venerdì 26 agosto 2016

Il Vangelo del Sabato 27 Agosto 2016

Santa Monica.
1° Lettura dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (1,26-31)
Dal Vangelo secondo Matteo (25,14-30) anno C.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà
come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi
e consegnò loro i suoi beni.
A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo
le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli,
e ne guadagnò altri cinque.
Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due.
Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una
buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare
i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri
cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco,
ne ho guadagnati altri cinque”.
“Bene, servo buono e fedele–gli disse il suo padrone–, sei stato
fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia
del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore,
mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”.
“Bene, servo buono e fedele–gli disse il suo padrone–, sei stato
fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia
del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento
e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non
hai seminato e raccogli dove non hai sparso.
Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto
terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che
mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso;
avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così,
ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse.
Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti.
Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza;
ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha.
E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto
e stridore di denti”».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Essere discepoli di Cristo significa anche accettare il rischio
e l’incognita; questo non deve incutere paura, poiché fa
proprio parte dello stile del Maestro proporre un’esperienza
con Lui che, pur comprendendosi man mano che si va avanti,
richiede una grande capacità di fidarsi.
Questo, da un punto di vista umano, è un grande rischio.
Ma il rischio più grande è proprio quello di lasciarci prendere
dalla paura e dalla codardia, e cercare di giungere a compromessi
con un messaggio-quello evangelico-che ha in sé proprio
qualcosa di esplosivo.
Per questo si capisce la reazione così dura del padrone nei
confronti del servo codardo e pigro.
Non si può annunciare il Vangelo senza che ciò ci costi
qualcosa; ma è proprio allora che iniziamo davvero a portare
frutto per il regno dei cieli.
Altrimenti, siamo davvero inutili per Lui.
Ed allora, non dobbiamo avere paura, ne essere codardi,
cerchiamo di annunciare la bellezza del Vangelo,
aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata Fausto.