lunedì 3 giugno 2024

Il Vangelo del Martedì 4 Giugno 2024

 

Della 9° settimana del Tempo Ordinario.

San Francesco Caracciolo.

Prima lettura.

Aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova.

Dalla seconda lettera di san Pietro

apostolo (3,11b-15a.17-18)

Carissimi, quale deve essere la vostra

vita nella santità della condotta e nelle

preghiere, mentre aspettate e affrettate

la venuta del giorno di Dio, nel quale

i cieli in fiamme si dissolveranno e gli

elementi incendiati fonderanno!

Noi infatti, secondo la sua promessa,

aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova,

nei quali abita la giustizia.

Perciò, carissimi, nell’attesa di questi

eventi, fate di tutto perché Dio vi trovi

in pace, senza colpa e senza macchia.

La magnanimità del Signore nostro

consideratela come salvezza.

Voi dunque, carissimi, siete stati avvertiti:

state bene attenti a non venir meno nella

vostra fermezza, travolti anche voi

dall’errore dei malvagi.

Crescete invece nella grazia e nella

conoscenza del Signore nostro e salvatore

Gesù Cristo.

A lui la gloria, ora e nel giorno

dell’eternità. Amen.

Parola di Dio.

Vangelo.

Quello che è di Cesare rendetelo a

Cesare, e quello che è di Dio, a Dio.

Dal Vangelo secondo Marco (12,13-17) anno pari.

In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni

farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo

nel discorso.

Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo

che sei veritiero e non hai soggezione di

alcuno, perché non guardi in faccia a

nessuno, ma insegni la via di Dio

secondo verità.

È lecito o no pagare il tributo a Cesare?

Lo dobbiamo dare, o no?».

Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia,

disse loro: «Perché volete mettermi

alla prova?

Portatemi un denaro: voglio vederlo».

Ed essi glielo portarono.

Allora disse loro: «Questa immagine

e l’iscrizione, di chi sono?».

Gli risposero: «Di Cesare».

Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare

rendetelo a Cesare, e quello che è

di Dio, a Dio».

E rimasero ammirati di lui.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Ora si tratta di cogliere in fallo Gesù.

Si è deciso di farlo fuori; nessun dubbio,

nessun interrogativo, solo la necessità

di trovare il modo di eliminare questo

insopportabile scocciatore.

Giustificati dal bene del popolo e dalla

investitura divina, gli uomini religiosi

sanno bene qual’è il bene per loro e per

chi hanno davanti; il Nazareno va ucciso.

Per farlo, però, occorre prima che Egli

perda la faccia davanti al popolo, occorre

sminuirlo come ancora oggi si fa con

un avversario politico.

Il nervo scoperto è la presenza di Roma

e delle sue imposte; se Gesù testimoniasse

di assecondare l’occupazione romana

pagando le odiatissime tasse, certamente

perderebbe la stima dei patrioti.

Ma se si rifiutasse di farlo si metterebbe

nella schiera dei tanti che, nella storia,

hanno brandito le armi del populismo

e dello scontento.

Bella trappola, complimenti.

E Gesù lo sa e ne esce splendidamente;

chiede ai puri una moneta.

Moneta che non dovrebbero avere (ha

l’effige dell’imperatore) e che invece hanno.

A parole sono coerenti, nei fatti fanno

compromessi come tutti.

E Gesù aggiunge la frase diventata

proverbiale; non mischiamo le cose di

Dio con quelle di Cesare.

Certo, amici, non mischiamo le cose

di Dio con le cose frivole, ma

riempiamole di preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

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