giovedì 18 aprile 2024

Il Vangelo del Venerdì 19 Aprile 2024

 Della 3° settimana di Pasqua.

San Leone IX, papa.

Prima lettura.

Egli è lo strumento che ho scelto

per me, affinché porti il mio nome

dinanzi alle nazioni.

Dagli Atti degli Apostoli (9,1-20)

Saulo, spirando ancora minacce e stragi

contro i discepoli del Signore, si presentò

al sommo sacerdote e gli chiese lettere

per le sinagoghe di Damasco, al fine di

essere autorizzato a condurre in catene

a Gerusalemme tutti quelli che avesse

trovato, uomini e donne, appartenenti

a questa Via.

E avvenne che, mentre era in viaggio

e stava per avvicinarsi a Damasco,

all'improvviso lo avvolse una luce dal

cielo e, cadendo a terra, udì una voce

che gli diceva: "Saulo, Saulo, perché

mi perséguiti?".

Rispose: "Chi sei, o Signore?".

Ed egli: "Io sono Gesù, che tu perséguiti!

Ma tu àlzati ed entra nella città e ti sarà

detto ciò che devi fare".

Gli uomini che facevano il cammino con

lui si erano fermati ammutoliti, sentendo

la voce, ma non vedendo nessuno.

Saulo allora si alzò da terra ma, aperti

gli occhi, non vedeva nulla. Così,

guidandolo per mano, lo condussero

a Damasco.

Per tre giorni rimase cieco e non prese

né cibo né bevanda.

C'era a Damasco un discepolo di

nome Anania.

Il Signore in una visione gli disse:

"Anania!".

Rispose: "Eccomi, Signore!".

E il Signore a lui: "Su, va' nella strada

chiamata Diritta e cerca nella casa di

Giuda un tale che ha nome Saulo,

di Tarso; ecco, sta pregando e ha visto

in visione un uomo, di nome Anania,

venire a imporgli le mani perché

recuperasse la vista".

Rispose Anania: "Signore, riguardo a

quest'uomo ho udito da molti quanto male

ha fatto ai tuoi fedeli a Gerusalemme.

Inoltre, qui egli ha l'autorizzazione dei

capi dei sacerdoti di arrestare tutti quelli

che invocano il tuo nome".

Ma il Signore gli disse: "Va', perché egli

è lo strumento che ho scelto per me,

affinché porti il mio nome dinanzi alle

nazioni, ai re e ai figli d'Israele; e io gli

mostrerò quanto dovrà soffrire per il

mio nome".

Allora Anania andò, entrò nella casa,

gli impose le mani e disse: "Saulo, fratello,

mi ha mandato a te il Signore, quel

Gesù che ti è apparso sulla strada che

percorrevi, perché tu riacquisti la vista

e sia colmato di Spirito Santo".

E subito gli caddero dagli occhi come

delle squame e recuperò la vista.

Si alzò e venne battezzato, poi prese

cibo e le forze gli ritornarono.

Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli

che erano a Damasco, e subito nelle

sinagoghe annunciava che Gesù è

il Figlio di Dio.

Parola di Dio.

Vangelo.

La mia carne è vero cibo e il mio

sangue vera bevanda.

Dal Vangelo secondo Giovanni (6,52-59) anno pari.

Allora i Giudei si misero a discutere

aspramente fra loro: "Come può costui

darci la sua carne da mangiare?".

Gesù disse loro: "In verità, in verità io

vi dico: se non mangiate la carne del

Figlio dell'uomo e non bevete il suo

sangue, non avete in voi la vita.

Chi mangia la mia carne e beve il mio

sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò

nell'ultimo giorno.

Perché la mia carne è vero cibo e il

mio sangue vera bevanda.

Chi mangia la mia carne e beve il mio

sangue rimane in me e io in lui.

Come il Padre, che ha la vita, ha mandato

me e io vivo per il Padre, così anche colui

che mangia me vivrà per me.

Questo è il pane disceso dal cielo; non è

come quello che mangiarono i padri

e morirono.

Chi mangia questo pane vivrà in eterno".

Gesù disse queste cose, insegnando nella

sinagoga a Cafàrnao.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

La tensione fra Gesù e la folla dei suoi

discepoli che lo hanno cercato dopo il

fallimentare miracolo della moltiplicazione

dei pani e dei pesci, è ormai al culmine.

Gesù, adombrando un altro pane che

dona vita, che sazia per sempre, più

grande della manna data da Mosè,

sembra riferirsi all’Eucarestia, al dono

totale di sé.

E, così, giunge a chiedere ai suoi discepoli

una sorta di ‘cannibalismo’ rituale; di

cibarsi del suo corpo, di bere il suo sangue.

I biblisti discutono se queste parole siano

state rilette dalla comunità cristiana dopo

la resurrezione, calcando un pò la

mano, o meno.

Poco importa; sappiamo che per la

comunità cristiana il desiderio di Gesù

di consegnarsi ai suoi discepoli nasce

in questo contesto, sappiamo che per

la prima comunità la cena, quella cena,

è il segno della presenza del Signore.

Gesù dice che cibarsi di Lui (nell’Eucarestia)

ci fa dimorare in Lui e vivere per Lui.

L’Eucarestia, segno efficace della

presenza del risorto, ci innesta in Cristo,

ci permette di conoscerlo e di

configurarci a Lui.

Vogliamo, allora, prepararci all’ormai

prossima Domenica mettendo al centro

la celebrazione, anche se spesso celebrata

in contesti di abitudine e di stanchezza,

recuperandone il valore salvifico assoluto,

chiedendo aiuto alla preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.