Della 6° settimana del Tempo Ordinario.
San Pier Damiani, Vescovo
e Dottore della Chiesa
Prima Lettura.
Scendiamo e confondiamo la loro lingua.
Dal libro della Gènesi (11,1-9)
Tutta la terra aveva un'unica lingua
e uniche parole.
Emigrando dall'oriente, gli uomini
capitarono in una pianura nella regione
di Sinar e vi si stabilirono.
Si dissero l'un l'altro: «Venite, facciamoci
mattoni e cuociamoli al fuoco».
Il mattone servì loro da pietra e il
bitume da malta.
Poi dissero: «Venite, costruiamoci una
città e una torre, la cui cima tocchi il cielo,
e facciamoci un nome, per non disperderci
su tutta la terra».
Ma il Signore scese a vedere la città e la
torre che i figli degli uomini stavano
costruendo.
Il Signore disse: «Ecco, essi sono un
unico popolo e hanno tutti un'unica
lingua; questo è l'inizio della loro opera,
e ora quanto avranno in progetto di fare
non sarà loro impossibile.
Scendiamo dunque e confondiamo la
loro lingua, perché non comprendano
più l'uno la lingua dell'altro».
Il Signore li disperse di là su tutta la terra
ed essi cessarono di costruire la città.
Per questo la si chiamò Babele, perché là
il Signore confuse la lingua di tutta la terra
e di là il Signore li disperse su tutta la terra.
Parola di Dio.
Vangelo.
Chi perderà la propria vita per causa
mia e del Vangelo, la salverà.
Dal Vangelo secondo
Marco (8,34-39) anno dispari.
In quel tempo, convocata la folla insieme
ai suoi discepoli, Gesù disse loro: «Se
qualcuno vuol venire dietro a me,
rinneghi se stesso, prenda la sua
croce e mi segua.
Perché chi vuole salvare la propria vita,
la perderà; ma chi perderà la propria vita
per causa mia e del Vangelo, la salverà.
Infatti quale vantaggio c'è che un uomo
guadagni il mondo intero e perda
la propria vita?
Che cosa potrebbe dare un uomo in
cambio della propria vita?
Chi si vergognerà di me e delle mie
parole davanti a questa generazione
adultera e peccatrice, anche il Figlio
dell'uomo si vergognerà di lui, quando
verrà nella gloria del Padre suo con gli
angeli santi».
Diceva loro: «In verità io vi dico: vi sono
alcuni, qui presenti, che non morranno
prima di aver visto giungere il regno di
Dio nella sua potenza».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Gesù
è disposto a rinunciare a tutto per
manifestare
il volto misericordioso del
Padre
e chiede ai discepoli di fare
altrettanto,
di essere disposti ad amare
di
un amore libero e adulto anche se
questo
fa soffrire.
Prendere
la croce non significa accettare
passivamente
gli eventi negativi (inevitabili)
che
la vita ci dona, ma non lasciarsi
travolgere
dall’autocommiserazione.
Dio
non manda le croci, la vita, gli altri,
noi
stessi ci mandano le croci, ma queste
croci
possono diventare occasione per
una
verità interiore trasparente e assoluta,
al
punto da poter vedere il Regno
venire
con potenza.
Ci
sono persone inchiodate alla croce da
sempre,
malati costretti a letto, persone
che
vivono la propria solitudine come
un
dramma insanabile.
Sapere
che accettare la propria condizione
cercando
di ritagliarci degli spazi di luce,
contribuisce
a manifestare il volto di Dio
e
il mistero della vita, ci può sostenere
nella
lotta.
Portare
a compimento la sofferenza di
Cristo
è possibile, come bene intuisce
san
Paolo e la croce, mai da cercare, mai
da
blandire, da strumento di tortura
(e
tale resta!) può trasformarsi in
occasione
di esperienza dell’amore di Dio.
Ma
per riuscirci, dobbiamo pregare.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato
il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta
la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
rimetti a noi i nostri debiti come anche
noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e
benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per
noi peccatori, adesso e nell'ora della
nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e
allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e
sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.