Il Vangelo della Domenica
di Pentecoste
1° Lettura dagli Atti
degli Apostoli (2,1-11).
2° Lettura dalla lettera
di San Paolo apostolo
ai Galati (5,16-25).
Dal Vangelo secondo Giovanni
(15,26-27.16,12-15) anno B.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
“Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò
dal Padre, lo Spirito della verità che procede
dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche
voi date testimonianza, perché siete con me fin
dal principio.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento
non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi
guiderà
a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso,
ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà
le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che
è mio e ve lo annuncerà.
Tutto quello che il Padre possiede è mio; per
questo
ho detto che prenderà da quel che è mio e
ve lo annuncerà”.
Parola del
Signore.
Babele era
il luogo nel quale Dio aveva confuso
tutte le
lingue degli uomini, perché essi accecati
dalla loro
superbia, non si capissero più.
La superbia,
infatti, crea sempre divisioni e non
permette di
parlare una lingua comune.
A
Gerusalemme, il giorno di Pentecoste, avviene
un miracolo
atteso da secoli; il peccato che ha
diviso gli
uomini viene cancellato dallo Spirito Santo,
che ricrea
l’unità fra tutti gli uomini e tra essi e Dio.
Lo Spirito
Santo scende e crea la Chiesa, cioè la
comunità dei
credenti che per tutti i secoli parlerà
la stessa
lingua.
Anche se non
ne siamo consapevoli, nella nostra
vita si
svolge quotidianamente una lotta drammatica,
che vede
schierate due potenze; la carne e lo Spirito.
Queste due
forze sono in perpetua lotta tra di loro,
in quanto
hanno interessi e scopi opposti.
Potremmo
fare un lungo elenco delle tentazione della
carne;
quante volte ci sentiamo schiavi di essi,
ed incapaci
di liberarcene?
D’altro
canto, i frutti dello Spirito in noi, invece,
manifestano
un’armonia ed una vita vissuta in
unione con
Dio.
Come è
successo agli Apostoli.
Gesù ha
messo nel loro cuore, il seme della sua dottrina.
Ma questo
seme, per giungere alla maturazione,
necessita
dello Spirito Santo.
Gesù nel
Vangelo di Luca, dirà che Dio non nega il dono
più
importante a chi glielo chiede; quello dello Spirito Santo.
Ciò
significa che noi non possiamo chiedere a Dio
qualcosa di
migliore che non sia già presente in esso.
Dunque,
anche noi in questa solennità di Pentecoste,
apriamoci
alla grazia e non mettiamo alcun limite
all’azione
dello Spirito, aiutandoci con la preghiera.
Vieni,
Santo Spirito, manda a noi dal cielo
un
raggio della tua luce.
Vieni,
padre dei poveri, vieni, datore dei doni,
vieni,
luce di cuori.
Consolatore
perfetto, ospite dolce dell’anima,
dolcissimo
sollievo.
Nella
fatica, riposo, nella calura, riparo,
nel
pianto, conforto.
O
luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore
dei
tuoi fedeli.
Senza
la tua forza, nulla è nell’uomo,
nulla
senza colpa.
Lava
ciò che è sordido, bagna ciò che è arido,
sana
ciò che sanguina.
Piega
ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido,
drizza
ciò che è sviato.
Dona
ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi,
santi
doni.
Dona
virtù e premio, dona morte santa,
dona
gioia eterna.
Santa
Domenica di Pentecoste, Fausto.