Della 29° settimana del Tempo Ordinario.
San Giovanni Paolo II,
Papa.
Prima Lettura
Cristo è il capo:
da lui tutto il corpo cresce.
Dalla lettera di san
Paolo apostolo agli Efesìni (4,7-16)
Fratelli, a ciascuno
di noi, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo.
Per questo è detto: «Asceso
in alto, ha portato con sé prigionieri, ha distribuito
doni agli uomini».
Ma cosa significa che
ascese, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra?
Colui che discese è lo
stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per
essere pienezza di
tutte le cose.
Ed egli ha dato ad
alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri
ancora di essere
evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare
i fratelli a compiere
il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo,
finché arriviamo tutti
all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio,
fino all’uomo
perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo.
Così non saremo più
fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi
vento di dottrina,
ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all’errore.
Al contrario, agendo
secondo verità nella carità, cerchiamo di crescere in
ogni cosa tendendo a
lui, che è il capo, Cristo.
Da lui tutto il corpo,
ben compaginato e connesso, con la collaborazione di
ogni giuntura, secondo
l’energia propria di ogni membro, cresce in modo da
edificare se stesso
nella carità.
Parola di Dio.
Vangelo
Se non vi
convertite, perirete tutti allo stesso modo.
Dal Vangelo secondo
Luca (13,1-9) anno pari.
In quel tempo, si
presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei,
il cui sangue Pilato
aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici.
Prendendo la parola,
Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più
peccatori di tutti i
Galilei, per aver subìto tale sorte?
No, io vi dico, ma se
non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.
O quelle diciotto
persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise,
credete che fossero
più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme?
No, io vi dico, ma se
non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa
parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi
nella sua vigna e
venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò.
Allora disse al
vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti
su quest’albero, ma
non ne trovo.
Tàglialo dunque!
Perché deve sfruttare il terreno?”.
Ma quello gli rispose:
“Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò
zappato attorno e avrò
messo il concime.
Vedremo se porterà
frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
La parabola del fico va capita
bene, onde evitare fraintendimenti.
Dio, nel racconto di Gesù, non è
l’impaziente che quasi non vede l’ora di
sradicare l’albero di fichi.
Piuttosto, Egli è il vignaiolo
che accetta di aspettare ancora un anno e, di
correre il rischio di un’ennesima
delusione.
Così Dio fa con noi.
Anche se non portiamo frutti, e
nulla lascia sperare che possano esserci
nell’immediato futuro, il Signore
accetta di scommettere ancora su di noi.
Questo è davvero consolante; Dio
è colui che vuole darci sempre un’altra possibilità.
Quando ci sentiamo frustrati e ci
sembra che nulla possa mai cambiare in noi,
quando ci sembra di essere sempre
allo stesso punto, non dobbiamo ascoltare
il nemico che suggerisce al
nostro cuore pensieri di sconfitta e disfatta, ma iniziamo
a pregare, perché, Dio è pronto
ancora una volta a darci fiducia.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai
nostri debitori, e non
abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli.
Amen.
Buona giornata, Fausto.