giovedì 19 marzo 2020

Il Vangelo del Venerdì 20 Marzo 2020


Della 3° settimana di Quaresima.
Prima lettura dal libro del profeta Osèa (14,2-10)
Così dice il Signore: «Torna, Israele, al Signore, tuo Dio, poiché hai
inciampato nella tua iniquità.
Preparate le parole da dire e tornate al Signore; ditegli: "Togli ogni iniquità,
accetta ciò che è bene: non offerta di tori immolati, ma la lode delle nostre labbra.
Assur non ci salverà, non cavalcheremo più su cavalli, né chiameremo più "dio
nostro" l'opera delle nostre mani, perché presso di te l'orfano trova misericordia".
Io li guarirò dalla loro infedeltà, li amerò profondamente, poiché la mia ira
si è allontanata da loro.
Sarò come rugiada per Israele; fiorirà come un giglio e metterà radici come
un albero del Libano, si spanderanno i suoi germogli e avrà la bellezza
dell'olivo e la fragranza del Libano.
Ritorneranno a sedersi alla mia ombra, faranno rivivere il grano, fioriranno
come le vigne, saranno famosi come il vino del Libano.
Che ho ancora in comune con gli ìdoli, o Èfraim?
Io l'esaudisco e veglio su di lui; io sono come un cipresso sempre verde,
il tuo frutto è opera mia.
Chi è saggio comprenda queste cose, chi ha intelligenza le comprenda;
poiché rette sono le vie del Signore, i giusti camminano in esse, mentre
i malvagi v'inciampano».
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Marco (12,28b-34) anno pari.
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual
è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l'unico
Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua
anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza".
Il secondo è questo: "Amerai il tuo prossimo come te stesso".
Non c'è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli
è unico e non vi è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta
l'intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale
più di tutti gli olocàusti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non
sei lontano dal regno di Dio».
E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
Il centro della nostra fede resta l’amore.
Amare Dio con tutte le forze significa amarlo al meglio delle proprie possibilità,
non amarlo di un amore teorico, impossibile.
A volte, avvicinandoci a Dio, siamo pieni di sensi di colpa per non saperlo amare.
In realtà Dio non ci chiede un amore perfetto, assoluto, come il suo, ma un amore
proporzionato alle nostre capacità, un amore fatto di intelligenza e di passione.
Rispetto al secondo precetto, poi, il Signore ci chiede di amare gli altri con
l’amore che ci deriva da Lui.
Non è un amore di simpatia, ma un amore teologico, che proviene da Dio.
Nelle relazioni siamo tutti spinti verso le persone che ci piacciono, con cui
entriamo in sintonia.
L’amore che proviene da Dio ci aiuta, addirittura, ad amare le persone moleste.
Sicuramente, non è facile, ma abbiamo la preghiera che può aiutarci ad
assomigliare almeno un pò a Dio.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

E anche oggi amici ci troviamo assieme a pregare per questo momento tragico, con l'aiuto della Novena all'Amore Misericordioso con il 9° giorno.


Novena all’Amore Misericordioso 9° Giorno.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Preghiera introduttiva.
Gesù mio, grande è il mio dolore considerando la disgrazia che ho avuto di
offenderti tante volte.
Tu invece, con cuore di Padre, non solo mi hai perdonato, ma con le tue parole:
“Domandate ed otterrete”, mi inviti a chiederti quanto mi è necessario.
Pieno di fiducia ricorro al tuo Amore Misericordioso, affinchè mi conceda ciò che
imploro in questa novena e soprattutto la grazia di cambiare la mia condotta e d’ora
innanzi di testimoniare la mia fede con le opere, vivendo secondo i tuoi precetti,
e di ardere nel fuoco della tua carità.
Meditazione sulle parole del Padre Nostro.
“Ma liberami dal male. Amen”.
Chiediamo che Dio ci liberi da ogni male, cioè dai mali dell’anima e da quelli del
corpo, da quelli eterni e da quelli temporali; dai passati, dai presenti e dai futuri;
dai peccati, dai vizi, dalle passioni disordinate, dalle cattive inclinazioni e dallo
spirito d’ira e di superbia.
Lo chiediamo dicendo Amen, con intensità, affetto e fiducia, poiché Dio vuole
e comanda che chiediamo così.
Domanda.
Gesù mio, a te ricorro in questa tribolazione.
Se tu vuoi usare la tua clemenza con questa misera creatura tua, trionfi la tua bontà.
Per il tuo amore e la tua misericordia perdona le mie colpe; e anche se indegno di
ottenere ciò che ti domando, esaudisci pienamente i miei desideri se è per la tua
gloria e per il bene della mia anima.
Nelle tue mani mi abbandono; fa di me ciò che a te è gradito.
Chiediamo la grazia che desideriamo ottenere con questa novena; affidiamo
all’Amore Misericordioso, attraverso l’intercessione della Beata Madre Speranza,
tutte le nostre intenzioni, e in particolar modo l’epidemia del Coronavirus, perché
il Signore possa fermare questa epidemia, sostenga chi è stato contagiato e dia la
forza a medici e infermieri di fare bene il loro prezioso lavoro, aggiungiamo
anche Giorgio che sta combattendo con un tumore,
ed anche la Sara ed il suo piccolo bimbo.
Preghiera.
Gesù mio, lavami col Sangue del tuo divino costato, e fammi tornare puro alla
vita della tua grazia.
Entra, Signore, nella mia povera stanza e riposa con me; accompagnami nel
pericoloso cammino che percorro affinchè non mi perda.
Sostieni, Signore, la debolezza del mio spirito e consola le angustie del mio
cuore dicendomi che, per la tua misericordia, non lascerai di amarmi un solo
momento e che sarai sempre con me.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

Oggi amici è la festa del papà e mi sono chiesto; come deve essere veramente un papà; e mi sono ricordato di un papà particolare, Giuseppe.


Giuseppe il grande e il giusto.
Parliamo un pò, amici, di Giuseppe uomo giusto.
Colui che ha saputo donarci  una grande pagina poetica di fiducia
e abbandono nel Signore.
Giuseppe sta organizzando casa per accogliere Maria.
È un bravo ragazzo, un onesto lavoratore ed è sufficientemente devoto,
insomma; un buon partito.
È contento di accogliere Maria, che è una ragazza timida ma decisa, gentile
e di bell'
aspetto; molti lo considerano fortunato di avere in sposa la piccola
adolescente di Nazareth.
In questo clima di festa matrimoniale, arriva la doccia fredda.
Matteo, tutela della privacy, non ci spiega come Giuseppe sia venuto a
conoscenza della gravidanza di Maria.
Dubito che si siano incontrati, forse è stata la madre Anna a comunicargli
la notizia, chissà.
Possiamo, però immaginare la notte insonne di Giuseppe, la peggiore della sua vita.
Ma come? Maria?
La mia piccola Maria?
E chi sarà il padre?
Io che pensavo fosse una così brava ragazza!
Che stupido sono stato!
Ma ci sarà una ragione, qualcuno avrà abusato della sua gentilezza.
Giuseppe non riesce a prendere sonno, si gira e si rigira sul giaciglio, come
fa la porta sui cardini.
Ma, oltre alla profonda ferita di un amore tradito, Giuseppe deve
affrontare l’incubo del futuro.
Cosa deve fare?
A norma di legge (Dt 22,21), Giuseppe deve svegliarsi e radunare altri uomini della
comunità dicendo che quel bambino non è suo, e subito Maria sarà lapidata a morte.
Per essere un buon credente e un devoto, deve uccidere Maria.
(Non è folle che, a volte, gli uomini compiano cose orribili in nome di Dio?).
Giuseppe deve informare il rabbino del fattaccio e ripudiare la futura sposa,
che rimarrà a casa dei propri genitori piena di vergogna, segnata per tutta la vita.
E, a questo punto, succede l’incredibile.
Giuseppe, che è un giusto, trova una soluzione.
Mentirà.
Dirà che si è stancato di Maria, la ripudierà, salvandole l’onore.
Certo, nessuno prenderà più in sposa una donna che ha avuto un figlio da un
altro uomo, ma, almeno, girerà a testa alta nelle strade di Nazareth.
Giuseppe è grandioso; non rispetta la Legge attribuita a Dio e decide di mentire.
Matteo ci dice che Giuseppe è giusto.
A volte la legge di Dio, quella autentica, passa attraverso la trasgressione della
legge degli uomini, quella attribuita a Dio.
Giusto è un titolo straordinario, in Israele.
È, forse, il più bel complimento che si possa fare ad un ebreo.
Giuseppe è giusto come Dio è giusto, perché non giudica secondo le
apparenze, perché si sacrifica, supera il suo orgoglio di maschio ferito (terribile!),
e salva Maria e Dio.
Immenso Giuseppe, falegname abituato a riconoscere l’essenza di un legno,
a piallare un asse, non ad inseguire fini ragionamenti che lo mettono in crisi!
Ha deciso, anche se continua a non prendere sonno.
E, proprio quando ha scelto di salvare Maria, quando si è dato pace, quando ha
superato il proprio orgoglio, arriva, in sogno, un angelo che lo rassicura.
Va tutto bene, gli dice l’angelo, hai a che fare col mistero.
Fai bene a fidarti di Maria, è prodigioso ciò che le è capitato, colui che porta

in grembo non è il figlio di un altro uomo, ma di Dio stesso.
Caspita, mica una barzelletta!
Maria lo partorirà e tu, Giuseppe, gli darai il nome, cioè l’identità, il carattere, l’educazione.
A Maria l’angelo chiede di collaborare.
A Giuseppe l’angelo chiede di insegnare a Dio a diventare uomo.
Anche lui, Giuseppe, deve cambiare la sua vita, i suoi desideri, le sue scelte,
adeguarli all’evento improvviso di un Dio che decide di diventare uomo.
Giuseppe obbedisce; è grande!
Si sveglia e prende con sé Maria.
Leggo e rileggo questa conclusione sconcertante.
Non si arrabbia Giuseppe, non mette le mani addosso a Maria per punirla
del suo tradimento; NO.
Si alza e obbedisce; fantastico!
Non fa commenti, non approfondisce ulteriormente, si fida e basta, accetta,
accoglie, l’ho sempre detto io, per imparare non dobbiamo andare dai sapienti,
ma dagli umili giusti.
La sua vita, ora, è radicalmente cambiata, ma va bene così; ha a che fare
con il mistero di Dio.
Grandioso Giuseppe; uomo giusto, e noi?
Speriamo, la speranza non deve mai mancare.
Impariamo da Giuseppe a fidarci; ad avere fiducia in Dio, a credere che Lui
è venuto a farsi uomo, perché tutti noi imparassimo ad essere uomini.
Fidiamoci ciecamente, come ha fatto Giuseppe, magari non riceveremo da
custodire suo Figlio, ma di farlo conoscere ed amare, quello sì.
Ed in questo terribile momento che stiamo vivendo; rimango in attesa, allora,
come spero tutti voi amici, dell’aiuto del Signore per capire i suoi progetti,
per capire le nostre fragilità, ma soprattutto, per comprendere in questo particolare
momento, il vero valore della famiglia e cosa vuol dire essere padre, per questo
chiedo l’aiuto ad un grande (san Giuseppe); un Augurio a tutti i papà del mondo,
ed anche a tutti quelli che ora riposano in Cielo, Fausto.