Della 4° Domenica di Avvento.
Santa Francesca Saverio Cabrini, Vergine.
Prima Lettura.
Da te uscirà per me colui che deve
essere il dominatore in Israele.
Dal libro del profeta Michèa (5,1-4a)
Così dice il Signore: «E tu, Betlemme
di Èfrata, così piccola per essere fra
i villaggi di Giuda,
da te uscirà per me colui che deve
essere il dominatore in Israele; le sue
origini sono dall'antichità,
dai giorni più remoti.
Perciò Dio li metterà in potere altrui,
fino a quando partorirà colei che deve
partorire; e il resto dei tuoi fratelli
ritornerà ai figli d'Israele.
Egli si leverà e pascerà con la forza del
Signore, con la maestà del nome del
Signore, suo Dio.
Abiteranno sicuri, perché egli allora
sarà grande fino agli estremi confini
della terra.
Egli stesso sarà la pace!».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale dal Sal 79 (80)
Ripetiamo. Signore, fa' splendere il
tuo volto e noi saremo salvi.
Tu, pastore d'Israele, ascolta,
seduto sui cherubini, risplendi.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci. R.
Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi e visita questa
vigna, proteggi quello che la tua destra
ha piantato, il figlio dell'uomo che
per te hai reso forte. R.
Sia la tua mano sull'uomo della tua
destra, sul figlio dell'uomo che
per te hai reso forte.
Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo
il tuo nome. R.
Seconda Lettura
Ecco, io vengo per fare,
o Dio, la tua volontà.
Dalla lettera agli Ebrei (10,5-10)
Fratelli, entrando nel mondo, Cristo
dice: «Tu non hai voluto né sacrificio né
offerta, un corpo invece mi hai preparato.
Non hai gradito né olocausti né sacrifici
per il peccato.
Allora ho detto: "Ecco, io vengo-poiché
di me sta scritto nel rotolo del libro-per
fare, o Dio, la tua volontà"».
Dopo aver detto: «Tu non hai voluto
e non hai gradito né sacrifici né offerte,
né olocausti né sacrifici per il peccato»,
cose che vengono offerte secondo la
Legge, soggiunge: «Ecco, io vengo a
fare la tua volontà».
Così egli abolisce il primo sacrificio
per costituire quello nuovo.
Mediante quella volontà siamo stati
santificati per mezzo dell'offerta del
corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre.
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Ecco la serva del Signore: avvenga
per me secondo la tua parola. (Lc 1,38)
Alleluia, alleluia.
Vangelo
A che cosa devo che la madre
del mio Signore venga da me?
Dal Vangelo secondo
Luca (1,39-45) anno C.
In quei giorni Maria si alzò e andò in
fretta verso la regione montuosa,
in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa,
salutò Elisabetta.
Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di
Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed
esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le
donne e benedetto il frutto del tuo grembo!
A che cosa devo che la madre del mio
Signore venga da me?
Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai
miei orecchi, il bambino ha sussultato
di gioia nel mio grembo.
E beata colei che ha creduto
nell'adempimento di ciò che
il Signore le ha detto».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Poche
ore, amici, poche ore e
celebreremo
l’inaudito di Dio.
No,
non siamo qui a far finta che
poi
Gesù nasce.
Dio
è già nato, è morto ed è risorto
e
vive glorioso.
A
noi, in questo tempo che ci è dato,
in
questa vita più o meno soddisfacente,
il
compito di lasciar nascere Dio nei
nostri
cuori.
Ancora;
di lasciarlo nascere non come
ero
un anno fa, non come stavo tre anni fa.
Ora.
Oggi.
L’idea
(falsa), che coltiviamo è quella
di
doverci preparare con devozione
e
buone maniere alla festa della
venuta
di Dio.
E
così aggiungiamo dolore a dolore;
chi
non è pronto perché distratto, chi
non
c’è perché travolto e, soprattutto
i
tanti (troppi) che vivono Natale come
una
lama che uccide, non possono in
alcun
modo prepararsi.
Penso
a te, Alfredo, e tua moglie che se
n’è
andata e passerà Natale con i suoi
e
le tue due bambine.
Penso
a quanto è terribile vedere piangere
disperato
un adulto, come hai fatto ieri,
chiedendomi
pure scusa. (Ma scusa di che?).
Penso
a voi Cinzia e Mirco e al vostro
matrimonio
in bilico, alle scenate e le
cose
brutte che vi siete detti, al fatto che
la
nostra libertà ce la possiamo giocare
davvero
tanto male.
(Naturalmente i nomi sono di fantasia).
Se
avessimo il coraggio di vedere
davvero
cosa sta per accadere!
Vedere
che Dio si fa spazio in mezzo al
letame
e sceglie di nascere nell’aria acre
di
una piccola stalla.
Vedere
che la gioia è una tristezza
superata,
che Dio si schiera dalle parti
degli
ultimi, davvero, per sempre.
Vedere
che anche Dio, quest’anno, non
farà
il Natale che vediamo raggiungerci
(terribilmente
imbarazzante) dagli
schermi
della insopportabile strategia
di
marketing.
La
piccola Maria sente il grembo crescere,
in
quella poesia e magia che solo le
donne,
somiglianti a Dio, possono vivere.
Il
Verbo cresce dentro di lei e con la
Parola
fatta carne crescono anche
i
tentennamenti.
Maria
sale da Elisabetta; forse lei saprà
darle
una risposta definitiva, forse lei
saprà
dirle che sì, è tutto vero.
E
accade.
Elisabetta
si asciuga le mani nel
grembiule
e riconosce la piccola
Maria
(ormai si è fatta donna) e capisce.
La
pagina di Luca è un capolavoro;
l’incontro
fra le due donne nel Vangelo
è
tutto un sussulto, un complimento,
Giovanni
Battista che riconosce il
Messia
dal grembo e scalcia; Elisabetta,
anziana
donna che vede imprevedibilmente
realizzato
il suo agognato sogno di maternità
fa
i complimenti alla piccola Maria.
Maria,
ancora scossa da quanto le è
successo,
comincia a ballare e a fare
i
complimenti a Dio che salva lei e noi.
Nelle
loro parole avvertiamo la tensione,
lo
stupore, l’inaudito che si realizza.
È
vero, allora; Dio ha scelto di venire,
Dio
si rende presente, Dio-il Dio
d’Israele-è
qui.
Non
sono solo stanche promesse ascoltate
dalla
bocca del vecchio rabbino di
Nazareth
che sospirava, allo Shabbat,
seguendo
con il dito la pergamena
consunta
del rotolo di Isaia.
È
vero, è tutto vero, Dio viene, infine.
E
le due donne urlano e cantano e
danzano
e piangono nell’assolato
cortile
di casa della vecchia Elisabetta.
Lo
splendido pancione col bimbo che
scalcia
è la presenza del profeta che
indica
il Messia.
E
tutto accade, accade, come il più
inatteso
e improbabile dei sogni che
si
realizza, come se la storia e la vita
e
l’universo danzassero nel vedere queste
donne
cantare l’assoluta follia di Dio.
E
questo scatena la gioia, contagia, stupisce.
Ecco,
questa sì che è una buona notizia;
possiamo
essere felici anche se poveri e
sfortunati,
possiamo realizzare la nostra
vita
anche se abitiamo in un paese arido
e
senza poesia, possiamo essere ricolmi
più
di un re perché ascoltiamo la Parola
che
Dio ci vuole dare.
Dio
viene per colmare il nostro cuore;
questa
è una buona notizia. Buon Dio!
Se
vi dicessi; hai una vita riuscita, un
lavoro
che ti realizza e che ti dà
vagonate
di soldi, una casa da sogno,
una
splendida moglie, figli educati e
sensibili,
il salone di casa con l’alberone
e
le luci e il clima di festa giusto perciò
sii
felice, cosa dico di straordinario?
Che
buona notizia è?
Un
Dio che dona pace alle persone già felici?
L’inaudito
è proprio il contrario; la
felicità
è altrove, è la salvezza di un Dio
che
ci ama talmente da consegnarsi come
un
neonato, è una felicità accessibile
anche
al povero, anzi forse più ancora
al
povero perché più disposto,
più
accogliente.
La
buona notizia è che Dio è accessibile,
è
semplice, è diverso.
Diverso
dalle nostre paure, diverso dai
fantasmi
che ci perseguitano. Diverso.
E
Maria e Elisabetta ora lo sanno e
cantano,
dicono, raccontano.
Raccontano
dell’opera di Dio, la leggono
scolpita
nella storia degli uomini, la
rintracciano
nelle pieghe della fedeltà
di
un popolo di salvati-Israele-cui noi
e
l’umanità deve moltissimo.
La
loro gioia dilaga perché ora vedono
chiaro,
luminoso, evidente, mozzafiato
il
pensiero di Dio disegnarsi nella loro
piccola
storia, usarle, coinvolgerle.
La
gioia è la dimensione essenziale
del
Natale.
La
gioia di sentirsi ed essere veramente
salvati
da Dio.
Siamo
veramente nel cuore e nel
desiderio
di Dio!
Un suggerimento, amici: regalatevi,
in questo Natale, dieci minuti di
orologio per fermarvi e aprire lo
sguardo-finalmente!-su ciò che Dio
sta compiendo nella storia, nella
nostra storia.
Animo, amici, arrivano buone notizie,
Santa Domenica Fausto.