martedì 10 dicembre 2024

Il Vangelo del Mercoledì 11 Dicembre 2024

 

Della 2° settimana di Avvento.

San Damaso I, Papa.

Prima Lettura.

Il Signore dà forza a chi è stanco.

Dal libro del profeta Isaìa (40,25-31)

«A chi potreste paragonarmi, quasi che

io gli sia pari?» dice il Santo.

Levate in alto i vostri occhi e guardate:

chi ha creato tali cose?

Egli fa uscire in numero preciso il loro

esercito e le chiama tutte per nome; per

la sua onnipotenza e il vigore della sua

forza non ne manca alcuna.

Perché dici, Giacobbe, e tu, Israele, ripeti:

«La mia via è nascosta al Signore e il mio

diritto è trascurato dal mio Dio»?

Non lo sai forse?

Non l'hai udito?

Dio eterno è il Signore, che ha creato

i confini della terra.

Egli non si affatica né si stanca, la sua

intelligenza è inscrutabile.

Egli dà forza allo stanco e moltiplica il

vigore allo spossato.

Anche i giovani faticano e si stancano,

gli adulti inciampano e cadono; ma quanti

sperano nel Signore riacquistano forza,

mettono ali come aquile, corrono senza

affannarsi, camminano senza stancarsi.

Parola di Dio.

Vangelo.

Venite a me, voi tutti che siete stanchi.

Dal Vangelo secondo

Matteo (11,28-30) anno dispari.

In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me,

voi tutti che siete stanchi e oppressi,

e io vi darò ristoro.

Prendete il mio giogo sopra di voi e

imparate da me, che sono mite e umile

di cuore, e troverete ristoro per la

vostra vita.

Il mio giogo infatti è dolce e il mio

peso leggero».

Parola del Signore.

Riflessine personale sul Vangelo di oggi.

Mettiamo le ali come aquile, riprendiamo

forza e vigore quando scopriamo di

essere amati.

Isaia si rivolge al popolo in esilio,

prigioniero di Nabucodonosor e lo invita

a guardare avanti, ad andare oltre.

Ammirando l’ordine del Creato,

la perfezione e la potenza del Cosmo,

il popolo ebraico scopre quanto

grande è l’intelligenza di Dio.

E la sua compassione.

Gesù si accorge della fatica che facciamo,

vede che siamo sballottati e privi di forze

e prova compassione.

Patisce insieme a noi, decide di

condividere il nostro dolore e la

nostra fatica.

L’incarnazione ci riempie di stupore;

Dio rinuncia alla sua divinità per

condividere ed assumere la nostra fatica,

la nostra stanchezza, per renderci simili

a Lui, come dicono i Padri della Chiesa.

Andiamo a Gesù, prendiamo su di noi,

sul serio, il giogo del Vangelo, la

prospettiva dell’amore, un carico leggero

e dolce, che ci aiuta a vedere noi stessi

e gli altri in una prospettiva diversa.

In questo cammino di conversione al

Natale vero, all’accoglienza interiore

di Cristo, alla riadesione al Vangelo

senza ‘se’ e senza ‘ma’ vogliamo tornare

all’essenziale della fede, al nucleo

centrale del messaggio Evangelico,

chiedendo aiuto alla preghiera.

Che è proprio questo; Dio ci ama fino

a diventare uomo, fino a rinunciare

a se stesso.

Potremo mai contenere tanta misericordia?

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.