martedì 31 dicembre 2024

Buon 2025

 
Siamo nel 2025, Auguri.

Vi auguro un Anno senza ansietà, amici. 

Inizia un nuovo Anno.

Che cosa dobbiamo aspettarci in

questi trecentosessantacinque giorni?

Non lo sappiamo, e grazie al

Signore per questo.

Solo Dio può conoscere quello che

accadrà nei prossimi dodici mesi.

Le preoccupazioni e le ansie possono

assalirci, ma sicuramente non

cambieranno il futuro.

Non riusciremo a cambiare le situazioni,

ne tutto quello che Dio ha già stabilito

che accadrà.

Non sto parlando di predestinazione ma

solo del piano di Dio per il suo popolo.

Dio ha stabilito attraverso gli eventi cose

buone per noi; in cui rivelerà sempre

il Suo amore.

Questo deve essere il punto fermo

per ciascun credente!

Egli vuole il nostro bene in ogni cosa.

È scritto che tutto coopera al bene di

quelli che amano il Signore.

Quello che avverrà in quest’anno non

lo conosciamo e nemmeno lo

desideriamo sapere.

Una cosa è certa; che Dio sarà con noi

tutti i giorni della nostra vita, anche

quando noi saremo lontani da Lui,

anche quando noi avremo deciso che Dio

non farà parte della nostra esistenza,

Egli ci ama ugualmente.

Per questo, amici, crediamo in un Anno

all’insegna delle benedizioni del Signore!

Buon Anno a tutti voi, amici, che sia un

2025 di felicità, salute, amore e pace,

a tutti voi e alle vostre famiglie, Fausto. 

Il Vangelo del Mercoledì 1 Gennaio 2025

 

Della 1° settimana di Natale.

Maria santissima Madre di Dio,

Regina della Pace.

Prima Lettura

Porranno il mio nome sugli

Israeliti, e io li benedirò.

Dal libro dei Numeri (6,22-27)

Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla

ad Aronne e ai suoi figli dicendo: "Così

benedirete gli Israeliti: direte loro:

Ti benedica il Signore e ti custodisca.

Il Signore faccia risplendere per te il

suo volto e ti faccia grazia.

Il Signore rivolga a te il suo volto

e ti conceda pace".

Così porranno il mio nome sugli

Israeliti e io li benedirò».

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale dal Sal 66 (67)

Ripetiamo. Dio abbia pietà

di noi e ci benedica.

 

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,

su di noi faccia splendere il suo volto;

perché si conosca sulla terra la tua via,

la tua salvezza fra tutte le genti. R.

 

Gioiscano le nazioni e si rallegrino,

perché tu giudichi i popoli con

rettitudine, governi le

nazioni sulla terra. R.

 

Ti lodino i popoli, o Dio,

ti lodino i popoli tutti.

Ci benedica Dio e lo temano

tutti i confini della terra. R.

 

Seconda Lettura

Dio mandò il suo Figlio, nato da donna.

Dalla lettera di san Paolo

apostolo ai Gàlati (4,4-7)

Fratelli, quando venne la pienezza del

tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da

donna, nato sotto la Legge, per riscattare

quelli che erano sotto la Legge, perché

ricevessimo l'adozione a figli.

E che voi siete figli lo prova il fatto che

Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del

suo Figlio, il quale grida: Abbà! Padre!

Quindi non sei più schiavo, ma figlio e,

se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.

Parola di Dio.

 

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

 

Molte volte e in diversi modi nei tempi

antichi Dio ha parlato ai padri per

mezzo dei profeti; ultimamente, in

questi giorni, ha parlato a noi per

mezzo del Figlio. (Eb 1,1-2)

 

Alleluia, alleluia.

 

Vangelo.

I pastori trovarono Maria

e Giuseppe e il bambino.

Dopo otto giorni gli fu messo nome Gesù.

Dal Vangelo secondo

Luca (2,16-21) anno pari.

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza

indugio, e trovarono Maria e Giuseppe

e il bambino, adagiato nella mangiatoia.

E dopo averlo visto, riferirono ciò che

del bambino era stato detto loro.

Tutti quelli che udivano si stupirono

delle cose dette loro dai pastori.

Maria, da parte sua, custodiva tutte

queste cose, meditandole nel suo cuore.

I pastori se ne tornarono, glorificando

e lodando Dio per tutto quello che

avevano udito e visto, com'era

stato detto loro.

Quando furono compiuti gli otto giorni

prescritti per la circoncisione, gli fu

messo nome Gesù, come era stato

chiamato dall'angelo prima che fosse

concepito nel grembo.

Parola del Signore.

Riflessione personale sul Vangelo di oggi.

Un neonato che, con gli occhi chiusi,

cerca il seno acerbo della madre

adolescente; un bambino che riceve la

visita notturna dei pastori, loschi

personaggi dediti al furto e alla

menzogna, una grotta nella pianura

della splendida Betlemme, adibita

a rifugio contro il freddo; un giovane

e promettente falegname, finalmente

rasserenato dopo una notte tragica,

che cerca cibo e legna per la

propria giovane sposa.

Immagini di Natale, amici, l’inaudito

di Dio, il vero volto dell’Altissimo che,

per amore, mette da parte la sua divinità,

la sua onnipotenza e diventa

accessibile, incontrabile.

Natale è Dio che si racconta, Dio evidente.

In questo clima ci prepariamo ad

affrontare la solennità di san

Capodanno martire.

Ops, pardon, di Santa Maria madre di Dio.

Un cambio d’anno, un evento banale,

in fondo, e che pure la disperata

speranza degli uomini ha riempito di

una ritualità laica, fatta di fuochi

d’artificio e di brindisi, con l’augurio

che i giorni futuri ci preparino

gioia e serenità.

Cristianamente, senza mandarvi di

traverso il panettone, vi annuncio che,

con molta probabilità, il 2025 sarà

molto simile al 2024.

Mi piace, però, questo bisogno che

abbiamo di sperare, di aspettarci

sempre qualcosa di migliore.

Per i cristiani il tempo è sacro, da

quando Dio lo abita.

Il tempo, la storia, la mia storia, non è

una serie di avvenimenti che si susseguono

senza senso ma, al contrario, lo spazio

che mi è dato per realizzare il progetto

che Dio ha su di me, un ritaglio di

infinito in cui diventare uomo.

Certo, ci sono anni più belli, fatti di

soddisfazioni lavorative, di gioie

immense come la nascita di un figlio,

ed altri più difficili in cui sperimentiamo

il fallimento affettivo, la malattia di un

famigliare o il lutto di una persona cara.

Sono tutti abitati dalla tenerezza di Dio.

L’augurio migliore che vi posso fare per

il nuovo anno è quello formulato dalla

 benedizione del libro dei Numeri che

abbiamo letto; vi auguro che, nel corso

dei prossimi mesi, Dio faccia splendere

 il suo volto su di voi.

Far splendere il volto, splendido

semitismo che indica il sorriso di una

persona, quando sorridiamo il nostro

volto si illumina.

Questo vi auguro, cordialmente, amici;

qualunque cosa accada in questi mesi,

che possiate cogliere il volto

sorridente di Dio.

Dio sorride, ovvio.

Chi ama, anche nelle avversità, sorride.

Il volto di Dio sorridente ci viene

svelato dal neonato Gesù.

Dio sorride, non è imbronciato, né

impenetrabile, né scostante, né

innervosito, macchè.

Dio sorride, sempre.

Il problema, semmai, sono io.

Nei momenti di fatica e di dolore non

guardo verso Dio, sono travolto

dall’emozione, non riconosco in Dio

nessun sorriso.

Non aspettatevi che Dio vi risolva i

problemi, né che vi appiani la vita

o ve la semplifichi.

La vita è mistero e come tale va

accolta e rispettata.

Ma se Dio vi sorride, sempre, significa

che esiste un trucco che non vedo, una

ragione che ignoro, e allora mi fido.

Qualunque cosa succeda nella vostra vita,

quest’anno, che Dio vi sorrida, amici.

Per accorgersi del sorriso di Dio occorre

imitare l’adolescente Maria.

Maria, che festeggiamo con il titolo

di ‘Madre di Dio’, è turbata dai troppi

eventi che hanno caratterizzato l’ultima

settimana; il parto da sola, l’essere

lontana dalla sua casa, la sistemazione

più che provvisorio, la visita dei

loschi pastori. Cosa fa?

Serba tutte queste cose meditandole

nel suo cuore.

Meglio, Luca scrive che ‘prendeva i vari

pezzi e cercava di ricomporli’.

Manca un centro nella nostra vita, siamo

travolti dalla vita vissuta.

Come il bucato ammucchiato nella

bacinella, ci serve un filo a cui appendere

tutte le cose ad asciugare.

Questo centro unificatore che è la fede

ci è prezioso.

Perché non assumerci l’impegno in

questo 2025 che inizia, di ripartire da

Dio, di mettere l’ascolto della Parola

e la meditazione al centro della

nostra giornata?

Solo così ci accorgeremo che

Dio ci sorride.

Il primo Gennaio, infine, da molti anni

è dedicato alla preghiera per la pace.

Noi pacifisti siamo quasi disillusi da

tutto ciò che accade; violenza, guerre,

arroganza, un’economia che alimenta

ingiustizia, l’uomo sembra non

imparare dalla propria storia, dai propri

errori, forse non cambierà mai.

La lezione che ci viene dalla fede è

semplice; solo un cuore pacificato

può diventare pacifista.

Il pacifismo cristiano non è una moda

da cavalcare, un atteggiamento istintivo,

ma la scelta consapevole di chi ha

incontrato la pace profonda che solo

l’amore di Dio può dare.

Sono pacifista perché Dio ha convertito

la mia violenza e la mia rabbia e se,

talora, l’uomo vecchio emerge nelle

mie azioni e in me, so che Dio solo

è all’origine dell’accoglienza

e della tolleranza.

Per accorgermi di questo devo

continuamente convertire il mio cuore;

troppa gente usa Dio per giustificare

le proprie scelte di violenza.

Buon anno, amici.

Dio fa nuove tutte le cose, ci vuole tra

i suoi discepoli, vuole amarci.

Lasciamoci raggiungere, ve ne prego.

Buon san Capodanno martire, Fausto.