Santa Monica.
1° Lettura dalla prima lettera
di san Paolo apostolo ai Corìnzi (1,26-31)
Dal Vangelo secondo Matteo (25,14-30)
anno C.
In quel tempo, Gesù disse ai
suoi discepoli questa parabola: «Avverrà
come a un uomo che, partendo
per un viaggio, chiamò i suoi servi
e consegnò loro i suoi beni.
A uno diede cinque talenti, a
un altro due, a un altro uno, secondo
le capacità di ciascuno; poi
partì.
Subito colui che aveva
ricevuto cinque talenti andò a impiegarli,
e ne guadagnò altri cinque.
Così anche quello che ne aveva
ricevuti due, ne guadagnò altri due.
Colui invece che aveva
ricevuto un solo talento, andò a fare una
buca nel terreno e vi nascose
il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di
quei servi tornò e volle regolare
i conti con loro.
Si presentò colui che aveva
ricevuto cinque talenti e ne portò altri
cinque, dicendo: “Signore, mi
hai consegnato cinque talenti; ecco,
ne ho guadagnati altri
cinque”.
“Bene, servo buono e fedele–gli
disse il suo padrone–, sei stato
fedele nel poco, ti darò
potere su molto; prendi parte alla gioia
del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che
aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore,
mi hai consegnato due talenti;
ecco, ne ho guadagnati altri due”.
“Bene, servo buono e fedele–gli
disse il suo padrone–, sei stato
fedele nel poco, ti darò
potere su molto; prendi parte alla gioia
del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui
che aveva ricevuto un solo talento
e disse: “Signore, so che sei
un uomo duro, che mieti dove non
hai seminato e raccogli dove
non hai sparso.
Ho avuto paura e sono andato a
nascondere il tuo talento sotto
terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo
malvagio e pigro, tu sapevi che
mieto dove non ho seminato e
raccolgo dove non ho sparso;
avresti dovuto affidare il mio
denaro ai banchieri e così,
ritornando, avrei ritirato il
mio con l’interesse.
Toglietegli dunque il talento,
e datelo a chi ha i dieci talenti.
Perché a chiunque ha, verrà
dato e sarà nell’abbondanza;
ma a chi non ha, verrà tolto
anche quello che ha.
E il servo inutile gettatelo
fuori nelle tenebre; là sarà pianto
e stridore di denti”».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul
Vangelo di oggi.
Essere discepoli di Cristo significa
anche accettare il rischio
e l’incognita; questo non deve incutere
paura, poiché fa
proprio parte dello stile del Maestro
proporre un’esperienza
con Lui che, pur comprendendosi man mano
che si va avanti,
richiede una grande capacità di fidarsi.
Questo, da un punto di vista umano, è un
grande rischio.
Ma il rischio più grande è proprio quello
di lasciarci prendere
dalla paura e dalla codardia, e cercare
di giungere a compromessi
con un messaggio-quello evangelico-che ha
in sé proprio
qualcosa di esplosivo.
Per questo si capisce la reazione così
dura del padrone nei
confronti del servo codardo e pigro.
Non si può annunciare il Vangelo senza che
ciò ci costi
qualcosa; ma è proprio allora che
iniziamo davvero a portare
frutto per il regno dei cieli.
Altrimenti, siamo davvero inutili per Lui.
Ed allora, non dobbiamo avere paura, ne
essere codardi,
cerchiamo di annunciare la bellezza del Vangelo,
aiutandoci con la preghiera.
Padre
nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo
nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi
i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori,
e non ci indurre in tentazione,
ma
liberaci dal male. Amen.
Ave,
o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del
tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come
era in principio ora e sempre nei
secoli
dei secoli. Amen.
Buona
giornata Fausto.