giovedì 3 dicembre 2020

Il Vangelo del Venerdì 4 Dicembre 2020

 

Della 1° settimana di Avvento.

San Giovanni Damasceno, sacerdote e dottore della Chiesa;

Santa Barbara, Vergine e Martire.

Prima lettura dal libro del profeta Isaia (29,17-24)

Così dice il Signore Dio: «Certo, ancora un po' e il Libano si cambierà in un

frutteto e il frutteto sarà considerato una selva.

Udranno in quel giorno i sordi le parole del libro; liberati dall'oscurità e dalle

tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno.

Gli umili si rallegreranno di nuovo nel Signore, i più poveri gioiranno nel Santo d'Israele.

Perché il tiranno non sarà più, sparirà l'arrogante, saranno eliminati quanti tramano

iniquità, quanti con la parola rendono colpevoli gli altri, quanti alla porta tendono

tranelli al giudice e rovinano il giusto per un nulla.

Pertanto, dice alla casa di Giacobbe il Signore, che riscattò Abramo: "D'ora in

poi Giacobbe non dovrà più arrossire, il suo viso non impallidirà più, poiché

vedendo i suoi figli l'opera delle mie mani tra loro, santificheranno il mio nome,

santificheranno il Santo di Giacobbe e temeranno il Dio d'Israele.

Gli spiriti traviati apprenderanno la sapienza, quelli che mormorano

impareranno la lezione"».

Parola di Dio.

Dal Vangelo secondo Matteo (9,27-31) anno dispari.

In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono

gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!».

Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete

che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!».

Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede».

E si aprirono loro gli occhi.

Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!».

Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Possiamo vedere in proporzione alla nostra fede.

Possiamo aprire gli occhi e uscire dalla cecità solo se sappiamo investire in

questa guarigione.

Dio rispetta il nostro percorso, ci lascia liberi di camminare e di crescere.

Noi crediamo che Egli possa guarirci dalla cecità dell’egoismo, del narcisismo,

della depressione, della rabbia interiore.

Ma guariamo solo se questo desiderio diventa impegno, dono, ricerca,

conversione del cuore.

Molto spesso ci rivolgiamo a Dio aspettandoci da Lui la soluzione, senza

ammettere che la soluzione già la portiamo scolpita nel cuore.

Se Natale ci rivela la Luce che splende nelle tenebre, questo tempo di Avvento

ci permette di mettere a fuoco le nostre tenebre, nel riconoscere ciò che ancora

dobbiamo lasciar illuminare dalla potente luce della Parola.

Riconosciamo le nostre tenebre, mettiamole sotto la luce di Dio perché le

possa rischiarare.

Chiediamo a Dio ciò di cui abbiamo bisogno ma, nel contempo, facciamo in

modo che ciò che chiediamo lo possiamo realizzare ed accogliere.

Solo così potremo veramente guarire e convertire la nostra immagine di Dio che

non è un maghetto guaritore, ma colui che con noi ristabilisce ogni armonia,

attraverso la preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.