Della 3° settimana di Quaresima.
Santa Francesca
Romana, religiosa.
Prima lettura.
Voglio l'amore e
non il sacrificio.
Dal libro del profeta
Osèa (6,1-6)
«Venite, ritorniamo al
Signore: egli ci
ha straziato ed egli
ci guarirà.
Egli ci ha percosso ed
egli ci fascerà.
Dopo due giorni ci
ridarà la vita e il terzo
ci farà rialzare, e
noi vivremo alla
sua presenza.
Affrettiamoci a
conoscere il Signore,
la sua venuta è sicura
come l'aurora.
Verrà a noi come la
pioggia d'autunno,
come la pioggia di
primavera che feconda
la terra».
Che dovrò fare per te,
Èfraim, che dovrò
fare per te, Giuda?
Il vostro amore è come
una nube del mattino,
come la rugiada che
all'alba svanisce.
Per questo li ho
abbattuti per mezzo dei
profeti, li ho uccisi
con le parole della mia
bocca e il mio
giudizio sorge come la luce:
poiché voglio l'amore
e non il sacrificio,
la conoscenza di Dio
più degli olocàusti.
Parola di Dio.
Vangelo.
Il pubblicano tornò
a casa sua
giustificato, a
differenza del fariseo.
Dal Vangelo secondo Luca
(18,9-14) anno pari.
In quel tempo, Gesù
disse ancora questa
parabola per alcuni
che avevano l'intima
presunzione di essere
giusti e disprezzavano
gli altri: «Due uomini
salirono al tempio
a pregare: uno era
fariseo e l'altro pubblicano.
Il fariseo, stando in
piedi, pregava così tra
sé: "O Dio, ti
ringrazio perché non sono
come gli altri uomini,
ladri, ingiusti,
adùlteri, e neppure
come questo pubblicano.
Digiuno due volte alla
settimana e pago
le decime di tutto
quello che possiedo".
Il pubblicano invece,
fermatosi a distanza,
non osava nemmeno
alzare gli occhi al
cielo, ma si batteva
il petto dicendo: "O Dio,
abbi pietà di me
peccatore".
Io vi dico: questi, a
differenza dell'altro,
tornò a casa sua
giustificato, perché
chiunque si esalta
sarà umiliato, chi
invece si umilia sarà
esaltato».
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
No, non siamo migliori dei non
credenti.
Ma almeno non peggiori!
Intendo dire; abbiamo anche noi
le nostre
pecche, qualche angolo oscuro
della
coscienza, qualche debolezza
inconfessabile.
Ma c’è chi sta cento volte peggio
di noi,
guardiamoci intorno!
Gente senza morale e senza Dio
che
commette ogni nefandezza, come il
pubblicano là in fondo.
Che dura, questa parabola,
Signore!
Abbiamo appena scoperto la
bellezza della
tua presenza, siamo tutti
contenti di avere
messo Te nella nostra vita ed
ecco che ci
chiedi di abbandonare l’orgoglio
spirituale.
La ragione è semplice; Tu solo
leggi i cuori
e non giudichi secondo le
apparenze.
Il pubblicano è peccatore, e lo
sa.
Non si giustifica, né promette
conversione,
né auspica cambiamenti.
È consapevole della sua immensa
fragilità,
non pretende, non presume, non
accampa diritti.
Cerca solo perdono.
Quando capiremo che il Signore ci
chiede solo l’autenticità?
Che ci sono situazioni in cui
oggettivamente
non si riesce a cambiare?
Il fariseo esce dal tempio senza
avere
incontrato Dio.
Non c’è posto per Dio, il suo
cuore è
colmo di se stesso.
Il pubblicano, invece, esce fuori
con una
presenza che, speriamo, lo
aiuterà a
scegliere la luce.
E noi? Come ne usciamo?
Spero come il pubblicano,
pregando e pieni di luce,
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato
il tuo nome, venga il
tuo regno, sia fatta
la tua volontà come in
cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
rimetti a noi i nostri
debiti come anche
noi li rimettiamo ai
nostri debitori,
e non abbandonarci
alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e
benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per
noi peccatori, adesso
e nell'ora della
nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e
allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e
sempre, nei secoli dei
secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.