domenica 18 gennaio 2015

Il Vangelo del Lunedì 19 Gennaio 2015

1° lettura dalla lettera agli Ebrei (5,1-10)
Dal Vangelo secondo Marco (2,18-22) anno B.
In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei
stavano facendo un digiuno.
Vennero da Gesù e gli dissero: "Perché i discepoli
di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano,
mentre i tuoi discepoli non digiunano?".
Gesù disse loro: "Possono forse digiunare gli
invitati a nozze quando lo sposo è con loro?
Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare.
Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto:
allora, in quel giorno, digiuneranno.
Nessuno cuce una pezzo di stoffa grezza su un
vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta
via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo
diventa peggiore.
E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti
il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri.
Ma vino nuovo in otri nuovi!".
Parola del Signore.
Il sacerdote è un rappresentante di Cristo Gesù.
È vero; ma ci siamo mai chiesti; perché?
Perché, egli partecipa alla missione di Cristo,
di essere pontefice, cioè tramite tra Dio e gli
uomini, per portare a questi le grazie e la pace
che proviene direttamente dal cuore di Dio.
Per questo importantissimo compito non
basta sentirsi portati o essere spinti da
motivazioni umane; è Dio che chiama e sceglie
i suoi ministri, perché essi possano rendere
visibile agli uomini la presenza del Figlio
suo in mezzo a loro.
Quindi il nostro dovere è quello di sostenere
con l’affetto e la preghiera i sacerdoti, così
fragili eppure così potenti.
Anche se qualche volta purtroppo sbagliano,
anche loro sono persone umane.
Però, è grazie a loro che anche noi possiamo
sperimentare la grazia che ci tocca in
profondità e ci salva.
Perciò, non guardiamo agli errori che compiono,
ma a quello che ci donano.
Non dobbiamo essere farisei.
Il digiuno che facevano i discepoli di Giovanni ed
i farisei, aveva un significato penitenziale.
Essi però, non hanno capito che Gesù è colui
che viene ad inaugurare i tempi nei quali Dio viene
a celebrare il suo matrimonio definitivo con l’umanità.
Come si può digiunare ad una festa di nozze?
Ma questo può comprenderlo solo colui che si lascia
guidare da una logica completamente nuova, che è
quella indicata da Gesù.
Quindi, è inutile voler tentare di mettere la novità
rappresentata da Gesù negli stretti e miseri schemi
degli uomini; si deve invece accogliere il dono
dall’alto che ci fa il Padre per poter accogliere il
Signore con tutta la sua carica di gioiosa novità e di
vitalità evangelica, per poter godere della presenza.
Perciò, non guardiamo solo agli errori, ma alla
grazia che ne deriva, magari proprio dagli errori,
per questo preghiamo.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.