venerdì 8 marzo 2024

Il Vangelo del Sabato 9 Marzo 2024

 

Della 3° settimana di Quaresima.

Santa Francesca Romana, religiosa.

Prima lettura.

Voglio l'amore e non il sacrificio.

Dal libro del profeta Osèa (6,1-6)

«Venite, ritorniamo al Signore: egli ci

ha straziato ed egli ci guarirà.

Egli ci ha percosso ed egli ci fascerà.

Dopo due giorni ci ridarà la vita e il terzo

ci farà rialzare, e noi vivremo alla

sua presenza.

Affrettiamoci a conoscere il Signore,

la sua venuta è sicura come l'aurora.

Verrà a noi come la pioggia d'autunno,

come la pioggia di primavera che feconda

la terra».

Che dovrò fare per te, Èfraim, che dovrò

fare per te, Giuda?

Il vostro amore è come una nube del mattino,

come la rugiada che all'alba svanisce.

Per questo li ho abbattuti per mezzo dei

profeti, li ho uccisi con le parole della mia

bocca e il mio giudizio sorge come la luce:

poiché voglio l'amore e non il sacrificio,

la conoscenza di Dio più degli olocàusti.

Parola di Dio.

Vangelo.

Il pubblicano tornò a casa sua

giustificato, a differenza del fariseo.

Dal Vangelo secondo Luca (18,9-14) anno pari.

In quel tempo, Gesù disse ancora questa

parabola per alcuni che avevano l'intima

presunzione di essere giusti e disprezzavano

gli altri: «Due uomini salirono al tempio

a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano.

Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra

sé: "O Dio, ti ringrazio perché non sono

come gli altri uomini, ladri, ingiusti,

adùlteri, e neppure come questo pubblicano.

Digiuno due volte alla settimana e pago

le decime di tutto quello che possiedo".

Il pubblicano invece, fermatosi a distanza,

non osava nemmeno alzare gli occhi al

cielo, ma si batteva il petto dicendo: "O Dio,

abbi pietà di me peccatore".

Io vi dico: questi, a differenza dell'altro,

tornò a casa sua giustificato, perché

chiunque si esalta sarà umiliato, chi

invece si umilia sarà esaltato».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

No, non siamo migliori dei non credenti.

Ma almeno non peggiori!

Intendo dire; abbiamo anche noi le nostre

pecche, qualche angolo oscuro della

coscienza, qualche debolezza inconfessabile.

Ma c’è chi sta cento volte peggio di noi,

guardiamoci intorno!

Gente senza morale e senza Dio che

commette ogni nefandezza, come il

pubblicano là in fondo.

Che dura, questa parabola, Signore!

Abbiamo appena scoperto la bellezza della

tua presenza, siamo tutti contenti di avere

messo Te nella nostra vita ed ecco che ci

chiedi di abbandonare l’orgoglio spirituale.

La ragione è semplice; Tu solo leggi i cuori

e non giudichi secondo le apparenze.

Il pubblicano è peccatore, e lo sa.

Non si giustifica, né promette conversione,

né auspica cambiamenti.

È consapevole della sua immensa fragilità,

non pretende, non presume, non accampa diritti.

Cerca solo perdono.

Quando capiremo che il Signore ci

chiede solo l’autenticità?

Che ci sono situazioni in cui oggettivamente

non si riesce a cambiare?

Il fariseo esce dal tempio senza avere

incontrato Dio.

Non c’è posto per Dio, il suo cuore è

colmo di se stesso.

Il pubblicano, invece, esce fuori con una

presenza che, speriamo, lo aiuterà a

scegliere la luce.

E noi? Come ne usciamo?

Spero come il pubblicano,

pregando e pieni di luce,

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.