Della 29° settimana del Tempo Ordinario.
Sant'Antonio Maria Claret, Vescovo.
Prima lettura dalla lettera
di san Paolo apostolo agli Efesìni (4,7-16)
Fratelli, a ciascuno
di noi, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo.
Per questo è detto: «Asceso
in alto, ha portato con sé prigionieri, ha distribuito
doni agli uomini».
Ma cosa significa che
ascese, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra?
Colui che discese è lo
stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per essere
pienezza di tutte le
cose.
Ed egli ha dato ad
alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora
di essere evangelisti,
ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli
a compiere il
ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo
tutti all'unità della
fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all'uomo perfetto,
fino a raggiungere la misura
della pienezza di Cristo.
Così non saremo più
fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi
vento di dottrina,
ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all'errore.
Al contrario, agendo
secondo verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa
tendendo a lui, che è
il capo, Cristo.
Da lui tutto il corpo,
ben compaginato e connesso, con la collaborazione di ogni giuntura,
secondo l'energia
propria di ogni membro, cresce in modo da edificare se stesso nella carità.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Luca
(13,1-9) anno pari.
In quel tempo, si
presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui
sangue Pilato aveva
fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici.
Prendendo la parola,
Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori
di tutti i Galilei,
per aver subìto tale sorte?
No, io vi dico, ma se
non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.
O quelle diciotto
persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete
che fossero più
colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme?
No, io vi dico, ma se
non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa
parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua
vigna e venne a
cercarvi frutti, ma non ne trovò.
Allora disse al
vignaiolo: "Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su
quest'albero, ma non
ne trovo.
Tàglialo dunque!
Perché deve sfruttare
il terreno?".
Ma quello gli rispose:
"Padrone, lascialo ancora quest'anno, finché gli avrò
zappato attorno e avrò
messo il concime.
Vedremo se porterà
frutti per l'avvenire; se no, lo taglierai"».
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
All’origine della morte dei
diciotto cittadini rimasti schiacciati dal crollo della
torre di Siloe non vi è l’intervento
di Dio ma l’imperizia dei costruttori!
Gesù, con una sola battuta,
smentisce la nostra idea della sofferenza come
punizione divina, riconducendo l’origine
della disgrazia a ragioni molto più
semplici e verificabili.
Ma, aggiunge ii Signore, questi
eventi sono un’opportunità per riflettere sulla
brevità della vita, sulla necessità
di andare all’essenziale.
Se la nostra vita può essere
portata via da un incidente o dalla follia di un procuratore
romano, allora va vissuta con
intensità e verità giorno per giorno, per convertirci
alla buona notizia del Regno
perché se la morte è un evento drammatico, la morte
dell’anima è peggiore.
La sofferenza non è una punizione
divina, ma l’opportunità di una riflessione che ci
indirizzi verso orizzonti più
ampi ed autentici, sempre e solo con l’iuto della preghiera.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci
indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli.
Amen.
Buona giornata, Fausto.