Signore Gesù, Figlio di Dio, venuto nel
mondo per essere
l’uomo più familiare
della nostra casa,
vieni questa sera e
ogni sera a
consumare presso di noi
la cena degli
amici.
Fa di ciascuno di
noi la tua Betania
profumata di nardo,
dove gli intimi
segreti del tuo
cuore trovino la via
silenziosa del
nostro cuore, affinchè
possiamo vivere con
te l’ora suprema
dell’amore e dirti
con un gesto di pura
adorazione quanto
ci sia caro-poiché tu
stesso l’hai fatto
per noi-vivere la tua
vita e morire la
tua morte. Amen.
Lunedì della Settimana
Santa.
San Riccardo di
Chichester, Vescovo.
Prima Lettura
Non griderà, non
farà udire in piazza la sua
voce. (Primo canto
del Servo del Signore)
Dal libro del profeta
Isaìa (42,1-7)
«Ecco il mio servo che
io sostengo,
il mio eletto di cui
mi compiaccio.
Ho posto il mio
spirito su di lui;
egli porterà il
diritto alle nazioni.
Non griderà né alzerà
il tono, non farà
udire in piazza la sua
voce, non spezzerà
una canna incrinata, non
spegnerà uno
stoppino dalla fiamma
smorta; proclamerà
il diritto con verità.
Non verrà meno e non
si abbatterà, finché
non avrà stabilito il
diritto sulla terra, e le
isole attendono il suo
insegnamento».
Così dice il Signore
Dio, che crea i cieli
e li dispiega, distende
la terra con ciò che
vi nasce, dà il
respiro alla gente che la
abita e l'alito a
quanti camminano su di
essa: «Io, il Signore,
ti ho chiamato per
la giustizia e ti ho
preso per mano; ti ho
formato e ti ho
stabilito come alleanza
del popolo e luce
delle nazioni, perché
tu apra gli occhi ai
ciechi e faccia uscire
dal carcere i
prigionieri, dalla reclusione
coloro che abitano
nelle tenebre».
Parola di Dio.
Vangelo
Lasciala fare,
perché essa lo conservi
per il giorno della
mia sepoltura.
Dal Vangelo secondo
Giovanni (12,1-11) anno dispari.
Sei giorni prima della
Pasqua, Gesù andò
a Betània, dove si
trovava Làzzaro, che
egli aveva risuscitato
dai morti.
E qui fecero per lui
una cena: Marta serviva
e Làzzaro era uno dei
commensali.
Maria allora prese
trecento grammi di
profumo di puro nardo,
assai prezioso,
ne cosparse i piedi di
Gesù, poi li asciugò
con i suoi capelli, e
tutta la casa si riempì
dell'aroma di quel
profumo.
Allora Giuda
Iscariòta, uno dei suoi
discepoli, che stava
per tradirlo, disse:
«Perché non si è
venduto questo profumo
per trecento denari e
non si sono dati
ai poveri?».
Disse questo non
perché gli importasse
dei poveri, ma perché
era un ladro e,
siccome teneva la
cassa, prendeva
quello che vi
mettevano dentro.
Gesù allora disse:
«Lasciala fare,
perché ella lo
conservi per il giorno
della mia sepoltura.
I poveri infatti li
avete sempre con
voi, ma non sempre
avete me».
Intanto una grande
folla di Giudei venne
a sapere che egli si
trovava là e accorse,
non solo per Gesù, ma
anche per vedere
Làzzaro che egli aveva
risuscitato dai morti.
I capi dei sacerdoti
allora decisero di
uccidere anche
Làzzaro, perché molti
Giudei se ne andavano
a causa di lui
e credevano in Gesù.
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
Con questo Lunedì incomincia la
nostra
riflessione profonda sulla
Passione e sulla
morte di Cristo, riflessione
particolarmente
toccante nei giorni che stiamo
vivendo,
così pieni a loro volta di
passione,
di dolore, di disordine e di
ingiustizia.
La Passione del Signore inizia
con uno
sguardo profondo al mistero della
sua morte.
Il Vangelo di oggi ricorda un
episodio
molto significativo, nel quale si
sono
scontrate la mentalità del
Cristo, che stava
maturando il dono totale di se
stesso,
e la mentalità di Giuda, nella
quale l’idea
di un dono totale o non totale
non era
mai entrata.
È molto significativo questo
scontro,
perché è di sempre, ancora di più
oggi.
Da un lato Cristo, servitore di
Dio e degli
uomini, sta per cominciare e
concludere i
giorni più generosi e più
gratuiti della sua vita.
Egli che ha detto: «Non c'è amore
più
grande che quello di chi dà la
vita per
i suoi amici», ci ha insegnato
che la
gratuità è il senso profondo del
rapporto
tra noi uomini, perché è già
stato preceduto
dal senso profondo del rapporto
di Dio
con gli uomini.
Egli morirà senza chiederci nulla
in cambio,
completando così nella maniera
più
meravigliosa lo splendido regalo
della salvezza.
Ma la mentalità della gratuità
non può
entrare nella mente dell’uomo meschino
e terreno che siamo noi.
Dice il Vangelo che quella sera
Marta, Maria
e Lazzaro avevano invitato Gesù a
cena.
Maria prese una libbra di
profumo, ne
cosparse i piedi di Gesù e li
asciugò con
i suoi capelli.
Ma era profumo molto prezioso.
Allora Giuda Iscariota, il
discepolo che
doveva tradirlo, fece questa
obiezione:
«Perché quest’olio profumato non
si è
venduto per trecento denari per
poi
darli ai poveri?».
L'evangelista Giovanni, molto
accuratamente,
fa notare che a Giuda non
importava dei poveri.
Giuda era ladro e siccome teneva
la cassa,
prendeva quello che vi mettevano
dentro.
Giuda era ladro, perché era
attaccato al
denaro come ogni uomo di allora e
di adesso.
Ecco il contrasto; Gesù, nella
sua passione,
non guadagnerà nulla, darà tutto
perché
noi siamo salvi; Egli risorgerà
nella gloria.
L’unico che in questi giorni ha
tentato di
guadagnare qualche cosa, Giuda
che ha
venduto il Maestro per trenta
denari, si
dispererà del suo atto, quando
capirà
quanto è orrido in questo
contesto di
amore, e si impiccherà disperato.
La gratuità e la meschinità si
scontrano;
la gratuità vince.
Nel mondo in cui siamo, non è
facile
accettare questa mentalità;
eppure è
indispensabile.
Dobbiamo seguire Cristo là dove,
lasciata
ogni speranza di guadagno, la
nostra vita
diventa un dono, sempre più evidente,
generoso e totale.
Non dobbiamo seguire Giuda nella
speranza di guadagnare a tutti i
costi
qualche cosa.
Si tratta di un sentimento, di
una maniera
fondamentale di intendere la
vita.
Ciò che non rende denaro, per
certi
uomini, è sprecato.
La Passione di Cristo per un uomo
come
Giuda, è sprecata, non rende
nulla;
egli cercherà di farla rendere,
ma non
reggerà al contrasto formidabile
del suo
piccolo e meschino piano con il
piano
di Dio immensamente generoso.
Ecco Gesù che cammina verso ciò
che
tutti gli uomini nel tempo, tutti
quelli che
non credono nell’amore,
giudicheranno
«sprecato»; è sprecato
sacrificarsi,
adorare Dio, trovare tempo di
preghiera
che non fa guadagnare nulla di
nulla.
I trenta denari da una parte, la
Passione
di Cristo dall’altra; sono due
profondi
segni di una scelta che ci è
continuamente riproposta.
Seguiremo Cristo nella sua
Passione di
dono totale, nel suo distacco da
ogni cosa,
Cristo che sembra sprecato sulla
croce,
eppure proprio in quel momento ci
salva,
e sceglieremo di servirlo; oppure
seguiremo Giuda, che a tutti i
costi
da un’impresa così grande cerca
di trarre
il suo piccolo guadagno?
In teoria non c’è dubbio sulla
risposta da dare.
Nella pratica dobbiamo ancora e
sempre
verificare la nostra buona
volontà.
Ecco il senso di una revisione di
vita;
credere nella grandezza del dono
di Cristo,
credere che servire, amare,
pregare,
donare non è spreco, ma guadagno.
Guardiamoci dunque dall’avarizia
che si
insinua dovunque e ci
rende meno generosi,
meno cristiani, meno
uomini nella vita
di ogni giorno.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai
nostri debitori, e non
abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli.
Amen.
Buona Settimana Santa,
amici, Fausto.