giovedì 18 marzo 2021

Il Vangelo del Venerdì 19 Marzo 2021

 

Della 4° settimana di Quaresima.       

San Giuseppe, Sposo della beata Vergine Maria.

Prima lettura dal secondo libro di Samuele (7, 4-5.12-14.16)

In quei giorni, fu rivolta a Natan questa parola del Signore: «Va' e di' al mio

servo Davide: Così dice il Signore: "Quando i tuoi giorni saranno compiuti

e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te,

uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno.

Egli edificherà una casa al mio nome e io renderò stabile il trono del suo

regno per sempre. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio.

La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a te, il tuo trono

sarà reso stabile per sempre"».

Parola di Dio.

Seconda lettura dalla lettera di san Paolo ai Romani (4,13.16-18.22)

Fratelli, non in virtù della Legge fu data ad Abramo, o alla sua discendenza,

la promessa di diventare erede del mondo, ma in virtù della giustizia che

viene dalla fede.

Eredi dunque si diventa in virtù della fede, perché sia secondo la grazia, e in

tal modo la promessa sia sicura per tutta la discendenza: non soltanto per quella

che deriva dalla Legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo,

il quale è padre di tutti noi-come sta scritto: «Ti ho costituito padre di molti

popoli»-davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai morti e chiama

all'esistenza le cose che non esistono.

Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre

di molti popoli, come gli era stato detto: «Così sarà la tua discendenza».

Ecco perché gli fu accreditato come giustizia.

Dal Vangelo secondo Matteo (1, 16.18-21.24a) anno dispari.

Matteo (1, 16.18-21.24) anno dispari.

Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di

Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera

dello Spirito Santo.

Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla

pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.

Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo

del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te

Maria, tua sposa.

Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce

un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Giuseppe il grande e il giusto.

Parliamo un pò, amici, di Giuseppe uomo giusto.

Colui che ha saputo donarci una grande pagina poetica di fiducia

e abbandono nel Signore.

Giuseppe sta organizzando casa per accogliere Maria.

È un bravo ragazzo, un onesto lavoratore ed è sufficientemente devoto,

insomma; un buon partito.

È contento di accogliere Maria, che è una ragazza timida ma decisa, gentile

e di bell’aspetto; molti lo considerano fortunato di avere in sposa la piccola

adolescente di Nazareth.

In questo clima di festa matrimoniale, arriva la doccia fredda.

Matteo, tutela della privacy, non ci spiega come Giuseppe sia venuto a

conoscenza della gravidanza di Maria.

Dubito che si siano incontrati, forse è stata la madre Anna a comunicargli

la notizia, chissà.

Possiamo, però immaginare la notte insonne di Giuseppe, la peggiore della sua vita.

Ma come? Maria?

La mia piccola Maria?

E chi sarà il padre?

Io che pensavo fosse una così brava ragazza!

Che stupido sono stato!

Ma ci sarà una ragione, qualcuno avrà abusato della sua gentilezza.

Giuseppe non riesce a prendere sonno, si gira e si rigira sul giaciglio, come

fa la porta sui cardini.

Ma, oltre alla profonda ferita di un amore tradito, Giuseppe deve

affrontare l’incubo del futuro.

Cosa deve fare?

A norma di legge (Dt 22,21), Giuseppe deve svegliarsi e radunare altri uomini della

comunità dicendo che quel bambino non è suo, e subito Maria sarà lapidata a morte.

Per essere un buon credente e un devoto, deve uccidere Maria.

(Non è folle che, a volte, gli uomini compiano cose orribili in nome di Dio?).

Giuseppe deve informare il rabbino del fattaccio e ripudiare la futura sposa,

che rimarrà a casa dei propri genitori piena di vergogna, segnata per tutta la vita.

E, a questo punto, succede l’incredibile.

Giuseppe, che è un giusto, trova una soluzione.

Mentirà.

Dirà che si è stancato di Maria, la ripudierà, salvandole l’onore.

Certo, nessuno prenderà più in sposa una donna che ha avuto un figlio da un

altro uomo, ma, almeno, girerà a testa alta nelle strade di Nazareth.

Giuseppe è grandioso; non rispetta la Legge attribuita a Dio e decide di mentire.

Matteo ci dice che Giuseppe è giusto.

A volte la legge di Dio, quella autentica, passa attraverso la trasgressione della

legge degli uomini, quella attribuita a Dio.

Giusto è un titolo straordinario, in Israele.

È, forse, il più bel complimento che si possa fare ad un ebreo.

Giuseppe è giusto come Dio è giusto, perché non giudica secondo le

apparenze, perché si sacrifica, supera il suo orgoglio di maschio ferito (terribile!),

e salva Maria e Dio.

Immenso Giuseppe, falegname abituato a riconoscere l’essenza di un legno,

a piallare un asse, non ad inseguire fini ragionamenti che lo mettono in crisi!

Ha deciso, anche se continua a non prendere sonno.

E, proprio quando ha scelto di salvare Maria, quando si è dato pace, quando ha

superato il proprio orgoglio, arriva, in sogno, un angelo che lo rassicura.

Va tutto bene, gli dice l’angelo, hai a che fare col mistero.

Fai bene a fidarti di Maria, è prodigioso ciò che le è capitato, colui che porta

in grembo non è il figlio di un altro uomo, ma di Dio stesso.

Caspita, mica una barzelletta!

Maria lo partorirà e tu, Giuseppe, gli darai il nome, cioè l’identità, il carattere, l’educazione.

A Maria l’angelo chiede di collaborare.

A Giuseppe l’angelo chiede di insegnare a Dio a diventare uomo.

Anche lui, Giuseppe, deve cambiare la sua vita, i suoi desideri, le sue scelte,

adeguarli all’evento improvviso di un Dio che decide di diventare uomo.

Giuseppe obbedisce; è grande!

Si sveglia e prende con sé Maria.

Leggo e rileggo questa conclusione sconcertante.

Non si arrabbia Giuseppe, non mette le mani addosso a Maria per punirla

del suo tradimento; NO.

Si alza e obbedisce; fantastico!

Non fa commenti, non approfondisce ulteriormente, si fida e basta, accetta,

accoglie, l’ho sempre detto io, per imparare non dobbiamo andare dai sapienti,

ma dagli umili giusti.

La sua vita, ora, è radicalmente cambiata, ma va bene così; ha a che fare

con il mistero di Dio.

Grandioso Giuseppe; uomo giusto, e noi?

Speriamo, la speranza non deve mai mancare.

Impariamo da Giuseppe a fidarci; ad avere fiducia in Dio, a credere che Lui

è venuto a farsi uomo, perché tutti noi imparassimo ad essere uomini.

Fidiamoci ciecamente, come ha fatto Giuseppe, magari non riceveremo da

custodire suo Figlio, ma di farlo conoscere ed amare, quello sì.

Ed in questo terribile momento che stiamo vivendo; rimango in attesa, allora,

come spero tutti voi amici, dell’aiuto del Signore per capire i suoi progetti,

per capire le nostre fragilità, ma soprattutto, per comprendere in questo particolare

momento, il vero valore della famiglia e cosa vuol dire essere padre, per questo

chiedo l’aiuto ad un grande (san Giuseppe); un Augurio a tutti i papà del mondo,

ed anche a tutti quelli che ora riposano in Cielo, Fausto.