giovedì 18 ottobre 2018

Il Vangelo del Venerdì 19 Ottobre 2018


Della 28° settimana del Tempo Ordinario.
S. Paolo della Croce, sacerdote.
1° Lettura dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni (1,11-14)
Dal Vangelo secondo Luca (12,1-7) anno pari.
In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si
calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli:
«Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia.
Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non
sarà conosciuto.
Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che
avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.
Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e
dopo questo non possono fare più nulla.
Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver
ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna.
Sì, ve lo dico, temete costui.
Cinque passeri non si vendono forse per due soldi?
Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio.
Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati.
Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
L’ipocrisia è davvero un veleno, soprattutto nella relazione con Dio.
Essa è una manipolazione della verità, sostituita con verità incomplete, con
bugie e con omissioni.
Per questo inquina ogni atto, dando un che di falso e di ingannevole a ciò che,
invece, è sacrosanto e merita la purezza dell’onestà interiore.
Perché Gesù definisce i farisei come ipocriti?
Semplicemente perché gli atti di culto che essi compivano non erano fatti
veramente per incontrare Dio; essi si comportavano così per farsi vedere
dagli altri e per porsi, davanti alla gente, come modelli di santità.
Questo, davanti a Dio, non può che essere sgradito e falso.
Non dobbiamo compiere degli atti di culto solo perché siamo costretti a farli
o perché così gli altri possono pensare bene di noi; finiremmo per essere
degli ipocriti, proprio come i farisei.
La fede è un’esperienza da vivere, non una serie di atti da compiere per
accontentare Dio o per metterci in mostra.
Viviamo perciò la fede, solo per amore del Signore, magari possiamo farci
aiutare dalla preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.