martedì 18 aprile 2023

Il Vangelo del Mercoledì 19 Aprile 2023

 

Della 2° settimana del Tempo di Pasqua.

Sant' Emma di Sassonia, vedova.

Prima Lettura

Ecco, gli uomini che avete messo in carcere

si trovano nel tempio a insegnare al popolo.

Dagli Atti degli Apostoli (5,17-26)

In quei giorni, si levò il sommo sacerdote

con tutti quelli della sua parte, cioè la setta

dei sadducèi, pieni di gelosia, e, presi gli

apostoli, li gettarono nella prigione pubblica.

Ma, durante la notte, un angelo del Signore

aprì le porte del carcere, li condusse fuori

e disse: «Andate e proclamate al popolo,

nel tempio, tutte queste parole di vita».

Udito questo, entrarono nel tempio sul far

del giorno e si misero a insegnare.

Quando arrivò il sommo sacerdote con

quelli della sua parte, convocarono il

sinedrio, cioè tutto il senato dei figli

d'Israele; mandarono quindi a prelevare

gli apostoli nella prigione.

Ma gli inservienti, giunti sul posto, non

li trovarono nel carcere e tornarono a

riferire: «Abbiamo trovato la prigione

scrupolosamente sbarrata e le guardie

che stavano davanti alle porte, ma,

quando abbiamo aperto, non vi abbiamo

trovato nessuno».

Udite queste parole, il comandante delle

guardie del tempio e i capi dei sacerdoti

si domandavano perplessi a loro riguardo

che cosa fosse successo.

In quel momento arrivò un tale a riferire

loro: «Ecco, gli uomini che avete messo

in carcere si trovano nel tempio a insegnare

al popolo».

Allora il comandante uscì con gli inservienti

e li condusse via, ma senza violenza, per

timore di essere lapidati dal popolo.

Parola di Dio.

Vangelo

Dio ha mandato il Figlio nel mondo, perché

il mondo sia salvato per mezzo di lui.

Dal Vangelo secondo Giovanni (3,16-21) anno dispari.

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:

«Dio ha tanto amato il mondo da dare il

Figlio unigenito, perché chiunque crede

in lui non vada perduto, ma abbia la

vita eterna.

Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel

mondo per condannare il mondo, ma perché

il mondo sia salvato per mezzo di lui.

Chi crede in lui non è condannato; ma

chi non crede è già stato condannato,

perché non ha creduto nel nome

dell'unigenito Figlio di Dio.

E il giudizio è questo: la luce è venuta

nel mondo, ma gli uomini hanno amato

più le tenebre che la luce, perché le loro

opere erano malvagie.

Chiunque infatti fa il male, odia la luce,

e non viene alla luce perché le sue opere

non vengano riprovate.

Invece chi fa la verità viene verso la luce,

perché appaia chiaramente che le sue

opere sono state fatte in Dio».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Quante volte mi sono sentito dire: “cosa

ho fatto di male per meritarmi questo?”,

quante volte abbiamo avuto l’impressione,

nella vita, che Dio fosse indifferente,

o che addirittura ci “punisse” inviando

sulla terra una qualche disgrazia.

Ma è davvero così?

Dio ci punisce se trasgrediamo ad una

sua regola?

Dio è dunque questo preside benevolo

da non urtare?

Gesù pare proprio pensarla diversamente

e ci dice: “Dio ha tanto amato il mondo

da mandare il suo Figlio; non per giudicare

il mondo, ma perché il mondo si salvi”.

Gesù ci parla di un Padre che ama talmente

L’umanità da mandare il suo Figlio a

salvarci, di un Dio che desidera

profondamente mettere in opera tutto

il possibile per farci passare dalle

tenebre alla luce.

Non dubitarne, amico, Dio ti ama fino

a morirne, Dio ti è vicino fino ad

abbracciarti e desidera più di te il tuo bene.

Gesù è morto per svelarci questa verità,

come dubitarne?

La nostra vita consiste, allora, nello

scoprire la strada, nel percorrere la

luce che Dio ci indica, nell’accogliere

il destino di bene che Dio prepara per

ciascuno di noi.

Per scoprire questo sentiero di luce,

ci dice il Maestro, dobbiamo fare la

verità dentro noi stessi, cercarla questa

verità, e viverla con semplicità.

Ma-qualcuno obbietterà-se sembra tutto

così ovvio, perché tanto dolore, perché

tanta sofferenza?

La Parola di Dio è disarmante, nella sua

Semplicità; se ignoriamo la luce, se

pensiamo di sapere noi quale strada

percorrere, se, in una parola, ci sostituiamo

elegantemente a Dio, la nostra felicità

è decisamente a rischio.

Dio non ci punisce amici, vuole il bene

ma-paradossalmente-anche Dio fa quel che può.

Siamo creati per amare, quindi liberi

(nessuno può costringere una persona

che ama a riamarlo!) e possiamo,

drammaticamente, altamente infischiarcene

di Dio o costruire una sua grottesca

immagine che non ci destabilizzi troppo

e-così facendo-correre il rischio di perderci

nelle tenebre.

Nel sottile e leggero gioco dell’amore,

ci è chiesto di spalancare il cuore con umiltà,

di cercare questa volontà salvifica nella nostra

vita, chiedendo aiuto alla preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.