mercoledì 19 marzo 2025

Il Vangelo del Giovedì 20 Marzo 2025

 

Della 2° settimana di Quaresima.

San Giovanni Nepomuceno,

sacerdote e martire.

Prima lettura.

Maledetto chi confida nell'uomo;

benedetto chi confida nel Signore.

Dal libro del profeta Geremìa (17,5-10)

Così dice il Signore: «Maledetto l'uomo

che confida nell'uomo, e pone nella

carne il suo sostegno, allontanando

il suo cuore dal Signore.

Sarà come un tamerisco nella steppa;

non vedrà venire il bene, dimorerà in

luoghi aridi nel deserto, in una terra di

salsedine, dove nessuno può vivere.

Benedetto l'uomo che confida nel

Signore e il Signore è la sua fiducia.

È come un albero piantato lungo un corso

d'acqua, verso la corrente stende le radici;

non teme quando viene il caldo, le sue

foglie rimangono verdi, nell'anno della

siccità non si dà pena, non smette di

produrre frutti.

Niente è più infido del cuore e

difficilmente guarisce!

Chi lo può conoscere?

Io, il Signore, scruto la mente e saggio

i cuori, per dare a ciascuno secondo la

sua condotta, secondo il frutto delle

sue azioni».

Parola di Dio.

Vangelo.

Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni,

e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è

consolato, tu invece sei in

mezzo ai tormenti.

Dal Vangelo secondo

Luca (16,19-31) anno dispari.

In quel tempo, Gesù disse ai farisei:

«C'era un uomo ricco, che indossava

vestiti di porpora e di lino finissimo,

e ogni giorno si dava a lauti banchetti.

Un povero, di nome Lazzaro, stava alla

sua porta, coperto di piaghe, bramoso

di sfamarsi con quello che cadeva dalla

tavola del ricco; ma erano i cani che

venivano a leccare le sue piaghe.

Un giorno il povero morì e fu portato

dagli angeli accanto ad Abramo.

Morì anche il ricco e fu sepolto.

Stando negli inferi fra i tormenti, alzò

gli occhi e vide di lontano Abramo,

e Lazzaro accanto a lui.

Allora gridando disse: "Padre Abramo,

abbi pietà di me e manda Lazzaro a

intingere nell'acqua la punta del dito

e a bagnarmi la lingua, perché soffro

terribilmente in questa fiamma".

Ma Abramo rispose: "Figlio, ricòrdati

che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi

beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in

questo modo lui è consolato, tu invece

sei in mezzo ai tormenti.

Per di più, tra noi e voi è stato fissato

un grande abisso: coloro che di qui

vogliono passare da voi, non possono,

né di lì possono giungere fino a noi".

E quello replicò: "Allora, padre, ti prego

di mandare Lazzaro a casa di mio padre,

perché ho cinque fratelli.

Li ammonisca severamente, perché non

vengano anch'essi in questo luogo

di tormento".

Ma Abramo rispose: "Hanno Mosè e

i Profeti; ascoltino loro".

E lui replicò: "No, padre Abramo, ma

se dai morti qualcuno andrà da loro,

si convertiranno".

Abramo rispose: "Se non ascoltano

Mosè e i Profeti, non saranno persuasi

neanche se uno risorgesse dai morti"».

Parola del Signore.

Riflessione personale sul Vangelo di oggi.

Non ha nome il ricco che banchetta senza

accorgersi del povero che muore alla

sua porta.

Solo un aggettivo lo identifica; epulone,

cioè esagerato, crapulone.

Non ha un nome; Dio non lo conosce,

non sa chi sia.

Non ha un nome, non ha identità come,

invece, ha il povero Lazzaro che riceve

solo attenzione dai cani (quante volte

ancora oggi succede così!).

Non si dice che sia particolarmente

malvagio, il ricco, forse la sua ricchezza

è frutto della sua abilità imprenditoriale.

Ma la ricchezza gli ha chiuso il cuore,

ha innalzato intorno a lui un alto muro

di indifferenza, ha scavato un abisso che

neppure Dio riesce a colmare.

Nel momento della verità, la morte,

il ricco scopre quella sete che aveva

ignorato, una sete di felicità che

lo tormenta.

Nel drammatico dialogo con Dio, vedendo

il padre Abramo che abbraccia il povero

Lazzaro, egli chiede prima di bere e,

poi, di poter avvisare i propri famigliari.

Ingenuo e sciocco; l’abisso in cui è

sprofondato l’ha scavato con le

proprie mani!

Attenti, discepoli del Signore, a non fare

lo stesso errore; approfittiamo dei tanti

profeti che ci circondano, preghiamo,

spalanchiamo il cuore e l’intelligenza

per soccorrere il povero che muore

alla porta di casa.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.