mercoledì 3 marzo 2021

Il Vangelo del Giovedì 4 Marzo 2021

 

Della 2° settimana di Quaresima.

San Casimiro, principe polacco.

Prima lettura dal libro del profeta Geremìa (17,5-10)

Così dice il Signore: «Maledetto l'uomo che confida nell'uomo, e pone nella

carne il suo sostegno, allontanando il suo cuore dal Signore.

Sarà come un tamerisco nella steppa; non vedrà venire il bene, dimorerà in

luoghi aridi nel deserto, in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere.

Benedetto l'uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia.

È come un albero piantato lungo un corso d'acqua, verso la corrente stende

le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi,

nell'anno della siccità non si dà pena, non smette di produrre frutti.

Niente è più infido del cuore e difficilmente guarisce!

Chi lo può conoscere?

Io, il Signore, scruto la mente e saggio i cuori, per dare a ciascuno secondo

la sua condotta, secondo il frutto delle sue azioni».

Parola di Dio.

Dal Vangelo secondo Luca (16,19-31) anno dispari.

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C'era un uomo ricco, che indossava

vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti.

Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso

di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che

venivano a leccare le sue piaghe.

Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo.

Morì anche il ricco e fu sepolto.

Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo,

e Lazzaro accanto a lui.

Allora gridando disse: "Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a

intingere nell'acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro

terribilmente in questa fiamma".

Ma Abramo rispose: "Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni,

e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in

mezzo ai tormenti.

Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono

passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi".

E quello replicò: "Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre,

perché ho cinque fratelli.

Li ammonisca severamente, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento".

Ma Abramo rispose: "Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro".

E lui replicò: "No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si 

convertiranno". Abramo rispose: "Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno 

persuasi neanche se uno risorgesse dai morti"».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Fra le conversioni che siamo chiamati ad operare in questo tempo di Quaresima

vi è quella difficilissima che ci conduce dall’apatia alla solidarietà verso gli altri.

Nella tragica parabola del ricco epulone, che non ha nome, è l’indifferenza a

prevalere; Luca non ci dice che il ricco è malvagio, è semplicemente troppo

concentrato su di sé per vedere alla sua porta Lazzaro che muore di fame.

Il ricco non è cattivo, ma non riesce a provare neppure la compassione che

a Lazzaro sanno dare i cani.

È così anche il nostro mondo; assuefatto, inferocito, rabbioso, ha scordato la

compassione e la misericordia, sa solo dare giudizi affrettati sulle situazioni

di povertà che incontriamo sotto casa, si disinteressa del mondo rinchiudendosi

in un piccolo mondo autoreferenziale.

Ma questa indifferenza scava un abisso che Dio stesso non riesce a colmare.

La sete che prova il ricco epulone è la sete di giustizia che non ha saputo colmare

quando era in vita e, con rammarico, anche Abramo deve riconoscere di non

riuscire a colmare quel vuoto che egli ha creato.

Non è una punizione, quindi, la tragica sete del ricco, ma la conseguenza

della sua narcisistica solitudine.

Non abbiamo bisogno che un morto venga a spiegarci queste cose; continuano

a ripetercele i profeti di ieri e di oggi.

Perciò, per non ritrovarci nella stessa situazione del ricco epulone, facciamo

ci aiutare dalla preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.