martedì 12 maggio 2020

Il Vangelo del Mercoledì 13 Maggio 2020


Della 5° settimana di Pasqua.
Beata Vergine Maria di Fatima.
Prima lettura dagli Atti degli Apostoli (15,1-6)
In quei giorni, alcuni, venuti [ad Antiòchia] dalla Giudea, insegnavano ai
fratelli: «Se non vi fate circoncidere secondo l'uso di Mosè, non potete essere salvati».
Poiché Paolo e Bàrnaba dissentivano e discutevano animatamente contro costoro,
fu stabilito che  salissero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione.
Essi dunque, provveduti del necessario dalla Chiesa, attraversarono la Fenìcia e la
Samarìa, raccontando la conversione dei pagani e suscitando grande gioia in tutti i fratelli.
Giunti poi a Gerusalemme, furono ricevuti dalla Chiesa, dagli apostoli e dagli anziani,
e riferirono quali grandi cose Dio aveva compiuto per mezzo loro.
Ma si alzarono alcuni della setta dei farisei, che erano diventati credenti,
affermando: «È necessario circonciderli e ordinare loro di osservare la legge di Mosè».
Allora si riunirono gli apostoli e gli anziani per esaminare questo problema.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Giovanni (15, 1-8) anno pari.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre
mio è l'agricoltore.
Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta
frutto, lo pota perché porti più frutto.
Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi.
Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite,
così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci.
Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla.
Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono,
lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete
e vi sarà fatto.
In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
Siamo innestati in Lui è il tralcio alla vite, il ramo al tronco, perché da Lui e solo
da Lui riceviamo la linfa che ci fa esistere, la linfa che ci permette di crescere.
Perciò il Signore ci chiede con insistenza di non andarcene, di restare, di dimorare.
A questo serva la nostra piccola preghiera quotidiana, a ricevere linfa, a non andarcene.
E il vignaiolo sa che per portare frutto il tralcio deve essere tagliato, potato.
Così il tralcio convoglia tutta la sua vitale energia nel pezzo rimasto, caricandolo
di grappoli d’uva.
Ma noi, quando la vita ci pota, pensiamo che ci sia un’insanabile ingiustizia,
un intollerabile errore.
No; ogni disgrazia, ogni sventura, seppur dolorosa, può aiutarci a concentrare
la linfa vitale della nostra anima nelle poche cose che contano.
Non scordiamocelo mai, anche se non è sempre facile, ma la preghiera serve anche
per questo, per comprendere i progetti del Signore.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.