sabato 20 giugno 2020

Il Vangelo di Domenica 21 Giugno 2020


Della 12° settimana del Tempo Ordinario.
Prima lettura dal libro del profeta Geremìa (20,10-13)
Sentivo la calunnia di molti: «Terrore all'intorno!
Denunciatelo! Sì, lo denunceremo».
Tutti i miei amici aspettavano la mia caduta: «Forse si lascerà trarre in inganno,
così noi prevarremo su di lui,
ci prenderemo la nostra vendetta».
Ma il Signore è al mio fianco come un prode valoroso, per questo i miei
persecutori vacilleranno e non potranno prevalere; arrossiranno perché non
avranno successo, sarà una vergogna eterna e incancellabile.
Signore degli eserciti, che provi il giusto, che vedi il cuore e la mente, possa
io vedere la tua vendetta su di loro, poiché a te ho affidato la mia causa!
Cantate inni al Signore, lodate il Signore, perché ha liberato la vita del
povero dalle mani dei malfattori.
Parola di Dio.
Seconda lettura dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (5,12-15)
Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e,
con il peccato, la morte, così in tutti gli uomini si è propagata la morte,
poiché tutti hanno peccato.
Fino alla Legge infatti c'era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non
può essere imputato quando manca la Legge, la morte regnò da Adamo fino
a Mosè anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della
trasgressione di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.
Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo
tutti morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del
solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo (10,26-33) anno A.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non abbiate paura degli uomini,
poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non
sarà conosciuto.
Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate
all'orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere
di uccidere l'anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far
perire nella Geenna e l'anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo?
Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro.
Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati.
Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò
davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli
uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
La paura domina le nostre giornate.
Del coronavirus, del terrorismo, della crisi economica, dei vaccini, di quelli
che non fanno i vaccini.
Paura che crea scene di panico mentre si guarda una partita.
Paura che intossica le nostre relazioni.
E ai discepoli che vivono la speranza del Risorto, animati dallo Spirito, nutriti
dal pane di vita, la gente dice; siete matti.
Altri, dopo le profonde ombre che hanno intossicato l’immagine della Chiesa,
penso agli scandali economici, alla pedofilia, dicono; siete il male.
Siamo in buona compagnia; è la stessa accusa che è stata rivolta a Gesù.
Non bisogna avere paura di coloro che accusano Gesù e noi di essere degli
indemoniati perché diversi da ciò che la gente si aspetta.
Anzi; se abbiamo il coraggio di annunciare ciò che nel segreto del nostro cuore
abbiamo scoperto, ci saranno delle persone che capiranno ciò che stiamo vivendo.
Di certo che ci prendono per matti, qualcuno sentirà risuonare in sé con forza
e verità la Parola.
Come è successo a noi. Come è successo a me.
Quelli che non capiscono e che ti prendono per Satana possono giungere
ad usare la violenza pensando di compiere la volontà di Dio, come accade
tragicamente fra i terroristi.
Ma per quanto possiamo essere spazzati via abbiamo una parte assoluta,
preziosa, immortale; l’anima.
Non dobbiamo temere gli uomini, ci dice oggi il Signore, ma l’avversario che
può portare la nostra anima nell’immondezzaio, facendola morire.
Quindi l’anima muore.
E questo sì che dovrebbe preoccuparci.
Come resistere nella persecuzione? E alla tentazione?
E davanti alla paura che avvelena le relazioni?
Confidando nel Dio di Gesù, che ci conosce e ci ama, che conta i capelli
del capo e le vicissitudini dei passeri.
Come scrive magnificamente padre Ronchi; il nostro nido sono le sue mani.
Dio ci conosce, ci protegge, non permette che ci perdiamo, che ci lasciamo
travolgere dalla paura.
E il passero non cade a terra perché Dio lo vuole, come traduce erroneamente
il nostro testo, ma il passero non cade in terra lontano da Dio.
Davanti alle accuse, alla paura, al disfacimento del nostro mondo, ancora una
volta siamo chiamati ad avere un’immensa fiducia nel Padre.
Questo è il tempo della testimonianza.
Molti fratelli e sorelle sono chiamati a dare testimonianza con il sangue.
Come hanno fatto, ancora recentemente, inermi cristiani copti, donne e bambini,
in pellegrinaggio verso un monastero, trucidati perché cristiani.
Gesù ci chiede di riconoscerlo davanti agli uomini.
Di rendere visibile, rintracciabile la nostra fede.
Cosa significa riconoscere Gesù davanti agli uomini? O rinnegarlo?
Io non so se sarò in grado di rendergli testimonianza davanti alla persecuzione.
So però che Egli non mi rinnega mai, come scrive san Paolo; questa parola
è degna di fede; se moriamo con Lui, con Lui anche vivremo; se perseveriamo,
con Lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, Lui pure ci rinnegherà; se siamo
infedeli, lui rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso. (2Tm 2,11-13)
Non pensiamo subito alle grandi prove ma a quelle piccole di tutti i giorni,
quando ci viene chiesto di rendergli testimonianza.
Non abbiate paura.
Per tre volte in pochi versetti (10,26.28.31) Gesù ci chiede di non avere paura.
La prima paura da fuggire è di loro, cioè di coloro che accusano Gesù e noi di
essere del demonio, della tenebra.
Di coloro che giudicano.
È una paura radicata e diffusa che, addirittura, rischiamo di santificare
credendola devota e gradita a Dio.
Essere giudicati dagli altri, dover dimostrare di valere, dimostrare anche a noi
stessi, rischia di farci sprofondare nella paura.
Gli altri ci vedono male, ci vedono come il male, giudicano ciò che facciamo,
abbiamo visto in questo periodo di pandemia, ci hanno incolpati di essere gli
untori, ed anche quelli che buttano i soldi dalla finestra.
È un percorso lungo e doloroso e Gesù suggerisce la direzione; dall’intimo al
pubblico, da dentro a fuori.
Dio solo conosce e vede con autenticità ciò che siamo, ciò che desideriamo,
davanti a Lui tutto è nudo e intellegibile.
Questa parte curiamo di noi, senza preoccuparci troppo del giudizio degli altri.
La seconda paura è nei confronti di coloro che uccidono il corpo.
E quanti ce ne sono!
Coloro che ci sfiniscono, che pretendono (dalla linea, alla bellezza, al carattere,
di nuovo in pieno nel giudizio!).
Il rischio, ammonisce Gesù è di concentrarci talmente tanto su questi giudizi da
dimenticare che abbiamo un’anima.
Quanto è trascurata la nostra anima!
La terza paura è quella di non valere.
Di non essere amati, di essere sbagliati, di essere inutili, superflui, uno fra miliardi,
un nulla assurdo e senza senso.
E cedere alla follia del mondo che ci propone di emergere, di contare, costi
quel che costi.
L’unica cura è la meditazione dei passeri!
Un secondo aspetto, già accennato, è la possibilità di far morire l’anima.
Abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geenna
sia l’anima che il corpo.
Gesù dà delle indicazioni; il corpo portato nelle Geenna, una delle vallate ai
piedi di Gerusalemme, mai abitata perché in passato vi si praticavano sacrifici
umani e, al tempo di Gesù, era usata come immondezzaio, spegne l’anima.
Se lasciamo scivolare il nostro corpo, cioè la nostra vita, il nostro pensiero,
il nostro giudizio, verso l’immondizia, e il sacrificio degli altri, mancando di
rispetto, svalutando le persone e le cose, uccidiamo la nostra anima.
Occuparsi del corpo, delle emozioni, delle relazioni, coltivandole e onorandole,
significa nutrire l’anima.
Di color che ci spingono verso la Geenna dobbiamo avere paura!
Custodite i corpi, coltivate l’anima amici e, non abbiate più paura!
Spero che quello che è successo in questo periodo ci abbia fatto riflettere,
e ci faccia avere più fiducia nel Signore, Santa Domenica amici, Fausto.