Della 9° settimana del Tempo Ordinario.
Santi Carlo Lwanga
e compagni martiri.
Prima lettura.
Dio ci ha donato i
beni grandissimi
e preziosi a noi
promessi, affinché per
loro mezzo
diventiate partecipi della
natura divina.
Dalla seconda lettera
di
san Pietro apostolo
(1,2-7)
Carissimi, grazia e
pace siano concesse
a voi in abbondanza
mediante la
conoscenza di Dio e di
Gesù Signore nostro.
La sua potenza divina
ci ha donato tutto
quello che è
necessario per una vita
vissuta santamente,
grazie alla
conoscenza di colui
che ci ha chiamati
con la sua potenza e
gloria.
Con questo egli ci ha
donato i beni
grandissimi e preziosi
a noi promessi,
affinché per loro
mezzo diventiate
partecipi della natura
divina, sfuggendo
alla corruzione, che è
nel mondo a
causa della
concupiscenza.
Per questo mettete
ogni impegno per
aggiungere alla vostra
fede la virtù,
alla virtù la
conoscenza, alla conoscenza
la temperanza, alla
temperanza la
pazienza, alla
pazienza la pietà, alla
pietà l’amore
fraterno, all’amore
fraterno la carità.
Parola di Dio.
Vangelo.
Presero il figlio
amato, lo uccisero
e lo gettarono
fuori della vigna.
Dal Vangelo secondo
Marco (12,1-12) anno pari.
In quel tempo, Gesù si
mise a parlare con
parabole [ai capi dei
sacerdoti, agli scribi
e agli anziani]:
«Un uomo piantò una
vigna, la circondò
con una siepe, scavò
una buca per il torchio
e costruì una torre.
La diede in affitto a
dei contadini e se
ne andò lontano.
Al momento opportuno
mandò un servo
dai contadini a
ritirare da loro la sua parte
del raccolto della
vigna.
Ma essi lo presero, lo
bastonarono e lo
mandarono via a mani
vuote.
Mandò loro di nuovo un
altro servo:
anche quello lo
picchiarono sulla testa
e lo insultarono.
Ne mandò un altro, e
questo lo uccisero;
poi molti altri:
alcuni li bastonarono,
altri li uccisero.
Ne aveva ancora uno,
un figlio amato;
lo inviò loro per
ultimo, dicendo:
“Avranno rispetto per
mio figlio!”.
Ma quei contadini
dissero tra loro:
“Costui è l’erede.
Su, uccidiamolo e
l’eredità sarà nostra!”.
Lo presero, lo
uccisero e lo gettarono
fuori della vigna.
Che cosa farà dunque
il padrone della vigna?
Verrà e farà morire i
contadini e darà
la vigna ad altri.
Non avete letto questa
Scrittura: “La pietra
che i costruttori
hanno scartato è diventata
la pietra d’angolo;
questo è stato fatto dal
Signore ed è una
meraviglia ai nostri occhi”?».
E cercavano di
catturarlo, ma ebbero paura
della folla; avevano
capito infatti che aveva
detto quella parabola
contro di loro.
Lo lasciarono e se ne
andarono.
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
La misura è colma, la tensione si
taglia col
coltello, non ci sono più spazi
di manovra.
Gesù ha parlato di Dio
apertamente, col
cuore in mano, pieno di fiducia
sperando
di cambiare il cuore indurito di
chi pensava
di conoscere perfettamente la
Legge.
Gerusalemme, invece, è ben
diversa dalla
sua provinciale Galilea; qui le
persone
sono smaliziate, abituate a tutte
le novità
e il tempio troneggia con la sua
imponenza.
Gesù è stato prima guardato con
curiosità,
poi con compatimento, infine con
malcelato
fastidio; chi si crede di essere
questo
falegname che si è improvvisato
profeta?
Ora la misura è colma; Gesù va
zittito.
Definitivamente.
La tragica parabola dei vignaioli
omicidi
rivela lo stato di tensione che
sta
sperimentando Gesù.
E la follia dell’essere umano che
si
convince di potere impadronirsi
dell’eredità uccidendo il figlio!
Quando pensiamo di essere i
proprietari
della vita, del Creato, della
storia, quando
togliamo di mezzo il legittimo
proprietario,
finiamo col distruggere tutto.
Viviamo, oggi, con la
consapevolezza
che tutto è un dono per potere
riconoscere
nelle cose che sperimentiamo la
splendida
e discreta presenza salvifica di
Dio,
attraverso l’aiuto della
preghiera.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato
il tuo nome, venga il
tuo regno, sia fatta
la tua volontà come in
cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
rimetti a noi i nostri
debiti come anche
noi li rimettiamo ai
nostri debitori,
e non abbandonarci
alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e
benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per
noi peccatori, adesso
e nell'ora della
nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e
allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e
sempre, nei secoli dei
secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.