui per farlo morire.
Si dissero l’un l’altro: «Eccolo! È arrivato il signore dei sogni! Orsù,
uccidiamolo e gettiamolo in una cisterna!
Poi diremo: “Una bestia feroce l’ha divorato!”.
Così vedremo che ne sarà dei suoi sogni!».
Ma Ruben sentì e, volendo salvarlo dalle loro mani, disse: «Non togliamogli la vita».
Poi disse loro: «Non spargete il sangue, gettatelo in questa cisterna che è nel
deserto, ma non colpitelo con la vostra mano»: egli intendeva salvarlo dalle
loro mani e ricondurlo a suo padre.
Quando Giuseppe fu arrivato presso i suoi fratelli, essi lo spogliarono della sua
tunica, quella tunica con le maniche lunghe che egli indossava, lo afferrarono
e lo gettarono nella cisterna: era una cisterna vuota, senz’acqua.
Poi sedettero per prendere cibo.
Quand’ecco, alzando gli occhi, videro arrivare una carovana di Ismaeliti
provenienti da Gàlaad, con i cammelli carichi di rèsina, balsamo e làudano,
che andavano a portare in Egitto.
Allora Giuda disse ai fratelli: «Che guadagno c’è a uccidere il nostro fratello
e a coprire il suo sangue?
Su, vendiamolo agli Ismaeliti e la nostra mano non sia contro di lui, perché
è nostro fratello e nostra carne».
I suoi fratelli gli diedero ascolto.
Passarono alcuni mercanti madianiti; essi tirarono su ed estrassero Giuseppe
dalla cisterna e per venti sicli d’argento vendettero Giuseppe agli Ismaeliti.
Così Giuseppe fu condotto in Egitto.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo (21,33-43.45-46) anno pari.
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate
un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna.
La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre.
La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini
a ritirare il raccolto.
Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero,
un altro lo lapidarono.
Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”.
Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede.
Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”.
Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la
vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: “La pietra che i
costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto
dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che
ne produca i frutti».
Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro.
Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
Non sa che fare, il Signore Gesù.
Ha raccontato il vero volto di Dio, ha accompagnato le sue parole con
gesti profetici ed eclatanti, con una commovente coerenza.
Ma non è servito; una crescente ostilità sta mettendo in discussione ogni sua
parola, ogni sua scelta.
La rinata classe sacerdotale e i devoti del tempo, lo contrastano perché non
amano mettersi in discussione.
La tensione nei confronti del Nazareno cresce, giorno per giorno, fino a far
presagire una tragica fine come, purtroppo, avverrà.
Non si aspettava una tale reazione il Maestro, e si interroga su cosa fare.
Prende in prestito la tragica parabola della vigna, che il suo uditorio conosce
bene, e chiede loro un consiglio; cosa deve fare il padrone?
Stolti! Non si accorgono che proprio di loro e della loro durezza sta parlando,
che sono proprio loro i vignaioli che non riconoscono né i servi, né il figlio.
Attenzione amici, è facile fare come loro, anche noi a volte, non siamo in grado
di riconoscere il Signore, perciò, facciamoci aiutare dalla preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.